GIRP - Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero
Firenze, 19 giugno 2005


INTERVENTO SULLE LOTTE AL CPT di via CORELLI - MILANO

Il 23 giugno ci sarà la prima udienza col rito ordinario a 16 dei 21 immigrati processati per essersi rivoltati allle condizioni nel CPT. Gia 5 immigrati sono stati processati col rito abbreviato e col patteggiamento sono stati condannati a 6-8 mesi, più delle stesse richieste del pm.
Nei giorni scorsi uno dei tre testimoni della difesa è stato espulso dall'Italia (come poco tempo fa a Torino due testimoni di un omicidio di un immigrato).
Dunque con lo scaldarsi delle lotte contro i CPT siamo al 2° processo politico (il primo finito con 2 condanne a 11 mesi).
La lotta di questi immigrati non è infatti per il miglioramento delle condizioni di detenzione, ma per la libertà (come una precedente esperienza torinese in cui a seguito delle lotte e dell'ingestibilità dei CPT sono stati liberati alcuni immigrati, e come anche alcune lotte nel CPT Mattei di Bologna).
Qui proponiamo un comunicato della campagna su questo processo, per difendere i contenuti e le forme della lotta contro i CPT.
I CPT assomigliano sempre di più a ver e proprie carceri, le stesse strutture progettate sulla scorsa delle carceri speciali. Cambia la gestione, che nei CPT è della Croce Rossa e della Misericordia. Del resto attualmente nelle carceri il 50-60% dei detenuti sono immigratri, ed è evidente la potenzialità in questo senso dei CPT.
La lotta contro i CPT sta funzionando ed è da sviluppare ulteriormente la solidarietà di classe in quei settori che verrebbero gestiti in funzione antiimmigrati, come i volontari dell CRI, il Personale ATM (ora molti immigrati vengono passati alla questura direttamente dai controllori ATM), i lavoratori aeroportuali (per quel che riguarda le deportazioni).
E proprio sulle deportazioni le leggi Bossi-Fini e prima la Turco-Napolitano garantiscono una grossa fetta di interessi ad Alitalia, Eurofly, Misericordia, CRI (che peraltro spallegia poi l'esercito italiano su lfronte esterno)., eccetera.
Gli immigrati a tutto ciò si sono rivoltati e questo apre la possibilità di altre lotte contro la trasformazione dei CPT in strutture pienamente carcerarie.
Per la classesono tre i punti di possibile lavoro:
- una campagna rispetto a chi gestisce i CPT;
- una campagna rispetto alle compagnie aeree e aeroportuali;
- un attacco alla Bossi-Fini non ambiguo e strumentale, ma inquadrato nel percorso della stessa, con la legge Turco-Napolitano votata anche da verdi e rifondazione e l'istituzione dei CPT targata centro"sinistra", che anche in futuro gestirà gli stessi lager.
I CPT rappresentano in definitiva uno strumento di guerra interna, i processi alle lotte contro i CPT sono dunque processi di guerra. In questo contesto non tiene più neanche l'ideologia del "sincero democratico"; se il ciclo è rastrellamenti – CPT – deportazioni, anche se la gestione fosse "morbida", la natura del CPT non muterebbe. E su ciò dobbiamo inserirci.
I CPT sono elemento centrale anche nella strategia "antiterrorismo". Ad esempio gli immigrati assolti con la sentenza Forleo e subito dopo internati in un CPT, o in generale gli immigrati consegnati ai più svariati servizi segreti, spediti nel deserto libico, o seppelliti vivi in qualche CPT stesso.
Un elemento che verrà presto rimodellato verso un'assetto da situazione di transito veloce, così come previsto da UE e Schengen 2.
Prima che si affini questo ingranaggio dobbiamo sostenere le lotte degli immigrati. La Campagna faccia un comunicato sul processo e si spenda per iniziative pratiche al riguardo.