Come Comitato cittadino a sostegno della "Campagna contro il 270 e tutti i reati associativi" esprimiamo la nostra massima solidarietà ai compagni e alle compagne recentemente arrestate a seguito dell'ennesima retata eseguita in grande stile su ordine delle procure di Roma e Bologna.
Questo attacco si aggiunge ad un'altra serie di pesanti iniziative giudiziarie messe in atto in questo ultimo periodo e che segna senza dubbio un salto di qualità dell'attacco alle diverse istanze del movimento di opposizione in Italia: dagli arresti in Puglia a quelli di Cagliari, dalle provocazioni contro i precari romani a quelle contro gli occupanti a Bologna, dalle iniziative sbirresche a Torino agli ultimi arresti dei compagni del (n)PCI in Francia.
Vorremmo però soffermarci in particolare sugli ultimi arresti di Bologna nell'area anarchica, non solo perché ultimi cronologicamente, non solo perché conosciamo personalmente i compagni e le compagne arrestate, e nemmeno solamente perché con alcuni di loro abbiamo condiviso varie lotte e varie esperienze (tra cui questa stessa del Comitato Cittadino contro il 270). Vorremmo invece evidenziare alcuni aspetti di questa operazione che ci sembrano paradigmatici su ciò che noi definiamo repressione preventiva e sulle sue attuali tecniche di applicazione.
Innanzitutto denunciamo come dietro al solito polverone di accuse ben supportate dal clamore di giornali e pennivendoli vari, quello che in concreto si è realizzato è stato un attacco ad uno strumento di comunicazione (il periodico Croce Nera Anarchica) che di fatto è stato scientificamente smantellato, compresa la sua versione telematica che è stata sequestrata ed oscurata. Questo riteniamo sia un fatto gravissimo! Ancora una volta chi tenta di ritagliare uno spazio di comunicazione non controllato e non compatibile, che riflette sul carcere e dà voce ai prigionieri viene colpito e criminalizzato.
In secondo luogo, a fianco degli arresti, abbiamo assistito a decine e decine di perquisizioni, accompagnate oltre che dalle consuete razzie di materiale politico e telematico, anche da pratiche diffuse di minaccia e di pressione psicologica nei confronti di parenti, amici e conoscenti con l'evidente obbiettivo di creare terra bruciata attorno agli arrestati dal punto di vista umano prima ancora che dal punto di vista politico. Altro che democratiche forze di polizia: questa pratica da pieno ventennio fascista va denunciata con forza!
Infine dobbiamo evidenziare come ancora una volta l'uso dei reati associativi (in particolare l'art. 270 bis, cioé l'associazione sovversiva) sia alla base di questa come di decine di altre inchiesta in questi ultimi mesi e di come questo, ancora una volta, cerchi di innescare quei meccanismi di differenziazione e desolidarizzazione tanto utili alle varie magistrature quanto dannifici all'interno dei movimenti sociali e politici.
Non dobbiamo correre il rischio, come purtroppo già successo in passato, di cadere nella trappola della divisione tra "ribelli buoni" e "ribelli cattivi", tra chi può e chi non può essere difeso. Non possiamo lasciare nelle mani di sbirri, magistrati, giornalisti forcaioli il potere di giudicare a priori cosa, chi e quali pratiche o quali ideologie sono compatibili e quali no. Sarebbe un errore gravissimo!

Esprimiamo solidarietà ai compagni e alle compagne arrestati/e, indagati/e, perquisiti/e.

Lunedì 30 maggio 05 - ore 18,00
INIZIATIVA DI CONTROINFORMAZIONE IN SOLIDARIETA'
CON I/LE COMPAGNI/E ARRESTATI/E
appuntamento ai giardini all'angolo tra via Andreini e via San Donato
(vicino alla Coop, quartiere San Donato, Bologna)

Lunedì 6 giugno 05 - ore 20,30
CENA DI SOLIDARIETA'
per raccogliere fondi da inviare agli/alle arrestati/e e per le spese legali
CIRCOLO "IQBAL MASIH" - via della Barca 24/3, Bologna
(possibilmente prenotare telefonando allo 051/61.46.887 dopo le 21)



Comitato Cittadino a sostegno della
"Campagna contro l'art. 270 e contro tutti i reati associativi"