Lug 032016
 

Giovedì 7 luglio ci sarà la sentenza di primo grado contro tre compagni imputati nella seconda tranche del processo per il corteo antifascista del 24 gennaio 2015.

Il corteo fu organizzato a Cremona in solidarietà con Emilio, un compagno del c.s.a. Dordoni gravemente ferito in un attacco fascista.
Il primo processo, conclusosi il 21 gennaio scorso, condannò in primo grado i quattro imputati a 4 anni di reclusione e 200.000 euro di risarcimento per la parte civile (il comune di Cremona), confermando l’accusa di devastazione e saccheggio.
Per tre di loro, la misura cautelare degli arresti domiciliari è stata tramutata in divieto di dimora nel comune di Cremona, mentre permane l’obbligo di dimora per l’unico compagno residente in quella città.

Anche a Roma e Milano – per i processi del 15 ottobre 2011 e del 1 Maggio NoExpo 2015 – le procure stanno utilizzando il reato di devastazione e saccheggio per punire duramente chi ha scelto di riversare la propria rabbia in quelle strade, attaccando i luoghi simbolo dello sfruttamento e dell’oppressione.

L’uso politico di questo reato è un chiaro tentativo di inibire i momenti di rivolta che interrompono la pacificazione sociale, colpendo poche persone per intimorirne molte, cercando di isolarle e spezzare la solidarietà.
Un articolo del codice penale, quindi, che reprimendo il presente guarda al futuro.

Consapevoli dell’importanza di rispondere alla repressione creando nuove complicità e lotte, come Rete Evasioni saremo a Cremona il 7 luglio per partecipare a questa giornata in solidarietà con i compagni arrestati e continuare il confronto su devastazione e saccheggio cominciato a Roma e proseguito a Milano.

Non lasceremo i nostri compagni e le nostre compagne sole di fronte alla repressione; invitiamo tutte e tutti a partecipare a questa giornata di solidarietà e di lotta.
Liberi tutti, libere tutte

Rete Evasioni

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