GABRIEL, CONTIGO HASTA LA VICTORIA !

Domenica 28 aprile un incidente stradale ci ha strappato il nostro amato compagno Gabriel Arcuri.
In questi anni difficili Gabriel aveva sempre portato la sua esperienza maturata fin dai tempi della dittatura militare in Argentina, suo paese di origine.
Ora questa esperienza ci viene improvvisamente a mancare.
Ma anche se la perdita di Gabriel ci riempie il cuore di una immensa tristezza non ci mancherà il ricordo vivo della sua combattività, della sua irruenza, della sua generosità.
A sessant’anni Gabriel aveva ancora quell’entusiasmo che spesso solo ai giovani è concesso avere.
E noi lo ricorderemo proprio così, per il suo entusiasmo e la sua grande voglia di vivere.

Gabriel, contigo hasta la victoria !
Pietrasanta, Viareggio, Massa, 29 aprile 2002
Laboratorio Marxista

IL SALUTO A GABRIEL

Caro Gabriel
in questi giorni abbiamo pensato a tutto quello che abbiamo fatto insieme in questi anni.
Quanto lavoro, quante iniziative, quanti viaggi, quante discussioni: qualche soddisfazione, in mezzo a tante difficoltà.
Abbiamo pensato a te che assieme a noi sei stato membro della “confederazione”, forse il più importante tentativo di aggregazione della sinistra di classe in questo paese negli ultimi anni.
Abbiamo pensato a quando ci dicevi che di fronte ad un bivio i comunisti scelgono sempre la strada più difficile.
Così abbiamo fatto in questi anni e così continueremo a fare.
Sempre per cercare di portare chiarezza, senza mai fare scelte di comodo o per tornaconto personale. Costi quel che costa.
Abbiamo pensato a quando ci raccontavi della dittatura militare nel tuo paese, di quando i compagni di fronte ai finti o veri plotoni di esecuzione gridavano “Viva l’Union sovietica, Viva el Partido Comunista”.
Abbiamo pensato a quando ci dicevi che la cosa che ti terrorizzava di più era pensare che la morte ti potesse trovare nel letto mani nelle mani, senza essere nella lotta.
E in fondo, per fortuna, non è andata così. Stavi facendo quello che in questa società di merda è l'eccezione non la regola.
Ti eri fermato per dare un passaggio a un lavoratore immigrato. Perché tu eri così: un comunista 24 ore su 24, fuori e dentro il partito, fuori e dentro le sezioni, fuori e dentro i circoli.
E allora abbiamo ripensato alla tua militanza: irruenta, generosa, senza tempo, senza orari, che a volte ci faceva anche incazzare.
Non sappiamo se riusciremo a colmare il vuoto della tua perdita. Ma quello che ti promettiamo è che trasformeremo questo dolore e questa rabbia in una convinzione di lotta ancora più forte.
Quante volte ci siamo ripetuti che questo mondo è pieno di “hijos de puta” che costringono milioni di persone ogni anno a morire di fame, di malattie, di guerra, di carestia.
E che prima o poi l'avrebbero pagata.
Il nostro impegno è che quel prima o poi sia il prima possibile.
Intanto oggi noi iscriviamo il tuo nome in maniera indelebile nei nostri cuori e nei nostri cervelli.
E quando avremo vinto, quando avremo costruito una società senza oppressi ed oppressori, senza sfruttati e sfruttatori, una società senza padroni, il tuo nome, quel giorno, sarà definitivamente consegnato alla storia del movimento operaio, assieme a quello dei milioni di uomini e di donne che in 150 di storia hanno sofferto, amato, lottato, combattuto e sono morti per la libertà, per costruire il socialismo, per costruire il comunismo.
Addio Gabriel

I tuoi compagni e le tue compagne