Da un'inchiesta all'altra…

In queste ultime settimane si sono susseguite perquisizioni e arresti in tutta Italia: da Trieste a Padova, da Bologna a Lecce, da Cagliari a Genova, ecc…
Sono stati coinvolti numerosi compagni di differenti orientamenti politici, appartenenti a differenti aree politiche.

E' stato stimato che, in questi ultimi anni, più di 8.000 persone sono state colpite dalla repressione per aver partecipato a movimenti sociali e politici di opposizione. Il ruolo della polizia e della magistratura si manifesta nei confronti degli operai che lottano, di chi protesta contro la guerra e la precarietà sociale, di chi si definisce comunista o antagonista, contro le lotte degli immigrati: in pratica nel mantenimento della tranquillità per le classi dominanti.
Tutto questo non ci sembra disgiunto dall'arroganza dello Stato, che si auto-assolve nel processo contro la strage di Piazza Fontana, che continua ad infangare la memoria di Giorgiana Masi tramite le dichiarazioni di Kossiga, che difende la spavalderia dei torturatori di Bolzaneto o esalta le doti umanitarie dei mercenari in Iraq.

In Italia esiste un deficit di democrazia sempre più cospicuo, gli spazi per le opposizioni sociali si stanno sempre più restringendo. Si fa tranquillamente uso di codici di matrice fascista, come l'articolo 270 (associazioni sovversive) del famigerato Codice Rocco, anzi se ne potenzia l'effetto. I PM promuovono inchieste guidate e dirette dai ROS o da determinati settori di polizia.
Quello che sta avvenendo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, non è frutto di "anomalie" o di "rigurgiti emergenziali": da sempre chi lotta subisce lo stesso trattamento! Ciò che è cambiato, piuttosto, è l'estensione di queste azioni repressive a più soggetti sociali e politici. Questa azione, infatti, risponde ad una strategia repressiva fondata sulla prevenzione, sull'isolamento e l'annientamento di ogni spazio di conflitto e dibattito. Il motore di tutto questo non è quindi il presunto tradimento di un politico di sinistra o all'arroganza della destra, ma alla recessione economica. Una recessione economica, taciuta da gran parte del mondo politico, che causa la mancanza di spazi di mediazione e che oggi si traduce innanzitutto in maggior controllo e repressione dei movimenti sociali: il nemico di classe, non mostra solo i denti, ma morde.
Siamo una nazione in guerra, con truppe di invasione che cercano di distruggere e depredare un popolo che legittimamente si difende e resiste: basta esprimere questa semplice opinione per subire le attenzioni di polizia e magistratura…. L'irakeno si materializza anche in Italia, attraverso sensazionalistiche e reazionarie campagne repressive contro la popolazione arabo-mussulmana. A Milano gli ennesimi arresti contro "islamici" e i pesantissimi attacchi contro la moschea di viale Jenner si inseriscono in questo clima di caccia alle streghe.
La nazione italiana, quella degli industriali, della spazzatura televisiva, dell'ottusità clericale va difesa con qualunque mezzo, così per gli zelanti apparati repressivi anche la semplice manifestazione di un dissenso, come l'occupazione di uno spazio, è da considerarsi un attacco alla legittimità del potere.

Come Comitato cittadino contro il 270 e tutti i reati associativi, vogliamo denunciare questo ennesimo attacco agli spazi di agibilità politica e rilanciare la battaglia contro le leggi fasciste, per il diritto d'associazione.
Rompiamo il meccanismo di desolidarizzazione e isolamento.
La solidarietà e l'unità sono armi in nostro possesso, utilizziamole!

Per la liberazione dei compagni arrestati.

Comitato cittadino
contro il 270 e tutti i reati associativi-Bologna
[www.inventati.org/reati_associativi]


Fip via del Verrochio 12/N - BO - 20/05/2005