Giu 122015
 

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di solidarietà dopo gli arresti di Matteo e Mauro con l’accusa di “devastazione e saccheggio”, in seguito al corteo antifascista di fine gennaio a Cremona.

24 gennaio, Cremona – L’antifascismo non è reato

Il 24 gennaio un corteo di migliaia di persone percorse le strade di Cremona dimostrando con rabbia e determinazione il rifiuto verso la presenza di Casapound in città e, nello specifico, la solidarietà verso Emilio e i compagni del Dordoni aggrediti una settimana prima da una 60ina di fascisti arrivati anche da città limitrofe. Emilio ha passato mesi in coma farmacologico per le ferite ricevute durante l’aggressione del 17 gennaio.

Nella mattinata di oggi, giovedì 11 giugno, due compagni sono stati arrestati con l’accusa di aver “lanciato un fumogeno verso la polizia” e di aver “sfondato la vetrina di una banca”: si profila, quindi, ancora una volta, l’accusa di devastazione e saccheggio come già avvenuto per i due arresti del 31 marzo scorso. L’operazione poliziesca di oggi, che porta in carcere un compagno di Brescia e uno di Lecce studente a Bologna, si inserisce nel quadro repressivo partito proprio il 31 marzo, con le prime ordinanze emesse in seguito al corteo, e passato per il 7 aprile, quando vari compagni del Dordoni, compreso lo stesso Emilio, furono arrestati per aver preso parte a quella che la questura cremonese ha definito una rissa fra opposti estremismi e che in realtà è una vera e propria aggressione squadrista.

Ancora una volta ricompare la pesantissima accusa di devastazione e saccheggio che, come già noto, deriva dal Codice Rocco, promulgato dal regime fascista in un periodo di guerra civile. Questa accusa viene utilizzata sempre più spesso per reprimere i momenti di conflittualità di piazza: rispolverata per Genova 2001, utilizzata per la resistenza effettuta dai compagni e le compagne in piazza San Giovanni, a Roma, il 15 Ottobre 2011, e oggi sbandierata per reprimere l’antifascismo militante.

Devastazione e saccheggio è ciò che viviamo tutti i giorni da anni in Val Susa, dove si vuole sventrare una montagna per farci passare un treno ad alta velocità, oppure a San Foca, nel Salento,  dove si vuole far approdare un inutile gasdotto, o ancora in ogni città e in ogni quartiere dove migliaia di famiglie vengono sfrattate e buttate per strada, o sgomberate se provano a riappropriarsi di spazi abbandonati per soddisfare i propri bisogni primari. Allo stesso modo, ancora oggi siamo  costretti, a distanza di 70 anni dalla Resistenza al nazi-fascismo, ad affrontare nelle strade la feccia fascista che trova nella politica istituzionale e in settori del capitalismo agibilità e finanziamenti.

Noi, come i compagni colpiti dalla repressione, abbiamo operato una scelta di vita: abbiamo deciso di non restare a guardare, ma di opporci alla devastazione dei nostri territori e al saccheggio delle nostre vite.
Siamo coscienti che il prezzo da pagare è e sarà alto. Ma non per questo ci faremo intimorire o rallentare.
Solidarietà piena e incondizionata a Matteo e Mauro, arrestati quest’oggi.
Li vogliamo liberi subito!

Da Roma vogliamo rilanciare il presidio di solidarietà convocato per le 19 di oggi in piazza Verdi a Bologna.

MATTEO LIBERO!
MAURO LIBERO!
LIBERTA’ PER TUTT*!

compagni e compagne di Roma