NESSUN'ASTA
SUI NOSTRI BISOGNI
Oggi
lunedì 4 marzo 2002 alle ore 15 è stato occupato
un appartamento in via del Boldrone da parte di uno studente dell’
ateneo fiorentino. L’appartamento fa parte del lotto del
patrimonio immobiliare dell’università di Firenze
che domani verrà messo all’asta.
Giovani, studenti/esse e precari/e si trovano a dover fronteggiare
le difficoltà del problema abitativo di questa città.
L’affitto di una stanza arriva fino a 400 € al mese,
e questo per la vera e propria speculazione effettuata dai privati
sul mercato immobiliare che, oltre a giovarsi del business del
turismo della vetrina rinascimentale, fanno lievitare i prezzi
lasciando sfitti numerosi immobili. Risulta evidente che la possibilità
di emancipazione dalla famiglia o quella per uno studente fuori
sede di accedere alla città e quindi esercitare il suo
diritto allo studio vengono negate dall’impossibilità
di mantenersi in maniera autonoma, dal momento che tali costi
non possono essere fronteggiati con impieghi flessibili e precari
quali quelli che l’attuale mondo del lavoro riserva in particolare
ai giovani.
L’amministrazione cittadina, da parte sua, in linea con le
politiche neoliberiste di privatizzazione e smantellamento dello
stato sociale, non produce alcuna forma di tutela per le fasce
più deboli: basti pensare alla imminente aziendalizzazione
della gestione dell’edilizia pubblica con la costituzione
della Casa s.p.a., che porterà i bisogni di cittadini/e
fiorentini/e ad essere insoddisfatti per la ricerca di profitto
del privato.
Come se non bastasse, ha ormai preso totalmente campo la politica
della svendita del patrimonio immobiliare pubblico in cui sono
coinvolti enti pubblici, l’ Azienda Sanitaria Locale, il
comune, la Regione e l’Università.
In particolare l’Ateneo fiorentino, nella continuità
della politica di gestione dei rettori che si sono susseguiti,
ricorre alla totale svendita del suo immenso patrimonio per sanare
l’impressionante debito di oltre 300 miliardi contratto negli
ultimi dieci anni di malagestione, speculazione e clienterismo
che hanno portato alla costruzione di poli universitari marginalizzati
dalla città.
Così, mentre l’Azienda Regionale per il Diritto allo
Studio fornisce 918 posti letto a fronte dei 60000 iscritti all’ateneo,
il rettore Marinelli da il via all’asta del patrimonio immobiliare
il 5 Marzo al rettorato invece di garantirne l’utilizzo a
scopo abitativo.
L’occupazione di uno degli immobili che domani saranno all’asta
è una pratica per riappropriarsi di diritti inalienabili
come quello alla casa e allo studio, è un’opposizione
politica e fisica alle dinamiche di privatizzazione e aziendalizzazione
che stanno trasformando questa città.