Raccolta di messaggi solidali

Raccolta inevitabilmente incompleta di prese di posizione solidali. Invia il tuo messaggio a molino@inventati.org


 

UN PENSIERO DI SOLIDARIETÀ

In chiusura di ORME Festival abbiamo voluto dedicare un pensiero di solidarietà al CSOA Il Molino, sgomberato e demolito la notte tra sabato e domenica. Questo perché crediamo che la cultura si faccia costruendo, immaginando alternative, aprendosi a nuove possibilità, in maniera propositiva. E non demolendo gli spazi e chiudendo la strada al dialogo e alla diversità.
Festival Orme / Teatro Danzabile

Addio Lugano Bella

Sono scioccata davanti a tanta violenza! No, io non ci credo che la demolizione non era in programma, oltretutto in piena notte. Condanno lo sgombero e la demolizione.
Hanno distrutto un contenitore di idee solidali, aperte e alternative, ma le idee rimangono e si faranno ancora più forti. Siamo in tant* a volere che queste continuino ad essere difese e portate avanti.
Lisa Boscolo

Casa del Popolo Giulianova

Raccolta di messaggi solidali 8

Giorno 5

Dall’abominevole azione delle ruspe sono passati cinque giorni, veloci come ogni settimana nelle loro incombenze quotidiane, ma che a molti di noi sembrano una bolla temporale: una bolla di assurdità, di sospensione delle normali regole del vivere sociale, una bolla di omertà e incoerenza istituzionale.

Come dopo ogni evento traumatico, e benché sospeso nella bolla, il tempo compie il suo lavoro, la rabbia accecante scema e accanto allo sdegno e al dolore resta la lucida razionalità. Essa ci permette di leggere le righe pubblicate, ma anche di leggere tra le righe, di vedere gli spazi lasciati vuoti e quelli fintamente riempiti: chi ha messo in piedi, condotto e giustificato l’operazione di demolizione del Macello non ha saputo esprimere una sillaba di comprensione, scusa, concessione, autocritica, spiegazione qualsivoglia, non ha saputo in definitiva aderire, neppure a cose fatte, al proprio ruolo istituzionale. Anzi, continua ad annaspare in un mare, sempre più agitato, di scorrettezze, patenti bugie, mosse false, occasioni perse.

Di fronte a una tale teoria di atti illeciti o comunque di chiaroscuro, di incapacità argomentativa, di mancanza di trasparenza, si è evidentemente messa in moto la macchina giuridica, e tutti aspettiamo con ansia l’esito dell’inchiesta penale. Si è mossa pure la politica, con atti parlamentari, dichiarazioni e istanze d’intervento. Si è mossa la cittadinanza, che oltre ad aderire in massa ad una petizione lanciata lunedì (ieri, giovedì, Giorno 4, eravamo oltre le 5’600 firme) ha aderito con entusiasmo ed emozione alle iniziative di protesta promosse dallo CSOA: l’Assemblea Pubblica di lunedì sera in Piazza Manzoni ha visto qualche centinaio di persone condividere i propri pensieri, così come mercoledì sera sulle macerie del Macello moltissime sono state le voci che si sono alternate per leggere testi ed esprimere opinioni. Ieri sera è stata la volta della musica e dei balli, in Piazza della Rivolta. Pensieri, emozioni, letteratura, musica, danza: le dimostrazioni di protesta dello CSOA e di tutte le persone, più o meno vicine alla realtà dello CSOA ma che credono fermamente nella democrazia e nella giustizia, si concretizzano nell’espressione libera della Cultura. Perché la cultura è dialogo, è coesistenza, è linfa vitale, e senza di essa siamo solo animali. O ruspe. Senz’anima, né cervello.

Le proteste devono andare avanti, con il sostegno di tutti coloro che credono fermamente nella necessità di poter tornare a confrontarsi correttamente, cosa che potrà avvenire solo quando i responsabili dello scempio si assumeranno pubblicamente le proprie responsabilità: ma protesta culturale deve essere, e mai deriva violenta; manifestazione di dissenso, e mai perdita di controllo; protesta di piazza, e mai guerra di trincea. Ci vediamo sabato, alle 13.30, in Piazza della Rivolta. Magari un giorno tornerà ad essere della Riforma, ma di riforme ne devono avvenire parecchie, prima.

Nina Pusterla

Un sabato a Lugano

Questa poesia, prima la leggo e poi dico perché è sbagliata.
Si intitola “Un sabato a Lugano”.

Parlano di dialogo accendono le ruspe
fanno dichiarazioni snudano manganelli
prendono aperitivi lusingano i turisti:

                            certo sarebbe ingenuo definirli fascisti.

Accendono le ruspe sognano i carri armati
radono al suolo incrociano i loro lunghi coltelli
sorridono gentili vestono da statisti:

                            c’è forse una ragione per dire che sono fascisti?

All’imbrunire un sindaco agisce virilmente:
chiama la polizia ma lui non ne sa niente.
Ordina distruzione la cosa lo rattrista:

                            ma in fondo lui è soltanto un sindaco leghista.

Il fascismo è una voce dentro i libri di storia
non c’è nessun motivo di usare la memoria.
Un sasso sul passato basta discorsi tristi:

                            oggi non mette conto dichiararsi fascisti.

Giovani sani e forti che ballino contenti
città che sappia offrire feste divertimenti
questo il programma giusto tutti felici e artisti:

                            gaudenti spensierati non vuol dire fascisti.

Parlano di dialogo negano che le ruspe
siano state volute pensate programmate
la vita che continua non vuole complottisti:

                            e chi oserebbe adesso parlare di fascisti? 

Anarchici bastardi schifosi comunisti
feccia rossastra negri drogati: inevitabile
dovuto e democratico il loro repulisti:

                            sono dei governanti non sono fascisti.

Si fregano le mani si grattano le palle
pescano qualche oliva dicono barzellette
si vestono di bianco mangiano fritti misti

                            ma con tutta evidenza non sono fascisti.

È un poesia sbagliata perché l’ho scritta sulla scia dello sdegno e della rabbia. E non è questa la strada che io penso si debba seguire. In questi giorni, credo che tutti noi,  e voi più di me, abbiamo sentito lo sdegno e la rabbia, l’ingiustizia di cui molti hanno parlato. Ma io credo che questa sia una strada che va superata con altro, con qualcosa di positivo, quello che ho sentito in tutto le cose che abbiamo ascoltato questa sera. Sono io quello che ha detto le cose più brutte. Credo che davvero questa sia una cosa su cui riflettere per non cadere nella trappola che attende tutti noi: la rabbia e la violenza farebbero il gioco di chi, la rabbia e la violenza, le ha usate qui dietro di noi, in tutt’altro modo.

Fabio Pusterla (ascolta la registrazione)

Un sabato a Lugano – remix della poesia di Fabio Pusterla

Ma quale dialogo?

La situazione si è delineata. Abbiamo 4 municipali che si sono mossi nell’illegalità e due che si chiamano fuori con interviste e comunicati

… mostrando il peggio della politica luganese.

Un esecutivo bugiardo e manipolatorio che accampando scuse sulla sicurezza e rispetto alla legalità, ha utilizzato gli strumenti della repressione nei modi e tempi degni di quell’autoritarismo fascista che abbiamo potuto osservare in altri paesi, ma soprattutto nei diversi momenti della repressione israeliana nella striscia di Gaza!

Paragonare queste brutali modalità con gli avvenimenti di Lugano, sembrerà ai più un azzardo e un esagerazione. No, non lo è, perché al di là di simpatie o critiche alla realtà autogestita, questo municipio ha travalicato tutti i canoni di una sana amministrazione e ha utilizzato la polizia e un impresa edile come un vero braccio armato infischiandosi delle leggi e della legalità tanto osannata.

Non crediamo che ci siano precedenti in svizzera di questa portata in un centro città dove per tutta la notte un quartiere è stato militarizzato e tenuto in ostaggio.

Polizia arrogante e grezza si aggirava e a comando produceva azioni di contrasto a ignari cittadini e tutto questo per cosa? Per una sicurezza di chi, per chi ?

Il giorno dopo, assistiamo alla farsa, ai biechi piagnistei e a confuse e reiterate affermazioni sulla dinamica, sullo scarica barile, sulle presunte responsabilità… un teatrino indegno dove i media ( alcuni)  per una volta non hanno cavalcato la narrazione di un sindaco e di una municipale completamente lontani dalla realtà, ma che hanno cercato più volte delle risposte sensate.

La farsa delle farse, è il proclamare che si vuole dialogare. Con chi? A che pro? Con quali presupposti? Prima le botte ( 8 marzo), la infangante compagna di demonizzazione e il conseguente condizionamento dell’opinione pubblica con una narrazione falsa, poi le ruspe …davvero dei presupposti sinceri e disinteressati !

La municipale era stata ben consigliata che i tempi di dialogo e interazione con il CSOA si sarebbero potuti attuare con piccoli passi e segnali di buona volontà, che le manifestazioni di piazza, i cortei sono forme di diritto civico libere di essere indette e perpetrate anche senza un controllo di un autorità proprio perché la si vuole contrastare  e denunciare l’abusivismo imperante e autoritario!

Ma lei testarda e convinta di appartenere ad un ordine superiore, assieme al suo amico di merende, hanno voluto profilarsi come il nuovo che avanza e hanno preteso di essere ascoltati da un ignara assemblea! Per loro quell’atto sarebbe bastato a cancellare decenni di prese in giro e di promesse mai mantenute, in cinque minuti pensavano di avere risolto la seccatura , il problema storico.

Si sono posti in modo “proattivo” – un mantra delle ultime ore- e malgrado una colorita e gioiosa manifestazione, già tramavano e scalpitavano in attesa di un piccolo passo falso per scatenare la loro ira e furore forcaiolo con il bene placido dei fans del mondo popolar leghista e udc!

Già, quella lega che nata dall’illegalità, ora abbandona addirittura i banchi del gran consiglio perché vorrebbe una dura presa di posizione contro le manifestazioni di protesta come se fosse una povera verginella.

Ora, l’assemblea è in piazza, con i suoi colori ed emozioni e protrarrà le sue azioni e presenza per molto tempo!

La città si dovrà confrontare con una presenza ingombrante nel pieno delle fasi di rientro dalla pandemia con esercizi e attività che tentano una ripresa.

Se il dialogo era per certi versi auspicabile ora tutto è mutato e vanno ridefinite le regole d’ingaggio, le condizioni di rientro se si vorrà un vero dialogo costruttivo affinché di possa dare finalmente diritto di cittadinanza ad una realtà alternativa!

Forse dovremmo chiederci come, da una parte sostenere l’autogestione e dall’altra chiedere perché no, le dimissioni del sindaco e della municipale se non addirittura di tutto l’esecutivo, sarà questo il passo per uscire dall’impasse? O basterà offrire il vecchio depuratore della Stampa?

Bruno Brughera, Portavoce AIDA

 

Solidarietà dallo Spazio Autogestito Zielona Gora di Berlin

Raccolta di messaggi solidali 2

 

Una rosa fra le macerie

Poche settimane fa eravamo agli Swiss Press Awards presso il Medien Zentrum di Palazzo Federale, il tempio delle istituzioni svizzere. In vent’anni di carriera, è stato per noi sicuramente uno dei momenti più importanti. Ed è proprio per questo che cerchiamo di non dimenticare tutta la strada che abbiamo dovuto fare per arrivare fin lì.
Diciotto anni e mezzo fa eravamo alle prese con le registrazioni del nostro primo disco di 5 canzoni e in Ticino eravamo totalmente sconosciuti. Qualcuno però, attento alla scena musicale locale, aveva già sentito parlare di noi. Erano i ragazzi del Molino. Avevano da poco occupato un nuovo spazio e ci avevano dato la possibilità di suonare dal vivo. Ai tempi per noi non era scontato trovare un locale che ci facesse suonare. Faceva freddissimo all’interno dell’ex-Macello, e forse per questo la gente ballava e cantava: semplicemente si riscaldava. È stato bellissimo.
Da lì in poi abbiamo suonato in molti altri centri sociali svizzeri come il Wärchhof, il KuZeB, Kufa, Treibhaus, Piccadilly Jugendkulturhaus, Wagenplatz, Kulturpunkt Arlen, La Colonia, Gaswerk, Tommasini, Merkker, Graffiti, Dynamo Kulturzentrum, Kulturzentrum Schützi, Kulturwerk, Royal Kulturhaus, eccetera… Un’infinità, senza contare i circoli Arci in Italia e qualche centro culturale in Germania.
Fa male vedere solo macerie, perché è anche grazie a realtà come queste che si promuove la cultura e la musica svizzera.
The VadVuc

DA SARONNO A LUGANO

Difendiamo l’autogestione, il Molino non si tocca!

L’autogestione non si cancella!

L’auto gestione non si cancella! La lotta continua e attacchi di questo tipo non possono che rafforzarla!
Siamo vicini e solidali! Le rovine non ci hanno mai fatto paura perché portiamo un mondo nuovo nei nostri cuori!

Con un abbraccio solidale a tutte le compagne e i compagni dalle compagne e dai compagni della Federazione Anarchica e dell’Ateneo libertario di Milano

We are with you in these times!

Tanti Saluti da Witzenhausen

Il PS Lugano e il PS Ticino condannano lo sgombero dell’ex Macello di Lugano

Il PS Lugano e il PS Ticino condannano lo sgombero dell’ex Macello di Lugano, sede degli autogestiti, come pure l’azione affrettata di sgombero della polizia in atto presso l’ex Istituto Vanoni.
Dopo una manifestazione a sostegno dei “molinari” nel pomeriggio, che pur non essendo autorizzata si è svolta senza incidenti, nel tardo pomeriggio alcune decine di partecipanti hanno occupato lo stabile dell’ex Istituto Vanoni, stabile vuoto da alcuni anni. Pur non avendo verosimilmente alcuna richiesta giuridicamente valida in tal senso da parte del proprietario dell’ex Vanoni, la polizia ha immediatamente circondato l’edificio, per impedire l’uscita dei manifestanti e ha poi deciso di sgomberare l’edificio privato. Siamo in un clima politico surreale che misconosce le realtà culturali alternative e calpesta il principio della proporzionalità delle azioni in questo ambito, al contrario di quanto avviene nelle città svizzere. Un agire foriero di scontri e violenza. Il PS auspica che a Lugano si riapra una fase di dialogo con le realtà autogestite grazie all’intervento di una mediazione del Governo cantonale.
Raoul Ghisletta, presidente PS Lugano 
Laura Riget e Fabrizio Sirica, copresidenti PS Ticino

SOLIDARIETÀ VERSO IL MOLINO DA GINEVRA

Raccolta di messaggi solidali 5

*Ma*

Macello preso alla lettera

Macello al Macello e

Malcelato imbarazzo di
Marco Borradori che attacca i

Manifestanti con la ruspa

Ma non sa dire bene se questa

Magagna l’abbiano decisa lui e consorti oppure la

Madama, nonché Polizia rinforzata.

Maldestra anche la neo eletta che con

Malcelata stizza giustifica il suo primo colpo di

Mano alla democrazia affermando che

Mal intenzionati Molinari hanno provocato la necessità delle

Macerie, la distruzione.

Mattoni che raccontavano storie ridotti al silenzio,

Massacro di memorie e la solfa, i soliti

Mantra dei cattivi con catene e spray, da castigare da

Mandare alla Stampa, da

Maneggiare con cura come “potenzialmente pericolosi”.

Mandano qui anche poliziotti romandi. Che

Malinconia, vedere la speranza che si sbriciola, la
Macchia che oscura la possibilità delle parole.

Macché, c’è ancora qualcuno che continua a dire

Malauguratamente: “Fatti e non parole”

Ma se avessero pensato meglio alle parole

Magari non saremmo qui con in mano le

Macerie.

Mah!

  • Paolo*

Tenete duro!Raccolta di messaggi solidali 1

Jah — Militanza Grafica

Possono togliervi uno stabile, ma mai l’anima!

Cari Molinari, le righe che seguono sono l’espressione della mia profonda ammirazione nei vostri confronti e della solidarietà in questo momento delicato e triste, che però mi auguro vi darà la forza di rialzarvi. Se lo ritenete opportuno, potete leggere il mio messaggio durante la manifestazione di stasera, ma per una questione di sicurezza preferirei restare anonima.

Sono una donna che ha sopravvissuto l’assedio di Sarajevo e la guerra fratricida in Bosnia, e posso toccare con la mano i vostri sentimenti in questi giorni difficili. Hanno distrutto la vostra casa, hanno distrutto la vostra biblioteca, con le ruspe hanno annientato anni di cultura e le tracce delle vite umane…ma non hanno distrutto la vostra storia!!!! La distruzione è anche la rinascita e voi, come Fenice, potrete rinascere dalle ceneri ancora più forti e ancora più consapevoli del senso nobile della vostra esistenza.

Nel lontano 1992 nella mia patria hanno tentato di distruggere la nostra fratellanza, hanno tentato di distruggere il bene che c’era (e c’è!) fra di noi.

Con le bombe, con i cechini, uccidendo i nostri bambini e stuprando le nostre donne, togliendoci l’acqua, il cibo, l’aria, la vita…!!!!

“Hanno tentato”, dico, ma non sono riusciti! Perchè Sarajevo è nata nella sua nuova veste, tutta bianca di innocenza e rossa di furore!

Non mollate mai, non smettete mai di credere in quello che fate!

Possono togliervi uno stabile, ma mai l’anima!

Rinascerete!

Vestiti di bianco innocenza e di rosso furore!

Vi mando in allegato la foto di biblioteca nazionale di Sarajevo (Vijecnica) costruita nel XIX secolo e quasi rasa al suolo dalle granate serbe durante i primi mesi dell’assedio di Sarajevo. Andarono distrutti 1.5 milioni di volumi e più di 155.000 libri rari e manoscritti. Era il luogo in cui, appena nata, mia mamma mi allattava mentre preparava la sua tesi di laurea. Era il luogo sacro della sapere e della cultura, un po’ come il vostro Molino, e per questo il vostro dolore è anche il mio. Ma ricordiamoci che l’ignoranza e l’odio HANNO PAURA del SAPERE!

Un abbraccio solidale! ZGT

Collettivo Resistiamo: Non cancellerete l’autogestione con le ruspe!

Siamo esterrefatti dalla dimensione e dalla violenza dell’intervento repressivo e avviliti per la fine brutale di questo ciclo di storia dell’autogestione a Lugano. Invitiamo a raccogliere i cocci e a riprendere un improbabile dialogo: dal disastro può anche nascere qualcosa di nuovo.
Nel clima di tesa contrapposizione che caratterizza da tempo la vicenda dell’autogestione a Lugano, l’improvvisa occupazione avvenuta in coda alla manifestazione può essere considerata avventata e provocatoria. Ciò detto, sconcerta la sproporzione di mezzi e provvedimenti messa in campo dal Municipio: prima con dispiegamento di polizia impressionante rispetto alla situazione (l’occupazione temporanea di un edificio disabitato da parte di un numero ridotto di persone) e poi con la scioccante demolizione di una parte ell’ex Macello (una parte del complesso non soggetta a vincoli di protezione ma che rappresenta il simbolo di questi lunghi anni di presenza del centro sociale a Lugano).
Evidentemente il Municipio aveva già immaginato e pianificato questo scenario, questo esito: una demolizione non si improvvisa in due ore. Un gesto, quello della demolizione, che concretizza la volontà di fare “tabula rasa”, di cancellare con le ruspe una presenza che di fatto è parte integrante della realtà urbana.
La pesantezza dell’intervento, anche per la sua natura programmata, finisce per togliere credibilità alle proposte di trattativa lanciate in extremis nei giorni scorsi da parte dell’esecutivo. Le scelte messe in atto non faranno che produrre frustrazione, esasperazione, rabbia: un clima funzionale a chi vuole esacerbare lo scontro.

Solidarietà da Napoli

LA VAMPA – Casa Femminista Okupa

Raccolta di messaggi solidali 9

Brigata volontaria Gianni Rodari

Siamo complicə e solidalə a* compagnə del Centro Sociale Occupato e Autogestito Il Molino di Lugano.

Brigata Volontaria “Gianni Rodari” sta a fianco di chi sceglie l’occupazione e l’autogestione, resistendo in difesa degli spazi liberati dall’oppressione capitalista che limita e vìola l’individualità propria di ciascunə a favore di un consumismo sfrenato.

Come singoli individui e come Brigata Volontaria, sosteniamo la rivendicazione di avere un punto di aggregazione e di ritrovo in cui potere organizzare attività politico-sociali, eventi culturali e feste, e ci opponiamo alla repressione dello stato che usa la forza armata della polizia per sgomberare e distruggere realtà come CSOA Il Molino.

La solidarietà non ha frontiere !

Sonnestube – Eravamo tutti presenti

Eravamo tutte e tutti presenti la notte tra sabato 29 e domenica 30 maggio. Non è facile descrivere i sentimenti che abbiamo provato davanti a tale manifestazione di violenza. Lo sgombero del centro sociale CS()A il Molino e la successiva distruzione illegale di una parte dello stabile è per il nostro collettivo Sonnenstube una scioccante dimostrazione della volontà di cancellazione di uno dei simboli storici della contro-cultura ticinese. Il Molino è stato, ed è, catalizzatore delle esperienze personali, artistiche, politiche, sociali e culturali che danno la possibilità a molte artiste e artisti di iniziare a lavorare e sviluppare un approccio critico alla propria produzione artistica.

L’abuso di potere messo in atto da una parte del Municipio della Città di Lugano si iscrive perfettamente nella traiettoria di deriva autoritaria che coinvolge tutte e tutti, e che viviamo come un attacco alla cultura su tutti i fronti. Uno dei sintomi di questa repressione, che tocca personalmente anche le professioniste e i professionisti dell’arte, è la mancanza di apertura, se non l’ostruzionismo, nei confronti di realtà e di proposte culturali e sociali indipendenti, figlia di una logica di appiattimento, omologazione e controllo.

La situazione attuale ci commuove e ci spinge a prendere una posizione in difesa del pluralismo culturale, che ha portato il nostro collettivo a decidere di promuoverlo in maniera indipendente e volontaria. Crediamo che l’autogestione, così come le pratiche collettive, siano esperienze essenziali per favorire un clima culturale critico e sano e che vadano pertanto difese sostenute e sviluppate

Pertanto il Collettivo Sonnenstube, a seguito dei fatti avvenuti lo scorso fine settimana, ha deciso di sospendere momentaneamente la collaborazione in corso con la Città di Lugano e con la Divisione Cultura, che ha permesso durante gli scorsi due anni al nostro collettivo di valorizzare alcuni edifici pubblici in disuso ( Villa Florida, Loreto – Villa Costanza, Viganello – Torre Enderlin, Parco Tassino) utilizzandoli come spazi espositivi temporanei. Oggi, davanti a un cumulo di macerie, usufruire di spazi pubblici inutilizzati assume un significato completamente diverso. Non possiamo quindi fare altro che tornare a organizzare le nostre esposizioni al di fuori di questi luoghi.

Con una ferita nel cuore, chiediamo che il Municipio faccia chiarimento sulla politica culturale che intende intraprendere per permettere a tutte e tutti noi di poter lavorare in un clima culturale sano. Ci auguriamo che la situazione possa solo migliorare e che la violenza e l’oppressione messe in atto nei confronti delle cittadine e dei cittadini non si ripresentino più.

Amiche, amici vi invitiamo a prendere parte alla manifestazione di sabato 5 giugno 2021.

Siate il bel tempo ☼
Collettivo Sonnenstube

Sonnenstube – http://www.diesonnenstube.ch/

Sonnenstube è un collettivo e associazione non profit che lavora per offrire alla scena artistica ticinese e Svizzera una programmazione annuale dedicata all’arte contemporanea emergente. Dal 2013 Sonnenstube è attivo per la promozione e la divulgazione delle pratiche artistiche visive. Dal 2020, dopo essere stato ospite per un anno dell’edificio e spazio indipendente Morel, Sonnenstube ha lavorato in collaborazione con il Dicastero Cultura e Eventi della Città di Lugano per portare la sua sua programmazione espositiva itinerante all’interno dei luoghi abbandonati della Città.

30 maggio 2021 – Non cancellerete l’autogestione con le ruspe! – Verdi e FA – Lugano e AIDA

Siamo esterrefatti dalla dimensione e dalla violenza dell’intervento repressivo e avviliti per la fine brutale di questo ciclo di storia dell’autogestione a Lugano. Invitiamo a raccogliere i cocci e a riprendere un improbabile dialogo: dal disastro può anche nascere qualcosa di nuovo.

Nel clima di tesa contrapposizione che caratterizza da tempo la vicenda dell’autogestione a Lugano, l’improvvisa occupazione avvenuta in coda alla manifestazione può essere considerata avventata e provocatoria. Ciò detto, sconcerta la sproporzione di mezzi e provvedimenti messa in campo dal Municipio: prima con dispiegamento di polizia impressionante rispetto alla situazione (l’occupazione temporanea di un edificio disabitato da parte di un numero ridotto di persone) e poi con la scioccante demolizione di una parte ell’ex Macello (una parte del complesso non soggetta a vincoli di protezione ma che rappresenta il simbolo di questi lunghi anni di presenza del centro sociale a Lugano).

Evidentemente il Municipio aveva già immaginato e pianificato questo scenario, questo esito: una demolizione non si improvvisa in due ore. Un gesto, quello della demolizione, che concretizza la volontà di fare “tabula rasa”, di cancellare con le ruspe una presenza che di fatto è parte integrante della realtà urbana.

La pesantezza dell’intervento, anche per la sua natura programmata, finisce per togliere credibilità alle proposte di trattativa lanciate in extremis nei giorni scorsi da parte dell’esecutivo. Le scelte messe in atto non faranno che produrre frustrazione, esasperazione, rabbia: un clima funzionale a chi vuole esacerbare lo scontro.

Solidarietà da Losanna per il CSOA Molino

Raccolta di messaggi solidali 6

SOLIDARIETÀ AL CSOA MOLINO DALLA CASA DELLA LETTERATURA E DA MOLTEPLICI ISTITUZIONI CULTURALI

La Casa della Letteratura per la Svizzera italiana ha assistito con sgomento e viva preoccupazione alla violenza di cui è stata vittima un’altra Casa della cultura, la comunità CSOA Il Molino di Lugano, demolita nel corso di un’operazione di polizia nella notte del 29 maggio. Presso il Molino, sono nate o per molto anni si sono svolte molteplici manifestazioni culturali, letterarie, musicali, cinematografiche, politiche, di non secondaria importanza sulla scena luganese e svizzero-italiana (il Ticino Poetry Slam nel 2013/14; il Morel, il Fiaska, il Casotto e molte esperienze di teatro sperimentale)

Il medesimo sgomento e preoccupazione sono manifestati anche da ChiassoLetteraria, il Ticino Poetry Slam, il Festival di letteratura per ragazzi Storie Controvento, l’Ads (Autrici ed Autori della Svizzera), l’ASSI (Associazione Svizzera degli Scrittori di lingua Italiana) e dal Comitato organizzativo di Luminanza. Reattore per la drammaturgia contemporanea svizzera di lingua italiana.

La sproporzione nell’uso della forza, il gesto di intolleranza e di spregio che l’hanno resa possibile, la violazione delle fondamentali norme etiche e democratiche: tutto questo e molto altro ancora non può che preoccupare gravemente chi ha sempre posto l’idea della coabitazione e della mediazione culturale al centro del proprio progetto.

Le ruspe che hanno abbattuto una parte del Molino hanno colpito, oltre a una comunità degna di rispetto, un simbolo importante, un’idea di cultura alternativa ventennale che merita ascolto, attenzione e accoglienza. La demolizione avvenuta con il favore delle tenebre, evidentemente orchestrata in segreto, è a sua volta un gesto, oltre che materiale, simbolico, il cui significato è profondamente inquietante.

Per questo noi tutti esprimiamo solidarietà alla comunità CSOA, deplorando quanto accaduto e sperando vivamente che un vero dialogo possa nonostante tutto essere instaurato, proprio a partire da quelle macerie, per trovare finalmente una soluzione dignitosa e definitiva a un problema che avrebbe potuto e dovuto essere risolto da molto tempo, civilmente.

La letteratura, a cui la nostre Case sono istituzioni dedicate, rappresentano una tensione ideale «nemica di ciascun crudele», come recita un verso splendido di Giorgio Orelli, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita.
È con questo spirito, nel rifiuto di ogni crudeltà, che invitiamo tutti a fermarsi e a riflettere su ciò che è stato. Una pericolosa deriva può ancora essere arrestata, se alla violenza e alla rabbia si potrà rispondere con la parola e con il pensiero, con la comprensione e con la tolleranza.

Fabiano Alborghetti, Presidente
Casa della Letteratura per la Svizzera italiana
con l’avvallo del comitato di direzione e la commissione di programmazione

Co-firmatari:
ChiassoLetteraria, Festival Internazionale di Letteratura
Ticino Poetry Slam
Festival di letteratura per ragazzi Storie Controvento
Ads (Autrici ed Autori della Svizzera)
ASSI (Associazione Svizzera degli Scrittori di lingua Italiana)
Luminanza. Reattore per la drammaturgia contemporanea svizzera di lingua italiana

Una petizione per il Molino

Un gruppo di persone vicine all’autogestione ha lanciato questa raccolta di firme online.

Sabato, a notte inoltrata, la città di Borradori ha rotto gli indugi e ha vigliaccamente posto fine all’esistenza dell’ex Macello, facendo intervenire dapprima un ampio dispositivo di polizia e in seguito le ruspe e altri mezzi al fine di demolire la struttura. Tutto questo avveniva mentre frange violente di estrema destra giravano indisturbate per la città. È questo il clima che vogliamo a Lugano? I/Le firmatari/e di questa petizione non ci stanno ed esprimono il loro supporto in favore dell’autogestione luganese.

https://www.inventati.org/molino/wp-content/uploads/2021/06/raccolta-di-messaggi-solidali-3.jpghttps://www.inventati.org/molino/wp-content/uploads/2021/06/raccolta-di-messaggi-solidali-3-150x150.jpgAll'esterno del MolinoIn evidenzaMolino in RivoltaRaccolta inevitabilmente incompleta di prese di posizione solidali. Invia il tuo messaggio a molino@inventati.org   UN PENSIERO DI SOLIDARIETÀ In chiusura di ORME Festival abbiamo voluto dedicare un pensiero di solidarietà al CSOA Il Molino, sgomberato e demolito la notte tra sabato e domenica. Questo perché crediamo che la cultura si faccia costruendo,...MOLINO.NOBLOGS.ORG (NUOVO SITO)

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Contatto telefonico
+41(0)91 942 12 21

Per info generali:
CS()A il Molino
Viale Cassarate 8
6900 Lugano (Ch)

molino@inventati.org


1 Commento

  1. Ieri il Molino ha dato a Lugano, al Ticino, alla Svizzera intera una lezione di civiltà come da tempo non se ne vedevano.
    Avete tappato la bocca a chi vi accusava di violenza, trascuratezza, illegalità.
    Avete raccolto intorno a voi migliaia di persone determinate a difendere con le armi della Democrazia e della Costituzione il diritto a esprimere e vivere liberamente e pacificamente la Diversità dell’Essere Umano.
    Coloro che hanno vergognosamente calpestato la Legge – dopo essersi arrogati arbitrariamente per anni il titolo di difensori della stessa – dovranno affrontare adesso le loro responsabilità.
    Grazie per la grande esperienza che abbiamo vissuto! Che essa continui e viva. Che sopra le macerie e le lacrime nascano finalmente i fiori del Dialogo e della Convivenza!

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