60 ANNI DOPO

Il fascismo crollò sotto i colpi di una guerra dura e violenta. La lotta dei partigiani ha riscattato le vergogne di un popolo asservito, ma non è riuscita a trasformare radicalmente i rapporti di forza tra le classi sociali.
Anche l'apparato statale del dopoguerra risente fortemente dell'influenza del totalitarismo fascista.
Il codice Rocco, codice "fascistissimo", resta in vigore fino ad oggi.
Possiamo dire senza tema di smentita che, pur con le modificazioni intervenute negli ultimi sessant'anni, la sostanza non cambia. Il codice penale italiano si presenta infatti ancora, per molti aspetti, come strumento principe della repressione di ogni movimento sociale veramente innovativo.
Il reato di associazione sovversiva contemplato dall'art.270 viene spesso tirato in ballo da magistrati più o meno "democratici", ogni volta che le lotte dei lavoratori organizzati e del precariato sociale si rivelano efficaci nel mettere in discussione il rapporto di forze esistente.
Il sistema di potere del capitalismo cosiddetto democratico è certo più raffinato e "dolce" di quanto possa essere un regime capitalista autoritario o fascista. Tuttavia sa agire in modo molto efficace nella repressione di ogni iniziativa di lotta davvero significativa. Lo sanno decine e decine di compagni che vengono travolti dalla macchina giudiziaria e costretti, magari per anni, a vedere stravolta la loro esistenza a causa della necessità di difendersi da accuse costruite ad arte.
Tutti noi sappiamo comunque che non c'è codice penale che possa fermare le lotte sociali.
L'onda lunga della ribellione travolge le istituzioni, rimescola le carte e sconvolge i piani dei repressori.

Contro l'art.270 del codice penale. Contro la repressione del movimento dei lavoratori e del precariato sociale.
Per la lotta contro il capitale globale e per la solidarietà internazionalista.
Resistere contro la repressione posta in atto dal capitale e dagli apparati statali.
Dalla parte degli oppressi. Contro tutti gli oppressori.


Comitato Novara/Vercelli contro il 270 e tutti i reati associativi

f.i.p. aprile 2005, corso Milano 44/A Novara


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QUALE LIBERAZIONE?

Il 25 aprile cade il 60° anniversario della liberazione dall'occupazione nazifascista.
Come ogni anno "vuote manifestazioni ufficiali" richiamano (a dire il vero sempre meno) ai valori repubblicani della Costituzione, figlia della Resistenza e della lotta di liberazione.

Quindi, esistendo solo "una liberazione" (quella ufficiale, di parata, dei gonfaloni e delle forze dell'ordine), sconfitte tutte le disuguaglianze sociali, abolita la società dello sfruttamento, dei profitti, delle guerre e inoltre socializzate le ricchezze e i mezzi di produzione, più nulla c'è da liberare e i conti col fascismo sono definitivamente chiusi, così tanto da potersi riconciliare con gli eredi di quella tradizione. (...cessa il vento, calma è la bufera...).

Eppure risulta evidente che qualcosa non torna.

Dopo la caduta del regime fascista, il 27 febbraio del 1944 fu emesso un decreto legislativo che all'art. 1 stabiliva l'abrogazione di "tutte le norme a tutela delle istituzioni e degli organi politici creati dal fascismo".

Il fondamento su cui poggiava la tutela dello Stato fascista venne rappresentato dal Codice Rocco, entrato in vigore il 1° luglio 1931 per reprimere le organizzazioni antifasciste e il dissenso al regime, attraverso l'accusa di associazione sovversiva..

Migliaia di comunisti, anarchici e sinceri democratici finirono davanti ai tribunali speciali fascisti , incarcerati, torturati, uccisi attraverso l'imputazione di reati associativi.

Successivamente la Cassazione ritenne applicabile la disposizione abrogativa del 27/2/1944 anche a tale norma, ma non per molto.

A tutt'oggi, non solo ritroviamo all'art. 270 del c.p. vigente il Codice Rocco in tutta la sua essenza, ma la necessità avuta dalle classe dominante di effettuare negli anni ulteriori modifiche ed estensioni (270 bis, bis allargato, ter) la dice lunga sullo "sviluppo democratico" dello Stato strombazzato da destra e da sinistra.

In pratica tutta la finalità repressiva fascista rimane inalterata. L'obiettivo è colpire chiunque, concretamente e associandosi, oggi si oppone:
-alle guerre di aggressione imperialistiche che distruggono, affamano e soggiogano interi popoli;
-alla crisi di profitti che sta decimando posti di lavoro sostituendoli con rapporti di lavoro precari;
-allo smantellamento di quelle poche tutele sociali ottenute con lotte durissime costate lacrime e sangue a migliaia di donne e uomini;
-alla creazione, da parte dello Stato, di lager e carceri per gestire , nascondere le sue contraddizioni, annientando la dignità di uomini e donne.

Negli ultimi anni troppo spesso, attraverso l'utilizzo dei reati associativi, si sono perquisiti circoli e abitazioni di centinaia di persone, sequestrati computers, floppy disk e materiale cartaceo, spiate migliaia di telefonate e intercettate comunicazioni di qualsiasi tipo, "mappate" le relazioni affettive e sociali di ciascuno, piazzate microcamere anche nei posti più impensabili, convocati i familiari di ogni ordine e grado di parentela, amici, conoscenti come persone "informate sui fatti", e via reprimendo.

Anche negli ultimi giorni continuano a fiorire nelle italiche procure inchieste per il 270, contestandolo a realtà di lotta presenti nelle fabbriche, nel territorio, nel sociale, allo scopo di: bloccarne l'attività politica (dovendo queste occuparsi di difesa giudiziaria), accedere in piena libertà "ad ogni interstizio" degli indagati, fare terra bruciata attorno alle loro iniziative.

A queste si affianca spesso in molte città la comparsa di una certa manovalanza fascista dedita allo squadrismo (vedi gli episodi di Milano, Viterbo, Vigevano ecc), pompata e legittimata anche dalla riabilitazione dei repubblichini di Salò e dal crescente revisionismo storico della sinistra sulle vicende della Resistenza.

Insomma, con il Codice Rocco ancora operativo e potenziato e l'introduzione della Corte Marziale per i giornalisti che informano sulle "missioni di pace" nostrane all'estero a fianco dei Liberators, con la gestione neocorporativa dell'economia e gli episodi di squadrismo fascista... beh: ...è ora che il vento torni a fischiare.


CONTRO IL CODICE FASCISTA ROCCO!
CONTRO IL 270 E TUTTI I REATI ASSOCIATIVI!
PER CONTINUARE LA LOTTA DI LIBERAZIONE!


Comitato Novara/Vercelli contro il 270 e tutti i reati associativi


f.i.p. aprile 2005, corso Milano 44/A Novara