MARCO LIBERO, LIBERI TUTTI

Da lunedì 10 maggio a venerdì 4 giugno avrà luogo il processo contro l’attivista politico per i fatti di Regensdorf (evasione con altri 5 detenuti; una guardia carceraria è uccisa dal gruppo dove non si trovava Marco) e per la sparatoria del ’89 a Brusio/GR (con unici indizi la presenza di Marco sul luogo). Una nuova celebrazione di tutti i vecchi processi, senza possibilità di lettura degli atti da parte dei testimoni, voluto dalla magistrato Claudia Wiederkehr figlia di un dirigente di una multinazionale che subì un sabotaggio da parte di Marco.
Nonostante la chiara rivendicazione politica il giudice che presiederà la corte ha già dichiarato che non si tratta di un processo politico “dimenticando” che, il contesto nel quale l’attivista antinucleare agiva, era parte di un grande movimento popolare contro le nocive politiche energetiche nazionali e non solo. Infatti la pena esemplare inflittagli dopo il sabotaggio del traliccio e della centrale nucleare doveva essere dissuasiva per tutto il movimento.

In un’inaccettabile, pericolosa situazione di condanna a qualsiasi forma di resistenza all’attuale sistema neoliberista, l’unica arma a nostra disposizione rimane quella della solidarietà internazionale.
In questo senso si è svolta sabato una manifestazione di sostegno a Zurigo, dove almeno 150 attivisti sono stati duramente repressi dall’intervento delle forze armate. Contrariamente alle dichiarazioni di polizia e dei mass media ufficiali, denunciamo l’intervento provocatorio, finalizzato probabilmente all’ulteriore schedatura e arresto di attivisti antiglobalizzazione neoliberista, durante un pacifico e rumoroso corteo di denuncia.

D’altronde non ci stupiamo! Negli ultimi anni viviamo quotidianamente una costante escalation repressiva non solo contro chi si oppone al sistema, ma anche verso coloro che rendono evidente il crollo dell’attuale società capitalista, siano essi giovani, precari, immigrati, studenti, senza casa,…
Gli sgomberi di case occupate e di centri sociali, i duri interventi durante il WEF e il G8, i processi politici, le schedature sono concrete testimonianze di una pericolosa e vergognosa svolta a destra del governo elvetico e dei rispettivi cantoni.
Domenica sera a Muralto abbiamo avuto l’ennesima prova: durante una tranquilla protesta di denuncia contro una nota catena multinazionale, la polizia è intervenuta in maniera chiaramente sproporzionata. Da sempre le proteste locarnesi contro questa catena sfruttatrice si sono svolte nella calma ma la sola, inutile, presenza massiccia di tutori della legalità ha provocato tensioni. Non era forse meglio che indirizzassero il loro intervento contro la stessa ditta imperialista alla quale, in 39 “ristoranti” su 54 controllati sono state riscontrate infrazioni alle disposizioni legali concernenti durata del lavoro e riposo?

La costante repressione non ha cambiato e non cambierà lo spirito di rivolta e il desiderio di cambiamento radicale contro questa società tecnologica sempre più autoritaria e assolutista, costruita su guerre infinite, genocidi di intere popolazioni, saccheggio criminali di territori, sfruttamento indiscriminato, inquinamento quotidiano, continue catastrofi ambientali, negazione dei diritti civili individuali, tagli alle conquiste sociali e inasprimento delle leggi migratorie.
La civiltà della morte non ci appartiene ed i padroni del mondo, forti della loro democrazia, non potranno mai contare sui nostri silenzi, né complicità, né rassegnazione.

LA RASSEGNAZIONE È IL SUICIDIO QUOTIDIANO!
SOLIDARIETÀ AGLI ARRESTATI DI ZURIGO E MURALTO
TUTTI/E AL PROCESSO – INFO AZIONI:
http://www.indymedia.ch, http://www.freecamenisch.net/
libertariamente in lotta C.S.A. il Molino

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