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MARTEDI' 14 MARZO
Ore 15/17 Aula 3
Facoltà di Scienze Politiche - Bologna
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Seminario: Elementi di Dominio e controllo sociale

1^ puntata:
Art. 270/Codice Penale, decreto Rocco e legislazione sui reati associativi.
Repressione ed eversione nell&Mac226;era Cofferati

Con:
- Marina Prosperi (di Giuristi Democratici)
- Un rappresentante della Campagna Nazionale contro la 270 e reati associativi

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I Seminari Autogestiti 2006

Siamo un collettivo autorganizzato della facolta di Sc.Politiche di Bologna (Collettivo Spa).
Il nostro progetto è un ciclo di seminari autogestiti da svolgere in facoltà tra il 14 marzo e il 16 maggio.

Nell'era del 3+2, l'università è sempre più relegata ad un contenitore di nozioni. L'obbiettivo non è più la fase di rielaborazione critica, la fase di ricerca sociale, l'analisi obbiettiva. Al contrario oggi l'università diventa una fabbrica, dove l'obbiettivo diventa semplicemente produrre una forza lavorativa, che sia nelle sue diverse sfaccettature e competenze, funzionale al mercato globale.
Non abbiamo più spazi e tempi per rielaborare il sapere che ci viene infuso.
Non solo, non ci viene neppure più dato lo stimolo ad avere un approcio multidimensionale allo studio: ci viene insegnato a capitalizzare il nostro tempo, tra lezioni, esami e lavori precari; e quindi a dedicare il meno possibile ai nostri interessi e evitare che i nostri flussi esperienziali si possano confrontare davvero, senza formalismi, con l'esperienza dei docenti.
Non ricevere stimoli dall'università significa anche non avere più la percezione che il nostro studio e la nostra ricerca sia apprezzata: come si può valutare la nostra conoscenza attraverso svilenti esami a crocette o tesine di laurea sempre più ridotte e ingabbiate in pochi numeri di pagina?
Riappropriazione e Autogestione: combatti la precarietà culturale!
Le mobilitazioni di questo autunno erano figlie anche di questo disagio. Di questa voglia di provare a costruire un modo diverso di fare università.
Nonostante tutti i difetti che una mobilitazione ha fisiologicamente al suo interno, gli studenti hanno costruito in quei mesi un momento di rottura.
L'espressione di una esigenza collettiva. Per dare una continuità a tutto questo bisogna riuscire ad andare oltre. Tentare di riconcepire la nostra università. Ricostruire la possibilità di socializzare un sapere critico.
Attraverso l'emergere di nuove forme di riappropriazione che riescano a scardinare il modello di sapere in pillole che ci viene quotidianamente dato.
La costruzione di seminari autogestiti vuole essere una di queste forme, dove noi studenti ci riprendiamo la possibilità di confrontarci su tematiche che troppo spesso vengono escluse dai piani didattici ufficiali. In modo diverso, in maniera orizzontale. Non con lezioni frontali dove apprendiamo passivamente le informazioni. Ma in maniera circolare, dove ogni formalismo viene abbattutto, dove si possa instaurare un sano confronto dialettico con gli altri attori dell'università e della società.

Cancella il credito!
La scelta di non associare a questi seminari nessun credito ufficiale, è per noi una scelta politica. Perchè il concetto stesso di credito, principale figlio della Riforma Zecchino, è tra le cause della frammentazione didattica dilagante, del nozionismo asfissiante. Le mobilitazioni nazionali di questo autunno colpivano anche questo aspetto della riforma: colpivano l'idea stessa di trasformare il percorso didattico in una serie di raccolta punti, dove alla fine lo studente si trova nella condizione di dare priorità a completare la raccolta, a scapito delle proprie scelte formative, soggettive ed intellettuali.
Rinunciare ad un riconoscimento di credito è per noi quindi non solo una questione di coerenza politica, ma anche un modo per evitare di sottovalutare il potenziale intellettuale degli studenti: ci piace pensare che l'interesse per i percorsi seminariali sia basato sulla validità dei temi trattati, e non sull'attrattività di qualche spicciolo di crediti da inserire nel piano didattico.

L'università da Non-Luogo a Laboratorio di Sapere Critico
Ci piace pensare che l'università possa cambiare ancora. In questi anni di smantellamento del sistema formativo in tutta Europa, sta a noi studenti riprenderci ciò che ci stanno gradualmente togliendo. Perchè solo noi abbiamo la forza per bloccare fino all'ultimo ingranaggio di questo modello.
Abbattendo così la fabbrica del modello 3+2, possiamo riconcepire l'università come Laboratorio di analisi critica e collettiva, e quindi come Luogo di messa in discussione permanente del Reale. Per questo è necessario che facciamo nostri percorsi di autogestione come quelli seminariali.
La speranza che il nostro progetto sia solo una piccola scintilla. E come ogni piccola scintilla, se si propaga, diventa fuoco. E quindi calore. Un valore aggiunto degno di nota, nella grigia e fredda università di Bologna.