Solidarietà di classe agli antifascisti arrestati!

Indicativa è la reazione delle istituzioni borghesi (tutte) a quanto avvenuto sabato 11 marzo a Milano.
Indicativa è l'ammucchiata (da destra a 'sinistra') contro chi ha voluto impedire che la teppaglia nazi-fascista, autorizzata dallo Stato e protetta da Cc e Ps, sfilasse per il centro di Milano con i suoi lugubri simboli ed i suoi luttuosi slogans.
Indicativa è la posizione di quel centro-sinistra, tutto avviluppato nello scontro (si fa per dire) elettorale, ma sempre proteso nella sua bieca rivalutazione consolidata dei "ragazzi di Salò" (al tempo repubblichini fucilatori di partigiani: do you remember? gli allora giovinastri Almirante e Albertazzi?), che azzera il conflitto sociale e la lotta di classe fino a riproporre teorie, di memoria ghandiana, sconfitte dalla storia e dalla realtà! La Resistenza 1943-45, al riguardo, è di grande insegnamento!
Di fronte alla loro assenza (e complicità) non trovano di meglio che scagliarsi contro chi, partendo dalla propria iniziativa, non accetta quell'"antifascismo di comodo", da salotto, costruito su dibattiti televisivi della serie "volemose tutti bene".
Così per questi signori i compagni e le compagne mobilitatisi ed arrestati sono diventati i veri teppisti mentre del putridume nazi-fascista che ha inneggiato a Hitler, al duce e all'odio razziale per il centro di Milano (tra l'altro, città Medaglia d'Oro della Resistenza) non si fa neppure menzione. Mai una parola di condanna è stata spesa sugli attentati alle sedi e sulle aggressioni ai compagni e ai militanti della sinistra.

- L'antifascismo vero è quello militante, che non si delega
- Solidarietà di classe agli antifascisti arrestati
- Fuori i compagni e le compagne dalle galere

Comitato Promotore
della Campagna nazionale contro l'art. 270
e contro tutti i reati associativi

16 marzo 2006