Un incontro con la popolazione a cui ha preso parte un centinaio di giovani che hanno offerto musica etnica, una castagnata, una mostra di oggetti artistici realizzati con materiali di scarto, alcuni stand con dei volantini e uno spazio per la discussione per presentare nei dettagli il progetto di centro sociale autogestito Il Molino. Una manifestazione pacifica per ribadire che l’autogestione resta un diritto da difendere, come recitavano alcuni striscioni posati in piazza, e che il movimento a cui partecipano 500 persone è vitale.
L’esperienza di Canobbio continua oggi negli spazi recuperati nell’ex macello di Lugano, dove vengono proposti appuntamenti culturali ogni fine di settimana, pasti caldi e attività ricreative diverse. L’unica cosa che manca, come molti autogestiti hanno sottolineato, è la possibilità di poter elaborare progetti a lungo termine: l’auspicio sarebbe di poter usufruire di una sede definitiva almeno per cinque anni, purtroppo per il momento l’unica data certa è la fine del mese.
Dopo un anno resta dunque molta incertezza come si evidenzia dalla petizione recentemente lanciata da Umberto Marra e Paolo Sanvido che punta a far votare i cittadini su un’ulteriore permanenza degli autogestiti all’ex macello.

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