Per quanto riguarda il valore sociale, credo che lo Stato riconosca che in una società stratificata è necessaria un´offerta di servizi diversificata. Anche qui il Molino dimostra ampiamente di avere valore grazie a margini di tolleranza maggiori rispetto alle altre realtà e strutture. È questa maggior libertà che l´utente del Molino cerca e trova.
Tutto andrebbe per il meglio, si dicono in molti, se trovare questo equilibrio non comportasse un costo politico. Infatti è impensabile che, giocando solamente nelle regole dello Stato ( economiche, amministrative…), si riescano a soddisfare le due richieste di valore aggiunto formulate sopra ( prova ne è che lo Stato tollera il Molino perché questo si occupa di cose che lui non arriva a gestire, o ci arriverebbe con un dispendio di energie eccessivo e poco fecondo). Ed è parimenti impensabile che, non giocando nelle regole dello Stato, la sua autorità, e dunque credibilità, non venga minata. Questa situazione è scomoda a molti. Allo Stato, confrontato a critiche, malcontenti e al deterioramento della sua immagine, o all´eventualità di uno sgombero che significa conflitto. Al Molino, poiché venendo attaccato, ed essendo messa in discussione la sua esistenza, deve contrattaccare rimettendo in gioco, anche lui, la sua immagine. Ai vicini del Molino ( Canobbio), che si trovano le loro abitudini modificate dalle regole della realtà alternativa. Non è vantaggio fermare l´analisi a queste considerazioni, diciamo, materiali. Esistono infatti altri elementi di valore che, credo, lo Stato sottostima, e che io definirei di valore umano. Il primo è l´impegno del Molino in temi attuali e di grande importanza per l´umanità, come la lotta alla povertà, i diritti umani, l´ecosostenibilità. Temi che vedono uno stato prospero grazie alle ricchezze e alle disgrazie altrui, destinare all´aiuto internazionale 34 centesimi ogni 100 franchi di ricchezza prodotta ( Pil). Il secondo è la novità della proposta politica del Molino. Le dittature sono troppo esposte a corruzione, clientelismi e derive. Il comunismo ha dimostrato, non tenendo in considerazione l´Uomo, di non essere una soluzione. La democrazia è una forma matura di gestione di un popolo abbastanza uniforme, ma si avvia verso il suo declino favorendo le disparità di grosse minoranze, e non riuscendo a gestire la società complessa e stratificata che ha contribuito a creare. Il capitalismo dimostra già da tempo le sue profonde contraddizioni. Le sinistre creano troppo stato e inefficienza corrotta. Le destre moderate si rivelano troppo spregiudicate. I centri sono un facile cappello per troppi interessi. Insomma, la società si trova sempre più spesso a dover intervenire sul sistema senza avere a disposizione modelli di riferimento. In questo senso il Molino ne rappresenta uno, forse l´unico a nostra disposizione, pur ammettendone la giovinezza, e la conseguente immaturità del disegno politico. Se qualcuno sorride, non pensi che le prime idee democratiche siano state accolte da una reazione diversa. L´evoluzione va avanti. È stupido quell´Uomo che pensa di potersi fermare. È illuso quell´Uomo che vuole si vada avanti come lui dice. È chiaro che riconoscere il valore umano prodotto dal Molino non migliora l´immagine dello Stato, poiché questo valore nasce proprio dai limiti dello Stato e del sistema che esso rappresenta. Ma negare questo valore sgomberando il Molino farebbe ancora più danni, poiché lo Stato dimostrerebbe di non poter assumere i compiti che il Molino abbandona. È da dire che il dare importanza a questi elementi di valore umano rende più credibile l´umanità stessa ( chi ascolta i giovani sa, per esempio, che l´Uomo viene sempre più considerato un virus sul pianeta. In pratica perde credibilità. Questo in relazione alla presa di coscienza, anche scomoda, del fatto che siamo non spettatori ma causa o concausa dei mali che anche il Molino combatte). E per quanto riguarda la credibilità dello Stato? Beh, a me basta sapere che l´umanità è credibile. Ai miei occhi lo Stato più credibile è quello che lavora per la credibilità dell´Uomo.
L´autogestione funziona? Questo sta al Molino dirlo, ed è una risposta che costa fatica. Ma forse sarebbe meglio chiedersi tutti: A che condizioni l´autogestione può funzionare e restare autentica? E quanto il Molino ci riesce? Non si pensi che vedo una collaborazione Stato- Molino per ´ creare´ autogestione. Essa è improponibile poiché il sistema politico su cui lo Stato si regge tenderebbe a strumentalizzare la cosa ai propri fini, perché è nella sua natura politica.
Questo si vede già nei motivi per i quali esso dà valore al Molino. Così facendo denaturerebbe l´oggetto che tenta di decifrare.

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