Scioperi in aumento del 600% nei primi mesi del 2002 |
Motivo |
Gennaio |
Febbraio |
Marzo |
Aprile |
Maggio |
Rinnovo contratto lavoro |
214 |
93 |
13 |
2 |
17 |
Rivendicazioni salariali |
9 |
2 |
1 |
19 |
14 |
Rivendicazioni economiche |
193 |
153 |
323 |
22 |
31 |
Licenziamenti operai |
41 |
50 |
88 |
35 |
11 |
Solidarietà |
19 |
1 |
1 |
- |
- |
Altre cause |
119 |
144 |
164 |
19 |
7 |
Estranee a rapporto lavoro |
3.471 |
366 |
468 |
15.969 |
- |
Totale |
4.066 |
808 |
1.059 |
16.066 |
80 |
La tabella (ISTAT, dati in migliaia) mostra come nei primi mesi del 2002 le ore di sciopero siano aumentate del 600%. Per trovare un dato analogo bisogna retrocedere fino al 1994.
Ma la tabella mostra anche che l’andamento non è omogeneo e che a fiammate (come in aprile, mese dello sciopero generale) seguono periodi di stasi (come a maggio, con un dato quasi nullo). Lo sciopero è un’arma importante e deve essere usata con intelligenza tattica.
Scioperare tutti assieme (come in uno sciopero generale) è importante dal punto di vista politico, ma riporre tutte le forze in un unico appuntamento (come uno sciopero o una manifestazione) può non essere sempre la tattica più efficace per mettere in difficoltà i padroni, specialmente nell’ottica di una lotta di lungo periodo come quella che si profila contro le misure del governo. A volte, tanto per fare un esempio, possiamo immaginare forme di auto-riduzione dei ritmi, di rifiuto degli obbiettivi di qualità, di “boicottaggio”. Se prima per svolgere una mansione un operaio ci metteva 1 minuto adesso può metterci 2 minuti. Se prima la percentuale di scarti era del 10% adesso può diventare del 20%. Sono solo esempi, ma ogni lavoratore sa come far pagare al padrone o al dirigente piccoli prezzi per la sua arroganza.