A tingere di colore, soprattutto rosso, l’ambiente, ci hanno pensato le varie bandiere dei sindacati, della defunta Unione Sovietica e di Che Guevara. In sottofondo, per completare il tutto, qualche brano etnico e alcune canzoni di Fabrizio De André. « In questo giorno di lotta » , come sottolineato dagli organizzatori, si è scesi in piazza per combattere contro la precarizzazione che mina la società. Un fenomeno che colpisce non più solamente il mondo del lavoro ma anche gli altri ambiti dell’esistenza. E questi campi ( sapere, percepire, fare, potere, avere, stare e andare) messi in pericolo – secondo i promotori del corteo – dal sistema neo liberista, sono stati rappresentati graficamente attraverso i chakra: nella tradizione induista i centri della vita presenti nell’essere umano. Come ha sottolineato Pepi, tra gli organizzatori della giornata, « con la creazione di questo nuovo coordinamento si spera di poter lanciare un messaggio di allarme per la situazione attuale, particolarmente disastrosa: non solo a livello economico, ma anche sociale. Per noi – continua la nostra interlocutrice – era importante mostrare un’unità di base tra i gruppi che quotidianamente lottano in ambiti diversi, ma che oggi si ritrovano assieme per evidenziare il proprio no nei confronti della società odierna. Essa tende principalmente a massimizzare il profitto, a scavalcare la dignità delle persone, a dominare gli altri » .
Nemmeno Lugano viene risparmiata dalle critiche, in quanto « città- vetrina per i businessmen.
Contano di più i turisti e gli affari e non le persone che ci vivono e vogliono fare e costruire in maniera diversa » .
Le istituzioni inoltre, in questo panorama ritenuto piuttosto tetro e desolante di decadenza capitalista, non riuscirebbero più a rappresentare la volontà popolare: « Stiamo osservando – prosegue Pepi – un vuoto delle istituzioni che non ‘ incarnano’ più il pensiero della maggioranza della gente. È quella che viene chiamata ‘ crisi delle forme di rappresentanza’: un fenomeno che è tutt’altro che passeggero, anzi, è un problema di fondo » .
‘ Armati’ di striscioni e cartelloni ( alcuni dei quali riportavano le immagini di Gabriele Gendotti e di Marina Masoni), i manifestanti si sono messi in marcia. Il corteo, piuttosto affollato, è passato sul lungolago e davanti al Casinò di Lugano. Da lì la sfilata ha poi “ imboccato” viale Carlo Cattaneo sino all’altezza del Liceo per continuare il proprio tragitto lungo il Cassarate ed arrivare in Piazza Molino Nuovo.
Alla fine i manifestanti – erano circa 500 – sono rientrati, per così dire, alla base, ovvero nella sede del Centro sociale all’ex­ macello cittadino. A conclusione della giornata è stato offerto un aperitivo musicale. M. DRI

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