Riceviamo e diffondiamo:

Qualche considerazione sul presidio contro lo swiss israel day

Tzipi Livni, ex tenente delle forze di occupazione israeliane, ex membro del Mossad, responsabile dell’operazione di omicidi di militanti palestinesi denominata “Collera di Dio”, ricercata per crimini di guerra e contro l’umanità per il suo ruolo in qualità di Ministra degli Esteri durante l’operazione “Piombo Fuso” (2008-2009), quando le bombe al fosforo bianco israeliane causarono oltre 1400 morti e 5000 feriti palestinesi. Rifiutata o dichiarata “non gradita” da diversi Paesi europei come il Belgio, il Regno Unito e lo Stato spagnolo.

Tzipi Livni, assassina, ospite “illustre” e di “spicco” della città di Lugano e dello Swiss Israel Day, al palazzo dei Congressi è dovuta entrare dal garage…

Con la manifestazione di oggi abbiamo voluto ribadire la nostra solidarietà con il popolo palestinese, che da 69 anni subisce l’occupazione militare israeliana. La nostra solidarietà per gli oltre 7 milioni di profughi/e palestinesi costretti/e all’esilio.

Per le 70.000 persone palestinesi senza accesso all’acqua potabile.

Per i/le 6.300 prigionieri e prigioniere palestinesi detenuti/e nelle carceri dell’ “unica democrazia del Medio Oriente”, di cui oltre 1500 hanno appena dato fine ad uno sciopero della fame vittorioso durato 40 giorni conquistando l’80% delle loro rivendicazioni, tra cui l’aumento del numero di visite dei familiari, l’installazione di telefoni pubblici nelle prigioni e la possibilità di accedere ad un maggior numero di canali televisivi in modo da tenersi informati su quanto accade al di fuori dei penitenziari. E tutto questo nel silenzio quasi totale dei media svizzeri ed internazionali, nonostante settimane di intensa mobilitazione con decine di iniziative solidali in tutto il mondo.

Per chi subisce la segregazione razzista, la deportazione, i controlli indiscriminati, lo sfruttamento e l’egemonia culturale di uno stato assassino di occupazione.

Abbiamo voluto denunciare la complicità “bipartisan” della “neutrale” svizzera e dei suoi vergognosi politici ticinesi. Uno sputo degno, nel mare di indifferenza e di silenzi conniventi con lo stato di occupazione.

Un esempio molto vicino a noi della complicità del governo elvetico con lo stato di Israele sono i droni di fabbricazione israeliana usati dalle guardie di confine per controllare la frontiera italo-svizzera, al fine di impedire a persone migranti in fuga da guerre e povertà e sopravvissute alla traversata del Mediterraneo, di entrare sul territorio elvetico. Droni testati dall’esercito israeliano sulla pelle dei/delle palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, come tutte le armi vendute dalle aziende di armamenti israeliane in tutto il mondo.

La “securizzata” città di Lugano non aveva alcun bisogno di invitare una ricercata per crimini contro l’umanità per chiarire, una volta di più, da che parte sia schierata la ‘neutrale’ Svizzera…

Il sindaco leghista di questa città, Marco Borradori, in occasione della recente visita dell’ambasciatore israeliano a Lugano, aveva già dichiarato di considerare Gerusalemme capitale dello stato israeliano! Una presa di posizione che chiarisce quale sia il concetto dei “due stati” previsto dal quel dispositivo di annichilimento definito come “processo di pace”. Uno stato nucleare colonialista, protetto da un muro, accaparratore di risorse, con capitale Gerusalemme da una parte. Il deserto di macerie e di segregazione che ne resta dall’altra.

Si tratta di un rapporto di potere manifesto, chiaro, cristallino e definito. Lascia poco spazio al sedicente “giornalismo indipendente” e al “confronto democratico”. Un rapporto di potere tra due stati, due “start up nations”. Nulla a che vedere con la presunta dichiarata “pace” dei partecipanti all’incontro. Non lasciamoci ingannare dalle belle parole di una Tzipi Livni riverita dai media ticinesi: nella neolingua dei personaggi come lei “processo di pace” significa “guadagnare tempo e andare avanti con la costruzione di insediamenti di coloni, con le demolizioni di case palestinesi a Gerusalemme e in Cisgiordania e con l’assedio della Striscia di Gaza”, in quella che viene definita la “politica del fatto compiuto”, per continuare in modo più discreto ma non meno orribile la pulizia etnica della Palestina iniziata nel 1948.

Abbiamo visto e contestato i vari Gobbi, Borradori, Quadri, Pantani e compagnia bella, fautori della politica xenofoba e neofascista di Lugano e del Ticino, a braccetto con i sionisti. Tra i presenti anche il sindaco socialista di Bellinzona, Mario Branda, con i liberal-liberisti Vitta, Sadis e Masoni. Con i fondamentalisti cristiani omofobi ed antiabortisti come Edo Pellegrini o il codazzo di giornalisti complici. Ovvero quando la bianca xenofobia leghista e i suoi degni complici liberal-socialisti incontrano il bianco razzismo sionista. Tutti assieme spassionatamente ad accogliere nuove opportunità di business in campo turistico, militare e securitario. Proprio mentre qui vicino si realizzano nuovi campi di internamento e detenzione per persone migranti, mentre si perfeziona la politica di respingimento e si progettano muri e mentre la stessa città di Lugano diventa “campione di sicurezza” in Svizzera. Nell’ipotetico caso Gerusalemme come Lugano campioni indiscriminati di razzismo e controllo.

Una sicurezza che noi preferiamo chiamare securizzazione. Ovvero insicurezza dalla violenza sbirresca, dall’arbitrio e dal controllo dello stato e delle sue imprese capitalistiche.

La stessa insicurezza sociale, economica ed esistenziale che vivono sulla propria pelle i profughi, i diseredati e gli esuli di Palestina e di ogni altro territorio saccheggiato da questi sorridenti assassini in giacca e cravatta!

Accogliamo la feccia colonialista israeliana come si merita – Ricacciamo tutti i loro complici razzisti, leghisti e neofascisti nelle fogne per sempre!

Viva Palestina. Viva l’Intifada!

In solidarietà con i prigionieri e le prigioniere palestinesi!

In solidarietà con tutte le persone migranti!

Contro ogni muro ed ogni razzismo!

Nemiche e nemici di ogni frontiera

Swiss Israel Day 2017: nessun brindisi per l’Apartheid!

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