Dopo le perquisizioni del 13 aprile: comunicato di un perquisito.

In quanto coinvolto come indagato e perquisito all'interno dell'inchiesta della DIGOS di Trieste e del sostituto procuratore di Trieste G. Milillo, ritengo doveroso far sentire anche la mia voce.

I fatti [per chi ancora non li sapesse]

Ieri (13 Aprile 2005) diversi agenti di polizia e della DIGOS si sono recati nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro di compagni a Trieste, Parma e Foggia. L'accusa è genericamente quella di associazione sovversiva (270 bis) che sempre di più colpisce diversi compagni e compagne. Il numero degli indagati, per quanto ci è dato sapere, è di 3 compagni che vivono a Trieste e dintorni più una compagna di Foggia. Nel mandato di perquisizione si fa genericamente riferimento a presunto materiale eversivo ritrovato in un paesino sperduto vicino Gorizia e del quale al momento nessuno sa nulla.

L'inchiesta sembrerebbe genericamente rivolta contro alcuni compagni di Rivoluzione e contro il sottoscritto, al fine sia di intimorire ed isolare sia di acquisire ulteriori informazioni sulle persone coinvolte e sulle loro attività. Durante le perquisizioni sono state infatti sequestrate diverse riviste, molte delle quali reperibili in diverse librerie, computer, libri e materiale cartaceo di vario genere.

Cosa è e a cosa serve il 270 bis [sempre per chi ancora non lo sapesse...;-) ]

L'articolo 270 bis venne introdotto alla fine del 1979 con il famoso decreto Cossiga; il testo è il seguente:

"Chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni che si PROPONGONO il compimento di atti di violenza con fini di eversione dell'ordine democratico è punito con la reclusione da sette a quindici anni. Chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da quattro a otto anni".

Questo reato venne introdotto per colpire con forza maggiore l'ampio movimento di lotta che si era formato negli anni 70. Con questo articolo vennero non solo aumentati gli anni di carcere, ma venne anche aggiunto il carattere preventivo. In poche parole non è necessario che gli imputati abbiano fatto qualcosa, basta che lo stato e i suoi apparati repressivi ritengano che gli imputati abbiano intenzione, in base alle loro ideologie politiche, di commettere atti volti a sovvertire il sistema politico ed economico nel quale viviamo. Questo tipo di reato è stato poi notevolmente potenziato nel 2001 con una legge approvata a larga maggioranza sia dal centro-destra che dal centro-sinistra. Nella nuova versione questo reato si estende anche a chi sia sospettato di voler sovvertire l'ordinamento di stati esteri (vedi ad esempio il processo contro il campo antimperialista e contro i compagni di un'organizzazione comunista turca che si trovavano in Italia). È stata inoltre introdotta la possibilità di confiscare i beni (economici e materiali) degli imputati.

Il carattere preventivo di questo reato fa sì che la sua applicazione sia molto ampia e che possa colpire chiunque. Negli ultimi anni, grazie anche a personaggi come il senatore dei DS Giovanni Pellegrino e a tutti i vari magistrati stile Giovagnoli di Bologna, è aumentato notevolmente il ricorso a questo capo di imputazione; cosa che ha portato a centinaia di perquisizioni ogni anno nei confronti degli attivisti del movimento.

Per lottare contro questo tipo di reati (il 270 bis fa parte di tutta una serie di reati associativi) è in corso da alcuni mesi una campagna nazionale contro i reati associativi; campagna portata avanti da un ampio fronte di soggetti appartenenti a diverse aree politiche. Questo è sicuramente uno strumento utile in quanto così come queste persecuzioni giudiziarie colpiscono i militanti collettivamente altrettanto collettiva deve essere la risposta.

Per maggiori informazioni sulla campagna nazionale in corso contro i reati associativi: http://www.inventati.org/reati_associativi/

e adesso ?

Adesso ovviamente ognuno di noi continuerà a portare avanti le proprie attività politiche che molti dei destinatari di questa mail ben conoscono. Non vedo perché una indagine ridicola come questa debba fermare o rallentare le lotte che porto avanti per migliorare il futuro mio e degli altri: dalle lotte contro il DDL Moratti alle lotte contro la precarietà in generale, a quelle per i diritti sociali e in difesa della libertà di movimento.

Sicuramente questo tipo di indagini sono anche un segnale di quanto questo sistema economico sia in crisi (speriamo che crolli il prima possibile...) e di conseguenza devono spingerci ad andare avanti collettivamente in tutte le lotte che vengono portate avanti in questi anni.

Desidero inoltre esprimere solidarietà nei confronti degli altri imputati e nei confronti di tutti quei compagni che stanno pagando con la galera la loro attività contro questo sistema che produce "miseria, terrore e morte".

Vi terrò ovviamente informati sui poco probabili sviluppi di un'inchiesta che non sembra avere né capo né coda.

P.S.: un ringraziamento a tutti quei compagni e compagne di varie città di Italia che hanno epresso solidarietà nei confronti miei e degli altri imputati.

Bruno (Trieste)