CLAP:
UN'ALTRA PRIVATIZZAZIONE SELVAGGIA |
Dal
19 febbraio 2001, nuovo socio del CLAP (Consorzio Lucchese Autotrasporti
Pubblici) è diventato ufficialmente il Consorzio Stratos, costituito dalla
Fratelli Lazzi spa e dalle aziende di trasporto di Pisa, Massa, Pistoia e Prato.
La
mattina del 19 febbraio è infatti avvenuto il trasferimento alla Stratos delle
azioni di proprietà della Provincia di Lucca (una quota pari al 32,2% del
capitale) azioni che, secondo una stima facoltativa commissionata dalla stessa
Provincia al Crediop, sono state vendute alla cifra di 6 miliardi e 898 milioni
(4.453 lire per azione).
Tutta
l’operazione è stata condotta “in ossequio” alla Legge Regionale n.42 del
31 luglio 1998 (la quale impone alle Province l’uscita dalle società di
gestione del servizio di trasporto pubblico locale) e all’insegna di un
“miglioramento del servizio e di un minor spreco del denaro pubblico”.
Quante
menzogne !
La
volontà del centro-”sinistra” di concedere ai padroni enormi profitti con
processi di privatizzazione selvaggia di beni e servizi pubblici, sia a livello
nazionale che a livello locale, trova in questa vicenda una manifestazione
esemplare.
Le
azioni che costituivano la quota di proprietà della Provincia, infatti, con una
operazione a dir poco “truffaldina” non sono state vendute, ma letteralmente
svendute, al nuovo padrone “privato”, il tutto “in conformità”
alle direttive della Comunità Europea, supremo garante degli interessi del
grande capitale economico e finanziario del Vecchio Continente.
Nel
settembre 1999, Palazzo Ducale, in base alla L.R. 42, stabilì di cedere le
quote CLAP. Lo stesso CLAP commissionò alla Moores Rowland Italia una stima sul
“valore” del Consorzio che venne fissato in 28 miliardi (per cui il 32 %
valeva 8 miliardi e 980 milioni).
L’11
febbraio 2000, su istanza del CLAP, venne incaricato un perito, con decreto del
Tribunale, per la stima definitiva dell’entità del capitale sociale; al
Consorzio venne assegnato un valore di 32 miliardi (il 32% valeva dunque 10
miliardi e 240 milioni).
Il
22 febbraio 2000 la Provincia conferì al Crediop l’incarico di assistenza per
la cessione delle quote. Il Crediop “corresse” nuovamente il valore delle
quote e assegnò al CLAP un valore di 20-21 miliardi (il 32% valeva ora 6
miliardi e 700 milioni circa), cioè 11 miliardi in meno rispetto alla stima
ufficiale del Tribunale.
Dunque,
il soggetto che la Provincia aveva incaricato della vendita delle quote, invece
di puntare alla loro massima valorizzazione, ne fissava il valore a prezzi di
svendita !
Il
19 febbraio la Provincia ha ceduto le proprie quote alla cifra stabilita dall’advisor
(Crediop) a cui si era affidata per l’assistenza “tecnica” nelle procedure
legate alla cessione delle quote CLAP.
Che
“fortuna” per i nuovi padroni !
La
vicenda CLAP ci fa venire in mente partiti come il PRC che si sforzano
continuamente di indurre i propri iscritti ed elettori a pensare che le alleanze
con il centro-”sinistra” possano essere “negative” al centro, ma
“positive” alla periferia; in mille altre occasioni (pensiamo ad esempio al
finanziamento pubblico delle scuole private deliberato dalla giunta di Viareggio
la scorsa estate e che “sembrava” mettere a repentaglio la maggioranza
comunale) l’azione a livello locale non è stata che l’applicazione delle
direttive impartite a livello nazionale. La presunta differenza tra livello
nazionale e livello locale è stata creata ad arte per garantire continuità ad
una miriade di giunte regionali, provinciali e comunali, come se in queste non
si perseguissero comunque gli interessi del capitale nostrano ed internazionale
e non si svendessero bisogni, aspettative e volontà di milioni di proletari.
E’
bene ricordare che, poco prima dell’ingresso dei privati nel CLAP, il
Consorzio aveva già preventivamente provveduto ad un cospicuo aumento delle
tariffe che aveva provocato una rabbiosa protesta dell’utenza.
Evidentemente
si era voluto, da parte dei padroni “pubblici”, rendere più appetibile
l’acquisto di un terzo dell’azienda ed evitare che a ritoccare il prezzo dei
biglietti fossero i nuovi padroni “privati”.
Con
l’ingresso di Stratos, ha chiuso i battenti l’officina del CLAP di Viareggio
presso il deposito nel quartiere Marco Polo.
La
chiusura dell’officina, secondo la Direzione dell’azienda, è stata motivata
con l’inagibilità e l’inadeguatezza rispetto alle norme vigenti in materia
di sicurezza.
La
chiusura priverà la Versilia di un servizio indispensabile per garantire
l’efficienza dei mezzi e andrà a discapito della sicurezza di autisti e
utenti. I mezzi, per essere riparati, dovranno essere portati a Lucca dove sono
stati spostati anche i 5 dipendenti della ex-officina, il tutto con un aggravio
di spesa e per un tempo tanto lungo da ripercuotersi inevitabilmente sul
regolare svolgimento del servizio. In questa situazione molte corse giornaliere
saranno soppresse con gravi disagi per gli utenti che pagano un regolare
biglietto e hanno il diritto di viaggiare in bus efficienti e sicuri.
E’
degno di nota anche il fatto che terreni di proprietà comunale su cui sorge
l’officina del CLAP possono divenire oggetto del desiderio delle più
agguerrite speculazioni edilizie e commerciali. E chissà, forse un giorno…
Del
resto, con un centro-”sinistra” come quello che guida l’Amministrazione
Comunale di Viareggio, che è disposta e mettere all’asta ogni bene del
patrimonio pubblico, compresa forse l’àncora dello stemma comunale, tutto è
“possibile” !
In
ultima analisi, con il caso CLAP vogliamo evidenziare l’intreccio e la
commistione di interessi che di fatto esistono tra politica e mondo degli
affari, tra interessi di destra e di “sinistra”; l’Assessore ai Trasporti
della Provincia, a “giustificazione” dell’operato di Palazzo Ducale e in
risposta alle critiche espresse dall’opposizione di destra, parlando di
operazione affrettata e poco vantaggiosa ha voluto sottolineare che “alla
procedura [di vendita delle quote, ndr] è stata data la massima
pubblicità: il bando di gara è stato infatti pubblicizzato sulla Gazzetta
Comunitaria e su quella nazionale, nonché sul “Il sole 24 ore”, su “La
stampa”, sul “Giornale” e sul “Manifesto”.
Bel
risultato non c’è che dire !