Corriere del Ticino – «Rabbia e tristezza» al Maglio
Arriva puntuale, allindomani della decisione (o della minaccia o della prospettiva: in realtà non si sa ancora bene di che cosa si tratta) di sgombero del Maglio di Canobbio, la duplice replica degli autonomi: un comunicato stampa e la convocazione di una conferenza stampa per domani pomeriggio, sabato, alle 14,30.
Ma il comunicato stampa esprime già benissimo i sentimenti dei giovani che si riconoscono nellassemblea del «C. S. O. A il Molino» (la sigla sta per «Centro sociale occupato autogestito»),i quali prendono atto «con tristezza e rabbia dellintenzione del Consiglio di Stato di sgomberare con la forza lattuale sede del Molino, che da anni rappresenta un punto di riferimento sociale e culturale per lintero Cantone» .
Che cosa rispondono gli autonomi allaccusa di disubbidienza ( in pratica: non la smettono con i concerti la sera tardi e con gli schiamazzi notturni) che sarebbe alla base del giro di vite prospettato dal governo? Dicono che unimposizione di questo genere «equivale ad un ordine di chiusura e che pertanto il Csoa non ha applicato» e pur tuttavia senza aver mai «interrotto gli sforzi per ridurre al minimo il disturbo alla popolazione di Canobbio» . Secondo gli autonomi del Molino «risulta pertanto incomprensibile la politica del silenzio e delle minacce per mezzo stampa portata avanti per mesi dal Consiglio di Stato» . Ma che cosa accadrebbe se lesperienza dellautogestione venisse interrotta con uno sgombero? I giovani del Molino «denunciano il pericolo che il Cantone riviva le stesse tensioni che hanno contraddistinto gli anni 80 in alcune città svizzere» e affermano che comunque «lautogestione in Ticino resterà una realtà con cui confrontarsi» .
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