Quale democrazia?

Ci sono due modi per attaccare la resistenza antifascista:

- Il primo è quello dei revisionisti storici che mirano ad infangare e delegittimare la resistenza insinuando che i partigiani hanno compiuto degli eccessi. I revisionisti storici cercano anche di riabilitare il regime mussoliniano in nome di una presunta pari dignità dei morti partigiani e fascisti. In generale questa è la linea del governo Berlusconi che tra i principali partiti che ancora lo compongono vede la presenza di Alleanza Nazionale. Questo partito proviene dal 'Movimento sociale italiano' di Giorgio Almirante esponente del regime di Mussolini e fucilatore di partigiani.

- Il secondo è quello delle 'celebrazioni ufficiali' della resistenza. La 'resistenza' viene rivendicata come fondamento della 'repubblica' e della 'costituzione'. Qui l'attacco alla resistenza avviene in forma più subdola. Si parla della 'resistenza' non per affermarne l'attualità politica ed ideale, ma viceversa per porre l'accento sulla 'democrazia' esistente. La resistenza antifascista viene utilizzata e strumentalizzata per sostenere che il regime politico attuale sarebbe 'democratico' e 'antifascista'. Questa è la linea rappresentata da Ciampi e dall'intero centro-sinistra.

Di fronte a questi attacchi alla resistenza antifascista c'è solo un modo per difenderla, quella di recuperare la memoria storica, di riscoprirne l'autentico significato, di riproporla come esperienza in grado di dare indicazioni politiche attuali. Prima di tutto questo vuol dire interrogarsi sul significato del concetto di 'democrazia'.

La resistenza aveva tendenzialmente realizzato, durante la liberazione, un vero sistema democratico direttamente a contatto con la vita del popolo, capace di vedere la partecipazione diretta dei cittadini, fondato sui tribunali popolari e su forze armate e di polizia rappresentate dai reparti partigiani e operai.

Oggi invece ci troviamo di fronte ad un sistema multipartitico bipolare, un sistema sclerotizzato e corrotto che si evolve in senso autoritario e repressivo in direzione di un regime presidenziale e federalista. L'opinione pubblica è sempre più, in media, l'espressione dell'influenza dei mass media (TV, stampa, cinema, ecc) che sono organizzati come un sistema di imprese governato dal profitto e sotto il controllo del potere politico.
In questo sistema emerge e si evidenzia la sostanziale omogeneità tra i programmi e la politica del centro-destra e quelli del centro-sinistra. Berlusconi ha continuato la politica antipopolare, repressiva e guerrafondaia, dei governi di centro sinistra, e così si appresta a fare Prodi. Il codice penale Rocco, imbastito da Mussolini, per combattere i democratici, i socialisti, gli anarchici e soprattutto i comunisti, non solo è ancora in vigore, ma addirittura è stato ulteriormente, a più riprese, integrato da nuovi articoli di legge (articolo 270bis, bis allargato, ter).. Oggi ( e questo avviene anche nella nostra provincia), centinaia di inchieste contro lavoratori, disoccupati, disobbedienti, anarchici, comunisti e rivoluzionari vengono imbastite anche in nome della lotta contro i cosiddetti 'reati associativi'. In pratica si tratta dell'articolo 270 del codice penale Rocco che colpisce il diritto all'associazione nel momento in cui il potere statale, i governi in carica, il ministro degli interni ecc., reali mandanti delle inchieste giudiziarie, individuano un intento 'sovversivo' nella pratica associativa.
Oggi è pura ipocrisia celebrare la 'resistenza antifascista' e non lottare contro un sistema che, pur in forma sofisticata e ammodernata, richiama sempre di più, persino nella stessa legislazione, i tratti di uno stato autoritario e repressivo. Parte integrante della lotta per lo sviluppo di una 'nuova resistenza' è quella contro la repressione a partire dalla lotta contro il 270 e contro i cosiddetti 'reati associativi'.

Gruppo promotore per un comitato contro il 270 ed i reati associativi

per partecipare al gruppo promotore:
idenprolet@tin.it – tel 3403379982 - c/o Slai Cobas V.Orti 24 Trento

Collettivo Comunista Antonio Gramsci c/o V.Orti 24 Trento