Viviamoci le strade, autodeterminiamo le nostre vite!

Venerdì 30 ottobre dalle ore 19.30L

Lugano, piazza Molino Nuovo

Discussione aperta sulle conseguenze delle misure repressive imposte con il pretesto dell’emergenza sanitaria.

Viviamoci le strade, autodeterminiamo le nostre vite!

In caso di pioggia l’appuntamento verrà spostato al CSOA Molino

 

A chi ha organizzato questa discussione preme innanzitutto precisare che le posizioni prese sono opposte rispetto alla deriva negazionista e complottista che sta caratterizzando il panorama di piazza in questo momento.

Non ci vogliamo confondere con tali posizioni propriamente legate alla destra populista da noi considerate funzionali all’annientamento di un’analisi approfondita e critica sulla gestione dell’emergenza sanitaria. Ci stacchiamo per cui dalla dicotomia tra negazionisti e cittadini servili pronti ad accettare qualsiasi imposizione calata dall’alto in maniera acritica.

Riteniamo al contrario che ogni persona abbia la capacità di poter gestire ed autodeterminare nella maniera che ritiene più valida la propria salute e quella dei propri cari, responsabilizzandosi sulle conseguenze che possono portare i diversi approcci.

Vorremmo piuttosto porre l’accento sulle direzioni che stanno prendendo le decisioni politiche dei vari decreti emergenziali, sulle conseguenze sociali, politiche ed ambientali che stanno portando e su come si vuole reagire rispetto ad esse.

Da queste scelte dirigenziali vendute come unica soluzione al problema pandemico per salvare le nostre vite emerge in modo evidente ciò che si vuole in realtà mantenere e potenziare e ciò che si vuole cancellare con un colpo di spugna.

Da una parte la produzione non si può fermare, le fabbriche e i posti di lavoro continuano ad essere affollati e intanto si implementa il cosiddetto “smart working” e lo “smart studing”, forme di lavoro ancora più alienanti, isolanti e classiste (p.es non tutti possiedono i mezzi per far studiare i propri figli al computer). Dall’altra la socialità e l’aggregazione vengono completamente smantellate, criminalizzate e represse con multe salate. Chi si ritrova è automaticamente irresponsabile e nemico della salute nazionale. È in corso la creazione del produttore/consumatore perfetto, che dalla propria celletta lavora in rete e spende i propri soldi ordinando dal cibo alle cianfrusaglie che il mercato della rete propone senza disturbare per strada.

NELLE FABBRICHE CI SI PUÒ RIUNIRE, NELLE PIAZZE E NEI BAR NO.

Il mantra del restate a casa e la creazione di coprifuochi da parte degli Sati è anche di per sé discriminante. Basti pensare a chi una casa non ce l’ha, a chi dalla propria casa viene sgomberato o a chi stando a casa deve viversi l’oppressione patriarcale della violenza domestica.

Nelle carceri, nei lager per migranti, nelle case anziani e in ogni luogo di concentramento, le persone rimangono comunque ammassate rischiando come se la loro vita valesse meno. Le uniche conseguenze date dalle nuove misure sono ulteriore isolamento dalle persone care, ulteriore repressione e ulteriori rischi santiari.

CI SI PUÒ PERMETTERE DI LASCIARE INDIETRO CHI NON È PRODUTTIVO O FUNZIONALE PER QUESTA SOCIETÀ, LA VITA DEGLI ESCLUSI È DI SERIE B

Per sorreggere l’aumento dello scambio di dati dovuto allo smart working e alla navigazione generalizzata di chi sta a casa si sta implementando il 5G e potenziando l’apparato tecnologico.

Crediamo che l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del cibo, elettromagnetico, il modo in cui il sistema capitalista sta distruggendo il mondo, il vivere ammassati in grandi metropoli, sia direttamente consequenziale con l’aumento dei contagi e con la debolezza del sistema immunitario.

È ORA DI RIFLETTERE SUL NOSTRO STILE DI VITA E SULLE CONSEGUENZE CHE HA SUL PIANETA E SULLA NOSTRA SALUTE

È ORA DI CONFRONTARSI E DI REAGIRE CONTRO LE DERIVE DITTATORIALI IMPOSTE CON IL PRETESTO DELL’EMERGENZA SANITARIA

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