GIRP - Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero
Firenze, 19 giugno 2005


Intervento del Comitato d'appoggio alla resistenza del popolo palestinese (Versilia)

Sono una compagna del Comitato contro la 270 della zona della Versilia ma questo contributo è a nome del Comitato d'appoggio alla resistenza del popolo palestinese, nato in Versilia nel settembre 2004, di cui faccio parte.
Intendiamo oggi esprimere la nostra solidarietà ai prigionieri palestinesi che, con il rastrellamento da parte del governo israeliano nei territori occupati, solo durante la seconda Intifada, sono arrivati a più di 15.000!
Possiamo dire che l'intera popolazione palestinese è prigioniera a cielo aperto, dentro il vergognoso muro, tre volte più lungo e due volte più alto del muro di Berlino.
La popolazione è prigioniera all'interno dei territori occupati nel '48, nel '67; nei campi profughi dentro e fuori la terra di Palestina, nelle prigioni sioniste come in ogni carcere del mondo. Oggi, più che mai, lo stato d'Israele, persegue con sempre più forza nell'assassinio dei palestinesi fornendo all'opinione pubblica la versione degli accordi di pace, attraverso la propaganda sionista. Sappiamo quanto Israele attui un'estesa e pressante ingerenza in tutto il mondo occidentale, con un ruolo primario, nello scacchiere mediorientale.
E' evidente un salto di qualità nella repressione generale internazionale, salto dove Israele, in questo criminale percorso, rappresenta, con il sostegno degli Usa, lo Stato guida per la "controrivoluzione preventiva"; in questo percorso ogni diritto umano annullato, le regole, le leggi, degli organismi mondiali, violate al fine di un nuovo assetto mondiale, fondato sulla violenza imperialista.
Enorme è l'ingerenza politica anche nel nostro territorio, vedi i rapporti commerciali sempre più intensi e in particolare il recente accordo militare, dove la tecnologia italiana, sarà utilizzata per potenziare le capacità di attacco dei vettori nucleari israeliani; rappresenta una cooperazione al fine dello "sviluppo congiunto di un nuovo sistema di guerra elettronica altamente segreta". Su questo terreno, Israele sino ad oggi, ha cooperato solo con gli Usa e ciò indica che questo accordo, è stato preventivamente approvato dalla casa Bianca. Il nostro paese, di fatto, s'inserisce nell'alleanza quadrilaterale, Roma,Varsavia,Washington, Tel Aviv, già sperimentato nella guerra all'Iraq.
La solidarietà ai prigionieri palestinesi che oggi esprimiamo, è chiaramente parte integrante della più ampia solidarietà a tutti i prigionieri rinchiusi nelle carceri imperialiste; allo stesso tempo il problema della prigionia politica e della repressione israeliana nei confronti dei palestinesi, è parte integrante della sua più ampia collocazione internazionale nei confronti dei popoli che lottano per la liberazione dall'occupante e dallo sfruttamento imperialista. Israele è il carceriere del popolo palestinese!
I prigionieri, in condizioni di vita disumane, in varie occasioni hanno avviato lo sciopero della fame in segno di protesta. Nell'agosto 2004, 4.000 detenuti nelle prigioni di Israele, hanno avviato lo sciopero dopo il rifiuto delle autorità dello Stato ebraico di accogliere le loro richieste finalizzate ad un miglioramento delle condizioni di vita e contro i pestaggi, per l'installazione di telefoni pubblici nelle prigioni, per l'eliminazione delle frequenti e umilianti perquisizioni, la rimozione della barriera di vetro durante i colloqui con i familiari ( là dove venivano permessi), per l'assistenza medica rispetto alle medicazioni indispensabili.
All'interno delle carceri israeliane, i prigionieri palestinesi si suddividono in tre categorie:
1) prigionieri in detenzione amministrativa (per intercettazione dell'intelligence)
2) prigionieri dei territori occupati nel '48 e nel '67
3) prigionieri dell'Intifada
Nelle prigioni israeliane ci sono più di 100 donne; il numero di donne in gravidanza che non possono ricevere cure mediche, è 5 volte superiore alle cifre antecedenti il settembre 2000. Ci sono più di 400 bambini (al di sotto dei 17 anni) di cui 80, in detenzione amministrativa; l'80% di questi ha subito torture e maltrattamenti, violenze fisiche e psicologiche; il 31% è malato e più di 300 bambini soffrono di malnutrizione.
Israele è lo stato "istruttore" rispetto alle torturei: percosse, privazione del sonno, prolungate attese in piedi al freddo o sotto il sole cocente, incappucciamenti con stracci imbevuti di vomito o di urina, rumori assordanti, posizione a "banana" ( a pancia in giù con le mani legate alle caviglie ) per dirne alcune e abbiamo detto, che le visite mediche sono vietate. Israele, da sempre pratica la tortura, in particolare dopo il 1967; ogni anno vengono torturate circa 1.000 persone comprendendo donne e bambini.
Certe pratiche americane come nel carcere di Abu Ghrayb in Iraq, che hanno fatto tanto scalpore (certamente non a noi militanti, ben consapevoli di queste pratiche comuni, criminali), sono le stesse anticipate dai sionisti nelle prigioni segrete, come la prigione 1391, una prigione al riparo da ogni sguardo dove i servizi d'informazione israeliani, praticano gli atti più incivili e più feroci per far confessare, umiliare, punire (anche ad Abu Ghrayb, sappiamo che sono stati utilizzati istruttori israeliani per le torture).
Un aspetto da non sottovalutare, rispetto all'eroica resistenza del popolo palestinese, è l'avere favorito l'emergere di soldati israeliani, in particolare tra i più giovani, che si rifiutano di combattere questo popolo, pur nella consapevolezza di quello che subiranno.
Oltre alla questione dei prigionieri, riteniamo doveroso oggi, ricordare la questione dei profughi ai quali viene negato il diritto al ritorno; sono i profughi del 1948 e quelli del 1967, questi, detti anche "spostati" perché cacciati due volte dalla loro terra. Rappresenta un caso unico, nella storia dell'umanità, che milioni di deportati non riescono – dopo decenni di umiliante esilio - a tornare nelle proprie case….!
Concludendo, il nostro Comitato, come altri in tutta Italia, all'interno di coordinamenti come quello toscano, ha l'obiettivo di attuare controinformazione, sensibilizzazione e raccolta fondi, per un aiuto concreto al popolo palestinese, pronto, il giorno dopo la distruzione delle case, a ricostruirle subito. Colgo l'occasione per informare che a Viareggio, il 9 luglio prossimo, verrà organizzata una serata per la Palestina, presso il SARS (zona darsena, davanti alla piscina comunale).
Inoltre, a livello locale, il Comitato ha aderito alla mobilitazione avviata in Versilia contro il progetto di costruzione di pattugliatori, navi con altissime tecnologie, che verranno utilizzate per attuare maggiori controlli repressivi in particolare, rispetto agli immigrati.
Aggiungo anche che il Comitato, all'interno del coordinamento toscano, aderirà all'appello espresso stamani dal compagno palestinese per Jihad, per la criminale detenzione in Italia per più di 20 anni, il criminale isolamento per due anni, la criminale beffa finale dove al posto della libertà ha trovato un'altra "reclusione" presso un CPT di Roma.
Infine: stare a fianco del popolo palestinese e appoggiare la sua lotta, significa lottare contro l'oppressione e lo sfruttamento del governo sionista israeliano, significa lottare contro l'egemonia imperialista quale lotta di classe! Significa dare un aiuto concreto ad un popolo che nonostante da più di 50 anni lotti per la difesa della sua stessa sopravvivenza, manifesta in ogni occasione, durante ogni massacro subìto, la sua immensa DIGNITA', quale esempio per tutti i popoli in lotta contro la repressione imperialista.

Comitato d'appoggio alla resistenza
del popolo palestinese - Versilia