Firmato l'accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori interinali

Sulla flessibilità e la precarietà ritrovata l'unità sindacale

Mentre la CGIL rompe con CISL e UIL sulla sospensione dell’art.18 prevista dal “Patto per l’Italia”, nello stesso tempo firma con CISL, UIL e CONFINTERIM l’accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori interinali.

“Le novità più significative introdotte riguardano soprattutto il nuovo modello di rappresentanza sindacale, l'istituzione di commissioni per la conciliazione delle controversie e l'arbitrato in sede sindacale” (Il sole 24 ore, 10/07/2002).
“Il sole 24 ore”, cioè la voce della Confindustria esulta. E lo stesso entusiasmo mostra il presidente di Confinterim: «È un buon segno che sul più emblematico dei rapporti di lavoro flessibile come quello interinale - commenta Enzo Mattina, presidente di Confinterim - sia stato possibile concludere un contratto che ha visto l' impegno delle tre grandi organizzazioni sindacali in un momento in cui i loro rapporti sono tutt' altro che idilliaci. Il contratto fa giustizia- continua - di molte letture distorte del lavoro temporaneo, ed è la risposta migliore anche ad autorevole editorialisti che alla stregua delle frange più estreme del movimento no global hanno azzardato similitudini del tutto inesistenti con il caporalato e altre forme di impiego illecito dei lavoratori” (Il sole 24 ore, 10/07/2002).
Le ragioni di questa soddisfazione stanno nella conferma di alcune norme del precedente contratto (in particolare quelle che riguardano la rappresentanza sindacale) e l’introduzione di nuove norme (come l’arbitrato).
Nel vecchio contratto, firmato il 28 maggio 1998, che implementava la legge 196 del 1997 (il famigerato “Pacchetto Treu”, promosso dal Governo Prodi e appoggiato – ricordiamolo - da tutto il centro-sinistra, da Rifondazione Comunista e da tutti i sindacati confederali) erano presenti norme di questo tipo:

RAPPRESENTANZA SINDACALE

“Per quanto riguarda il delegato sindacale, che potrà essere aziendale, interaziendale o territoriale, è previsto: 1) la nomina da parte dei sindacati stipulanti… (CISL Ticino-Olona, “I giovani e il lavoro” [1])
I rappresentanti dei lavoratori non vengono scelti dai lavoratori ma nominati (non si sa sulla base di quali criteri) dalle organizzazioni sindacali; e non da tutte quelle a cui eventualmente siano iscritti i lavoratori, ma solo da quelle che firmano il contratto. Questo vuol dire che, ipoteticamente, una organizzazione sindacale può godere della maggioranza dei consensi tra i lavoratori e – in quanto critica e non firmataria del contratto, e magari proprio su questo aver conquistato il consenso dei lavoratori ! – ritrovarsi fuori dagli organismi di rappresentanza dei lavoratori stessi.
Qui CGIL-CISL-UIL non si sono riservate solo il 33% delle RSU come con il famigerato accordo del 23 luglio 1993: si sono riservate il 100% !

CONVOCAZIONE DELLE ASSEMBLEE

“Per quanto riguarda l’esercizio del diritto di assemblea è precisato che: la convocazione spetta alle Organizzazioni Sindacali stipulanti (CISL Ticino-Olona, “I giovani e il lavoro”)
Non solo i delegati sono di nomina sindacale, ma anche le assemblee possono essere convocate solo dai sindacati firmatari di contratto. Questa norma, con la precedente, sanciscono formalmente il principio secondo cui solo chi firma i contratti ha diritto alla rappresentanza sindacale. Gli altri no. In questo modo si cerca di prevenire ogni forma di organizzazione autonoma del mondo del lavoro precario. Del resto il mondo del lavoro che abbiamo ereditato dalle precedenti generazioni è stato precarizzato proprio per ottenere due obbiettivi: ridurre al minimo il salario e ridurre al minimo l’organizzazione politica e sindacale sui luoghi di lavoro.
Una brutta notizia è quella che riguarda la creazione di commissioni di conciliazione e l’introduzione di procedimenti arbitrali nelle controversie sindacali.

ARBITRATO

Una delle richieste di Cofferati rispetto alla delega sul lavoro era quella dello stralcio, oltre che della norma sulla sospensione dell’art.18 per le aziende che superano la soglia dei 15 dipendenti, anche della norma riguardante l’introduzione dell’arbitrato.
Ma se la CGIL non vuole l’arbitrato – e in effetti l’arbitrato aggira la legislazione sul lavoro e lascia al padrone (e ai sindacati confederali) mano libera persino in materia di licenziamenti - perché firma contratti che prevedono l’introduzione dell’arbitrato (come nel contratto dei lavoratori interinali, ma anche nel recente contratto del pubblico impiego) ? Possiamo fidarci di chi dice una cosa ufficialmente e poi ne fa un’altra di dietro ?
Gli interinali, per CGIL-CISL-UIL, sono lavoratori di serie B come tutti gli altri lavoratori precari e flessibili (co.co.co, lavoratori a chiamata, lavoratori delle cooperative…). Ma noi non possiamo lottare per mantenere i diritti di alcune fasce di lavoro e nello stesso tempo abbandonare altre fasce (specialmente quelle più deboli). Se non c’è solidarietà di classe non c’è lotta che tenga: abbiamo perso in partenza
(fine).