Introduzione al volantone distribuito al corteo di Roma del 19 marzo 2005 contro la guerra.

Campagna di denuncia e di mobilitazione contro il 270 e tutti i reati associativi

Esiste un profondo legame tra la guerra che l'imperialismo muove a popoli e Stati non disposti a prostrarsi ai suoi diktat e la sistematica repressione che la borghesia muove contro ogni forma di opposizione interna al suo potere.
La guerra in Iraq condotta dai militari italiani (congiuntamente alle forze Usa e a quelle della coalizione) e la repressione poliziesca e giudiziaria che lo Stato italiano muove contro lavoratori, proletari e compagni, sono parte di uno stesso disegno politico il cui fine è quello di preservare il potere e gli interessi della classe dominante sulle masse proletarie e popolari in casa propria e a livello internazionale.
Dietro la bandiera internazionale della "lotta al terrorismo" si cela la stretta reazionaria che cerca di piegare al dominio imperialista tutto ciò che sfugge al suo controllo od intralcia i suoi piani egemonici. Così come dietro la bandiera nazionale della riforma e della ristrutturazione dello Stato e dell'economia dell'azienda-Italia, la borghesia nostrana cerca di rafforzare la sua competitività nel mercato globale concentrando e centralizzando maggiormente il potere economico e politico nelle proprie mani.
Il contraltare di questo processo è il peggioramento, "in casa nostra", delle condizioni di vita e di lavoro per i proletari e morte e distruzione nel "cortile di casa" da parte dell'imperialismo internazionale.
Il conflitto di classe si sta riaccendendo sotto il peso di stridenti contraddizioni e per la borghesia è necessario reprimere, spesso in modo preventivo, per evitare che le lotte assumano carattere e valenza politica, per evitare che soggettività rivoluzionarie agiscano nel conflitto contribuendo a dare identità e prospettiva al movimento di classe.
Se ai lavoratori in lotta non si risparmiano mazzate, denunce e persino provvedimenti disciplinari da parte delle direzioni sindacali (le vicende, per fare degli esempi, di Melfi, degli autoferrotranvieri e degli operai della Piaggio sono eloquenti) ai compagni militanti fioccano inchieste, perquisizioni, arresti e restrizioni per minare la loro agibilità politica.
E non è un caso che, simultaneamente alla repressione dello Stato, tende a riaffacciarsi il protagonismo della manovalanza e dello squadrismo fascista.
Se la repressione ed il "clima di caccia alle streghe" è il linguaggio dello Stato, bisogna impedire che riesca ad isolare e dividere coloro che ne sono colpiti dal resto del movimento proletario e di classe. La Campagna nazionale contro "il 270 e tutti i reati associativi" che abbiamo promosso vuole dare il proprio contributo in questo senso, vuole essere uno strumento di informazione, di denuncia e di mobilitazione contro la repressione dello Stato e per la solidarietà di classe.

[segue il testo della proposta politica della Campagna]



Il "Codice fascista Rocco".

Quest'anno, nel nostro paese, per il 25 Aprile ricorre il 60° anniversario della lotta di liberazione dal nazi-fascismo. Dopo la sconfitta del fascismo, l'Italia ha mantenuto, e ancora mantiene per molti aspetti, un immutato apparato giudiziario. La classe sociale al potere dall'epoca fascista ad oggi non è cambiata e detiene i privilegi e le forme di controllo e di repressione verso l'antagonismo proletario e di classe. Il Codice Rocco (all'art. 270 del Codice Penale vigente), entrato in vigore il 1° luglio del 1931 (il progetto preliminare del codice venne elaborato nel 1927), ovvero il delitto di "associazione sovversiva", serviva per tutelare il potere del fascismo contro le forze antifasciste e di opposizione al regime. Questo Codice trovava il suo precedente immediato nell'art. 4, commi 1 e 2 della legge del 25 novembre 1926 n. 2008, sulla difesa dello Stato, che puniva la ricostruzione e la partecipazione alle associazioni e ai partiti disciolti a norma delle leggi precedenti. L'art. 270 del Codice Rocco tuttora in vigore è stato attualizzato e potenziato. Oggi come allora colpisce comunisti, anarchici e chiunque si oppone al potere vigente. Contro il Codice fascista Rocco! Per continuare la lotta di Liberazione.



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