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Mefedrone e Cannabis 'sintetica' proibiti:le narcomafie ringraziano…

Si allunga la lista delle sostanze proibite:
la falce proibizionista è toccata alle sostanze Spice e N-Joy, e al mefedrone.
Siamo certi che le narcomafie ringraziano, tre prodotti in più sul mercato nero da vendere col fascino irresistibile del proibito, se per Spice ed N-Joy (cannabinoidi sintetici dagli effetti poco piacevoli e ancora meno salutari) prevediamo la fine del mercato, per il Mefedrone, al contrario l’entrata nel club delle DROGHE PROIBITE potrebbe rappresentare una nuova etichetta per vendere sostanze vagamente eccitanti di dubbia provenienza senza alcun controllo.

Leggete i nostri speciali su N-Joy-cannabinoide sintetico e la nuova scheda dettagliata del MEFEDRONE e tutti gli aggiornamenti sui presunti allarmi: Allarme Mefedrone!? Un’altra figuraccia del Dipartimento Antidroga

Leggiamo dal sito governativo Dronet:
“I cannabinoidi sintetici JWH-018 e JWH-073 e il catinone mefedrone sono diventate ufficialmente sostanze poste sotto controllo e inserite nella Tabella I contenente l’indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope (D.P.R. 309/1990).
L’iter che ha portato a tabellare e mettere sotto controllo, dichiarandole illegali, queste sostanze stupefacenti ha avuto inizio con un’allerta trasmessa dal Sistema Nazionale di Allerta Precoce (N.E.W.S.) del Dipartimento Politiche Antidroga ad aprile di quest’anno.
Il Ministero della Salute sulla base delle evidenze e della documentazione scientifica raccolte, certificata dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Fondazione “Maugeri” centro antiveleni di Pavia, aveva emanato un’ordinanza con cui si vietava la “fabbricazione, importazione, immissione sul mercato e commercio (compresa la vendita on-line) dei prodotti denominati ‘Spice’ e ‘n-Joy’ e relative presentazioni commerciali, venduti come miscele aromatizzanti e profumatori di ambiente” nei quali è stata individuata la presenza di questi cannabinoidi sintetici.
Tali prodotti reperibili su drugstore online e in smart shop, riportavano in etichetta indicazioni di uso non umano e ingredienti differenti da quelli realmente presenti. Pertanto, la commercializzazione connessa all’uso improprio di tali sostanze è stata ritenuta rischiosa per la salute pubblica dei cittadini, con conseguente ritiro di tali prodotti.
In seguito il Ministero della Salute ha avviato la procedura per l’inserimento in adeguata tabella dei cannabinoidi sintetici JWH-018 e JWH-073 e del mefedrone. Ottenuto il parere positivo del Consiglio Superiore di Sanità, è stato approvato il decreto del 16 giugno 2010, consultabile nella Gazzetta Ufficiale n.146 del 25/6/2010.”…

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L’informazione drogata di Leonardo Fiorentini

– Intervento di Leonardo Fiorentini
del 1/06/2010 Festival delle Culture antifasciste a Bologna
(Ascolta l’audio),
riveduto e corretto per il blog di fuoriluogo.it

Una premessa. Di droga di parla male. Malissimo.
Anche perché si usa la parola droga – nella sua accezione più becero-moralista – per coprire qualunque cosa.

Chi scrive vive in una città, Ferrara, nella quale qualche anno fa un ragazzo è morto durante un fermo di polizia. E’ importante ricordare come solo grazie alla forza di volontà dei genitori Federico Aldrovandi non è stato vittima due volte, prima dei poliziotti che ne hanno causato la morte poi dell’informazione che, presa per buona la velina della questura, aveva già archiviato il caso come quello del solito drogato a cui è venuto uno scioppone.
Leggi tutto……

Droga, basta citarla – possibilmente senza sottilizzare troppo su quale droga sia – per giustificare qualunque cosa. Un altro esempio? Era un drogato anoressico, l’ha ucciso la droga, più o meno così si si sarebbe risolto il caso Cucchi secondo un illustre esponente del Governo.

E’ forse questo l’effetto più perverso della politica proibizionista, esemplificato dalla legislazione voluta da quello stesso illustre esponente governativo, Carlo Giovanardi. Un metodo studiato a tavolino che semplifica, assimila le sostanze e fornisce all’opinione pubblica un pregiudizio etico, moralista e benpensante a sufficienza per essere prontamente condiviso da chi informa e da chi si fa informare.

Ho provato a fare un’analisi un po’ più accurata, prendendo spunto sui dati che ci fornisce una ricerca promossa dalla Regione Emilia Romagna sulla droga nell’informazione locale curata dal prof. Piero Ignazi per Forum Droghe nel 2004 e poi nel 2007. Prima e dopo la nuova legge sulle droghe approvata dal Governo Berlusconi nel 2006.

Nella ricerca sono state prese a campione 18 testate locali, scelte secondo la diffusione nel territorio regionale. In tutto sono stati esaminati 2422 articoli nel 2004 e 2217 nel 2007, nel corso di 9 mesi di indagine.

Un dato scontato
Vince facilmente la gara del numero di articoli, e dell’importanza loro data ovviamente il Resto del Carlino, che surclassa con le sue edizioni locali distribuite su tutto il territorio regionale ogni altro quotidiano.

Il follow up
Meno del 10% delle notizie è seguita da altri articoli (7,8% nel 2004 – 8,9% nel 2007) il che non significa solo che c’è poco interesse nel seguire una determinata vicenda – del resto la tendenza alla superficialità dell’informazione non si limita alle droghe – ma significa soprattutto che più del 90% degli articoli riportano un nuovo singolo evento. In parole povere il fenomeno è talmente diffuso e sono tanti i fatti legati alle droghe che più o meno ogni giorno i giornali ne trovano uno nuovo di cui occuparsi.

Di quali sostanze si parla
Si parla di tutto, anche di sostanze sconosciute ai più fedeli cultori della materia. Del resto più il nome è esotico più attira curiosità. Si parla comunque soprattutto di cocaina, poi di cannabis e derivati quindi di eroina.

Un caso per tutti, Alberto Mercuriali
Nel 2007, proprio nel periodo esaminato dalla ricerca, vicino a Forlì accade un fatto tragico. Alberto Mercuriali, un giovane agronomo, viene pescato dai carabinieri con una canna, viene accompagnato a casa dove consegna spontaneamente qualche decina di grammi di hashish in suo possesso dietro la promessa di riservatezza da parte dei Carabinieri. Alcuni giorni dopo, a seguito di una delle solite conferenze stampa in cui le forze dell’ordine danno conto di quanto sono efficienti nel perseguire i consumatori, su tutti i giornali locali esce la notizia di un giovane agronomo pescato con la droga nascosta dentro ad un libro. Gli agronomi giovani nel paese di Alberto sono pochi, è come mettere la sua foto in prima pagina. Lo stesso giorno vengono pescati anche due coniugi indaffarati in un traffico internazionale di chili di cocaina. Ma il giornale dedica l’intera pagina alla storia romanzata di Alberto e dei suoi 60 grammi di fumo, lasciando in un trafiletto la storia dei due coniugi. Alberto la notte stessa si è ucciso.

Ma vi sono altri dati, forse altrettanto scontati ma più interessanti perché ci forniscono alcune conferme.

Cura del tossicodipendente
Si è detto spesso, da parte dei promotori dell’attuale legislazione, che l’obiettivo era curare i tossicodipendenti e non metterli in carcere. Ora, mentre il numero dei detenuti sta per raggiungere le 80.000 unità e quasi la metà lo è per violazione delle norme sule droghe, mentre calano gli accessi alle pene alternative e alle cure, anche per colpa della normativa sulla recidiva, anche l’informazione, post Fini-Giovanardi, ha parlato meno di recupero, delle strutture pubbliche o private che si occupano di assistenza ai tossicodipendenti.
Non che prima se ne parlasse molto prima, ma la percentuali di articoli che citano le attività di recupero passano dal 4,7% (116) del 2004 all’1,12% del 2007. Insomma, per dirla con una battuta, dopo la Fini-Giovanardi non basta neanche la presenza di san Patrignano a dopare l’informazione emiliano romagnola e costringerla a parlare un po’ della cura dei tossici.
Giusto per ribadire il concetto, e comprende la qualità ed il livello generale di approfondimento dell’informazione, nel 2007 solo in 3 articoli su oltre 2200 si parlava (molto superficialmente) di riduzione del danno. Evitiamo per decenza di calcolare la percentuale sul totale.

Il dibattito sulle droghe e la debolezza del movimento antiproibizionista italiano
Un segno preoccupante della grave difficoltà del movimento antiproibizionista italiano in questi anni è la bassissima presenza di articoli di dibattito sulla legislazione sulle sostanze: 5 su 2217 nel 2007 contro i 38 della precedente rilevazione. Qui la percentuale la calcoliamo: siamo allo 0,22% contro  un “dignitoso” 1,56% del 2004. Per intenderci se questo articolo oggi fosse ripreso da 5 giornalisti  avremmo già realizzato un piccolo record.

Insomma forse non è un caso che fuoriluogo abbia sospeso le pubblicazioni, che antiproibizionisti.it abbia chiuso. La forza della proposta antiproibizionista è andata scemando pian piano che il proibizionismo “normalizzava” le coscienze e la morale. Non è un caso che la magistratura si senta in diritto di utilizzi sempre più spesso e sempre più strumentalmente gli articoli che prefigurano reati d’opinione (istigazione e agevolazione dell’uso) come nel caso del Rototom Sunsplash festival, di mariuana.it…

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Rapporto 2010: già smentito Giovanardi!! Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr): il Governo ha gonfiato i dati

L’ informazione DROGATA.. sempre di più..

Mentre opinionisti improvvisati esperti del fenomeno “DROGA” già si esibivano in acrobatiche analisi socio economiche per compiacere il governo e giustificare il crollo dei consumi di sostanze in Italia, passano due giorni e già arriva l’ennesima figuraccia, la smentita clamorosa dei ricercatori del CNR che denunciano sia i metodi di indagine, poco rispettosi della privacy e quindi poco affidabili per il timore che il campione interpellato ammetta l’uso di sostanze, sia il giro di appalti che ha escluso dalla ricerca in Cnr e la sua indiscussa affidabilità professionale a vantaggio di una società privata, Explora che non segue gli standard di indagine europei.

Mentre quindi dalle lobby delle comunità di tossicodipedndenti già iniziava l’ignobile piagnisteo per i tagli possibili ai fondi statali senza preoccuparsi minimamente dei semplici consumatori, arrestati, incarcerati e ammazzati ogni giorno di più, chi lavora sul campo, chi come noi conosce i consumatori ed i loro problemi reali, non ha creduto un minuto a queste veline di regime uscite per giustificare la crociata repressiva che dura da molti anni ormai.

Gli stili di consumo sono più nascosti, più frenetici e confusi di fronte alla paura di finire in galera ammazzati come Bianzino, Cucchi, Uva, ecc… le narcomafie prosperano ora più che mai con la connivenza dello stato e delle multinazionali farmaceutiche che, come emerge dalla denuncia del Cnr, (gli psicofarmaci: «E’ la vera new entry, in due anni gli adolescenti che hanno ingerito Tavor sono saliti dal 10,4% all’11,8%) guadagnano fette di mercato sempre più grandi tra i giovani con gli psicofarmaci e contemporaneamente sono alleati dell’industria dello spaccio fornendo una varietà enorme di surrogati chimici di cocaina e oppiacei con cui tagliare in infiniti modi le sostanze in strada senza nessun controllo della purezza.

Perchè i Sert e le comunità non dicono queste cose, perchè nessuno denuncia l’assenza in Italia di un sistema reale di monitoraggio delle sostanze che circolano? Certo, sarà la crisi, sarà la paura dei tagli ai fondi sia statali che regionali che comunali ai servizi di “prossimità” e riduzione del danno, ma sinceramente oltre a piangere soldi, c’è tanto troppo silenzio di fronte alla mole di stupidaggini e falsità che circolano intorno al fenomeno DROGA, questa “prossimità” i consumatori non la sentono, o peggio, la temono in molti casi.
Possibile che i servizi pubblici non riescano a mettere in atto strategie comunicative con i consumatori alternative alla tolleranza zero?

Fortunatamente qualche ricercatore tanto onesto quanto precarizzato e qualche giornalista sveglio e non corrotto ci consentono ancora di sapere come si costruisce la propaganda di regime taroccando i dati col gioco delle tre carte.

Si veda ad esempio la ricerca dell’Istituto Inquinamento Atmosferico del CNR sulle concentrazioni di sostanze psicotrope nell’aria di molte città italiane. A guardarli bene, la ricerca e i suoi risultati suscitano non poche perplessità, soprattutto per la notevole sproporzione tra la loro ovvietà e le risorse impegnate.

ITALIA – Droga, calo dei consumi del 25%? Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr): il Governo ha gonfiato i dati

(La Stampa) Sarà pur vero che, come sostiene la Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze, gli italiani, causa la crisi, si drogano meno, Ma quanto meno? A smentire gli entusiastici dati di Palazzo Chigi arrivano quelli dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr, secondo cui, seppur in calo tendenziale, il consumo di stupefacenti è assai lontano da quel roseo -25% sbandierato trionfalmente dal governo.
«C’è una leggera flessione ma, per esempio, ci risulta che tra gli studenti l’uso di cannabis sia sceso del 2% e non del 9%» spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice del Cnr e responsabile per l’Italia di Espad, il progetto del Consiglio d’Europa che ogni 4 anni analizza il mercato della droga di 39 paesi. Fino al 2007 svolgeva lo stesso lavoro anche per l’ufficio tossicodipendenze della Presidenza del Consiglio poi, dopo le elezioni, l’incarico è stato revocato: la Relazione al Parlamento è passata nelle mani dell’università Tor Vergata e il gruppo di ricercatori coordinati dalla Molinaro ha continuato a raccogliere dati sullo stesso argomento per l’Espad, giungendo a conclusioni piuttosto diverse da quelle di Palazzo Chigi.
Primo, le droghe pesanti:
«Tra il 2008 e il 2009 eroina, cocaina e stimolanti sono diminuiti ma solo dello 0,6%, dello 0,2% e dello 0,3%». Secondo, il picco del ricorso al bicchiere: «Lungi dall’aumentare, come denuncia il governo, il consumo di alcol si è ridotto dell’1,7% e le ubriacature sono passate dal 43% del 2007 al 40% attuale». Last but not least, gli psicofarmaci: «E’ la vera new entry, in due anni gli adolescenti che hanno ingerito Tavor sono saliti dal 10,4% all’11,8%. Tutti trend lievi comunque, lontanissimi da quelli pubblicizzati martedì».
Palazzo Chigi replica sfidando chi contesta al confronto. «I nostri dati, più aggiornati perché relativi al 2010, sono supportati dalla conferma contemporanea di 7 fonti qualificatissime», afferma il capo del Dipartimento nazionale antidroga Giovanni Serpelloni.
Nessun rimpianto, lascia intendere, per l’antico sodalizio con il Cnr: «La collaborazione si è interrotta perché quel determinato gruppo del Cnr, che aveva creato un monopolio sulla materia, non ci dava le garanzie necessarie né i dati di base».
Sabrina Molinaro sostiene che quella richiesta fosse scorretta:
«Per mesi il dottor Serpelloni mi ha indicato per email di girare il mio database, pagato con soldi pubblici, al dottor Bruno Genetti, consulente del dipartimento antidroga ma anche statistico della società privata . Una cosa folle, alla fine ho messo su un server quello che voleva».
Lui mostra i conti che, a suo giudizio, non tornano: «Ho trovato un contratto con il Cnr da un milione e 800 mila euro di cui la metà ancora da pagare, il budget della relazione di quest’anno è di 115.500 euro». Dopo la rottura, gran parte dei 40 ricercatori che lavoravano con la Molinaro sono rimasti a casa, scienziati per vocazione e per necessità precari.
Chi ha ragione? Bisognerebbe chiederlo agli interessati, consumatori di ogni età più o meno abituali che però non sono stati interpellati nello stesso modo dai due gruppi di studiosi. Gli analisti del CNR si sono rifatti al modello europeo con il questionario cartaceo in buste bianche mentre il dipartimento nazionale antidroga ha optato per quello da compilare sul computer.…

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Perugia 25-26 giugno, LIBERTA' e SICUREZZA: ma per chi?

LIBERTA’ e SICUREZZA: ma per chi?

Il Comitato Verità e Giustizia per Aldo Bianzino, promuove due giorni di confronto e riflessione,su autoritarismo, proibizionismo, carcere e sicurezza il 25 e il 26 giugno 2010 per essere agenti di memoria collettiva, e praticare forme di solidarietà attiva che disinneschino nuove richieste di archiviazione e mettano in luce tutte le contraddizioni e le distorsioni delle “verità” di Stato, per costruire insieme delle buone pratiche di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi, venduti come atti di legalità.

PROGRAMMA

25 Giugno 2010, ore 17.00
Sala della Vaccara, Piazza 4 Novembre, Perugia

Incontro con i familiari e i comitati delle vittime della violenza di Stato

Partecipano:
i familiari e il Comitato Verità per Aldo Bianzino, i familiari di Stefano Cucchi, Assemblea dei parenti, amici e solidali di Stefano Frapporti, DonAndrea Gallo, Comitato “Amici di Alberto Mercuriali”, Cristina Gambini,
sorella di Luca, morto nel reparto S.P.D.C. di Perugia, Checchino Antonini – Giornalista di Liberazione.

25 Giugno 2010, ore 23.00
Centro Sociale Ex-Mattatoio, Via della Valtiera, Ponte San Giovanni Perugia

Reggae DanceHall con One Love hi Powa & LampaDread

26 Giugno 2010, ore 9.30 alle 17.00
Casa dell’associazionismo Via della Viola n°1, Perugia

Una Giornata di riflessione e approfondimento su carcere, sicurezza, proibizionismo, informazione
ore 9.30 – 11.00
Focus 1: Istituzioni Totali – Carceri – Psichiatria

Partecipano:
Nicola Valentino – editrice Sensibili alle foglie
Stefano Anastasia – Ass. Antigone e Forum Droghe
Operatori del C.A.B.S. (Centro a Bassa Soglia) Perugia
Giuseppe Tarallo – Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni

Coffee Break

ore 11.30 -13.30 Focus 2:
Informazione “dopata” – il ruolo dell’informazione nella creazione dello stigma e dell’insicurezza

Partecipano:
Guido Blumir – Sociologo e presidente Comitato Libertà e Droga
Anna Pizzo – Carta
Comitato “Amici di Alberto”
Alessandro Antonini – Giornalista Corriere dell’Umbria
Luca Cardinalini – Giornalista

Pausa Pranzo

ore 15.00 – 17.00 Focus 3:
Buone pratiche di riduzione dei rischi e di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi
Partecipano:
Max Lorenzani – Livello 57 – Alchemica
Osservatorio Antiproibizionista Pisa
Elia de Caro – Avvocato
Sportello Legale – Roma
Alessandro Mefisto Buccolieri – Million Marijuna March
Alberto Sciolari – Pazienti Impazienti Cannabis

26 Giugno 2010, ore 18 Partenza Piazza Partigiani, Perugia

Manifestazione contro le violenze di Stato

Hanno finora aderito: Familiari e Comitato di Federico Aldrovandi
(Ferrara), Centro Sociale strike spa, sn.info sportello antipro (Roma),
coop.Sensibili alle Foglie, Associazione Antigone, Forum Droghe, Carta,
Comitato Stefano Frapporti (Rovereto), Comitato Mastrogiovanni (Vallo della
Lucania), Osservatorio Antipro (Pisa), Rete delle donne Anti Violenza onlus
(Perugia), Comunita San Benedetto al Porto (Genova), Don Andrea Gallo,
Attac Perugia, Centro di Relazioni Umane (Bologna), Forte Prenestino
(Roma), Maria Grazia Negrini, Daniele Barbieri, Collettivo Femminista
Sommossepg/Associazione Tana Liberetutte (Perugia), Csoa Ex Mattatoio
(Perugia), Onda Perugia, Circolo Arci Island (Perugia), Ass. Cantiere
Sociale (Trestina), InclusoMe o.n.l.u.s. (Perugia) , Ponte Solidale
s.c.s.(Perugia),Associazione di promozione sociale 1 + 1 = 3 (Lisciano
Niccone), Associazione culturale Il Colibrì (Umbertide)

comunicato:

“Ci vuole che la lingua abbia il permesso
La mente a dire
Ciò che il cuore sente”

Libertà: stato di chi è libero, condizione di chi ha la possibilità di
agire senza essere soggetto all’autorità o al dominio altrui.

Sicurezza: condizione di chi o di ciò che è esente da pericoli o protetto
da possibili pericoli.

Il Comitato Verità e Giustizia per Aldo Bianzino, promuove due giorni di confronto e riflessione,su autoritarismo, proibizionismo, carcere e sicurezza il 25 e il 26 giugno 2010 per essere agenti di memoria collettiva, e praticare forme di solidarietà attiva che disinneschino nuove richieste di archiviazione e mettano in luce tutte le contraddizioni e le distorsioni delle “verità” di Stato, per costruire insieme delle buone pratiche di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi, venduti come atti di legalità.

Ma LIBERTÀ e SICUREZZA di chi?
Dell’occhio vitreo, di quarzo che ci scruta, ci segue, cattura i nostri gesti, li memorizza e li reinterpreta in mille modi senza che noi ce ne accorgiamo. Nei parcheggi, nelle piazze, nelle strade, al lavoro, alla stazione, allo stadio, al supermercato. Telecamere…. puntate sull’effervescenza sociale, su comunità di pratiche, di espressione di dissenso dal controllo sociale di massa, pronte a generare paure allarmiste, fobie reazionarie e intolleranze sociali,
concentrate a stigmatizzare ogni pensiero critico, stili di vita non conformi all’omologazione e alla regia repressiva segregante e discriminatoria che giustifica il proibizionismo omicida.

L’arma della disinformazione di massa, la produzione di studi scientifici ambigui e tendenziosi utilizzati come base per sviluppare panico, la paura indotta, il controllo sistematico sulle nostre vite e sui nostri corpi e le logiche di ordine pubblico e di criminalizzazione dei comportamenti soggettivi sta limitando pesantemente le nostre esistenze.

Anno 2008: 142 morti.
Anno 2009: 175 morti.
Maggio 2010: 76 morti.
Dal 2000 1.674 morti.

No, non sono i dati di una guerra di bande, sono i morti in carcere in Italia.
1674 morti in carcere mentre fuori dal carcere in questi 10 anni la Cultura della “tolleranza zero”, l’ossessione della sicurezza sono diventati i nuovi dogmi del regime assoggettato alle logiche del profitto e alla chiesa internazionale del proibizionismo.

Prima si crea insicurezza alimentando precarietà, discriminazioni, ingiustizie sociali ed economiche, controlli polizieschi sui posti di lavoro e nelle scuole poi si invoca sicurezza, ordine e disciplina tolleranza zero contro chi subisce queste politiche, siano essi giovani,migranti, consumatori/trici di sostanze, casuali passanti.
Si riempiono le carceri e i centri di detenzione, che sono, sempre più, mezzi per controllare e gestire la società.

Perugia è un laboratorio avanzato di queste politiche: il centro storico con sempre meno residenti e senza aggregati di quartiere stabili, luogo di promozione di grandi eventi commerciali e territorio sempre più militarizzato. Luogo di criminalità organizzata, sede di holding del narcotraffico, riciclaggio di denaro. Usura, “affitti rapina”,
sfruttamento dell’immigrazione e della prostituzione.
Perugia è una città che pratica sperimentazioni di tecniche di controllo sociale che negano il nostro desiderio di relazioni umane paritarie e non mercificate.
E’ tempo di abbattere i muri del moralismo bigotto del salotto buono cittadino, mobilitare i territori e connettere i diversi movimenti, comitati, assemblee e praticare resistenza attiva a tutte le pratiche di controllo sociale e alle leggi proibizioniste e libertiicide come la Fini Giovanardi, la Bossi Fini e la Cirrielli.…

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Allarme Mefedrone!? Un'altra figuraccia del Dipartimento Antidroga

Diamo un rapido aggiornamento sul presunto allarme Mefedrone, su cui a marzo avevamo già scritto e documentato analisi e notizie, New Drugs: Mefedrone, Metilone, MDPV ,
riaggiornate a metà maggio Allarme Mefedrone?!
Vedi nuova scheda dettagliata

La notizia arriva a fine maggio e non passa certo inosservata smentendo clamorosamente il Dipartimento Antidroga Italiano, in quanto i due giovani inglesi deceduti in marzo non avevano alcuna traccia di mefedrone nelle loro analisi tossicologiche, che in Inghilterra vengono diffuse dai media contrariamente a quello che succede in Italia.
Mephedrone. Confermato che l’allarme è una bufala.
Quindi non ci eravamo sbagliati di una virgola, fin dall’inizio tra l’altro, ci siamo fidati solo della nostra esperienza e dei nostri metodi di ricerca incrociati, mentre i vari ministeri e dipartimenti antidroga superpagati e supertitolati infilano una cantonata dopo l’altra sulla pelle dei consumatori che ne sanno sempre meno.
Mentre in Inghilterra si dimettono, chiedono scusa e fanno autocritica, qui da noi gli “esperti” più le sparano grosse più fanno carriera , passando da un salotto tv all’altro, sparlano un giorno sì e l’altro pure del test rapido delle sostanze senza saperne nulla, perchè temono di essere clamorosamente smentiti sul campo quando pontificano contro la DROGA senza nessun dato reale.

Vedremo adesso se il dipartimento farà marcia indietro sull’ allarme mefedrone!? Figuriamoci!!
Certo bisogna raccogliere dati ed esperienze tossicologiche su queste nuovissime sostanze, noi del Lab57 continuiamo ad analizzare sul campo il MEFEDRONE, accumulando dati e scambiando esperienze con altre reltà che con difficoltà fanno monitoraggio in Italia, come l’ infoshock del C.S.O.A. Gabrio di Torino, queste sostanze sono nuove e la loro tossicità a medio e lungo termine è un incognita, questo va sempre detto ai consumatori, ma niente è più pericoloso dei falsi allarmi.
Purtroppo vietare l’uso di una sostanza la consegna al mercato nero aumentandone esponenzialmente la pericolosità, in quanto i mercanti di DROGHE hanno un prodotto in più da vendere sotto il cui nome vendono qualsiasi cosa.
Dopo la Gran Bretagna anche la Francia ha vietato il Mefedrone una settimana fa.
Come mai sui nuovi farmaci che le multinazionali farmaceutiche ci propinano dopo pochi mesi di sperimentazione, tutto questo circo mediatico non si scatena? Credo che sia come il segreto di Pulcinella…
a presto
Max
Lab57

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Allarme Mefedrone?!

Su stimolo del Coordinamento Operatori bassa soglia Piemonte,
decidiamo di aggiungere notizie ed esperienze sul caso Mefedrone che già da inizio marzo ha attirato la nostra attenzione grazie alla segnalazione di Maniglione Antipanico di Piacenza.
Subito abbiamo raccolto informazioni e immagini di pasticche e polveri analizzate in Europa mettendole subito on-line su questo sito:
New Drugs: Mefedrone, Metilone, MDPV
Poi esplose il caso dei due ragazzi inglesi morti nel sonno in seguito, pare, all’uso di mefedrone, ma la causa delle due morti non è stata accertata, anzi sembra concomitante abuso di alcool e sedativi.

Il 14 aprile il Dipartimento antidroga ha inviato l’allerta 2 Mefedrone a tutti i sert italiani che potete trovare a questi link: Allerta2_mefedrone
Scheda tecnica Mefedrone

Rispetto a quanto detto nella nostra scheda di marzo, non ci sono ancora prove nè in Italia nè in Europa di una particolare maggiore tossicità del mefedrone rispetto alle anfetamine o all’ MDMA, certo è pericolosa perchè è nuova e non sperimentata, quindi i consumatori sono tutti cavie a rischio di effetti imprevisti e potenzialmente dannosi, ma renderla illegale sicuramente ha aggiunto un’altra sostanza al business violento del mercato nero, e mentre ora si trova ancora pura se acquistata on-line, presto sarà tagliatissima con le peggio schifezze col nome accattivante di mefedrone, tutto merito della irresponsabilità scientifica e politica di chi l’ha resa illegale senza le prove sicure di una sua tossicità reale.

A questo riguardo vi segnalo un ottimo articolo dal NEW SCIENTIST su Erowid che decrive esperienze, effetti e demolisce tre miti metropolitani nati in Regno Unito ed arrivati tristemente in parte anche a noi.
1. il mefedrone fa sparire lo scroto e a volte i testicoli!! era uno stupido scherzo diffuso dai media senza alcuna verifica.
2. è un fertilizzante per piante !! giustamente il giornalista dice: ma chi diavolo può pensare che esista un fertilizzante che costa 12 sterline al grammo!!!? una cantonata clamorosa messa in giro anche da BBC e Guardian.
3. dei 27 morti in tutta europa attribuiti al mefedrone solo una ragazza svedese sembra essere realmente legata all’aasunzione di mefedrone

vi consiglio la lettura di tutto l’articolo:
Miaow-miaow on trial: Truth or trumped-up charges?

per chi ha problemi con l’inglese, tradotto da google…
Miao-miao sotto processo: Verità o accuse inventate?

..CI PERMETTIAMO POI DI DUBITARE DEL DIPARTIMENTO ANTIDROGA( visti i precedenti..)
quando nella Scheda tecnica Mefedrone afferma che il marquis non reagirebbe con alcuni composti di mefedrone, senza aver documentato con fotografie nè i test col marquis, nè le controprove cromatografiche, inoltre dubitiamo che qualcuno al dipartimento antidroga o ai laboratori di tossicologia abbia usato il marquis, infatti nelle precedenti allerte non è mai stato citato dal alcun laborotario forense il marquis come test tossicologico o probatorio.
Inoltre ci sono diversi composti di meta-catinone o mefedrone, non uno solo, e finchè nessuno li ha testati tutti quanti col marquis è sbagliato dire che non reagiscono!!
INFATTI….
Noi, Lab57, il 1 maggio, nelle Marche, vicino Jesi, ad un festival Goa, abbiamo testato diverse volte con marquis e mandelin 2 tipi diversi di mefedrone, di cui uno era stato acquistato on-line e l’altro venduto come mdma, ma risultando negativo al test, è uscito fuori il nome del mefedrone
i risultati sono abbastanza simili:
– al Marquis: per entrambi reazione rosso tenue scuro( non arancio come per Speed- anfetamine) riconducibile a tracce di speed.
– al mandelin: reazione verde( molto molto tenue) in un caso, e nessuna reazione nell’altro. il verde pisello corrisponde appunto allo speed.

Quindi è comunque il caso di TESTARE SEMPRE, potendo, per avere dati certi, anche perchè dai sequestri di polizia o analisi di intossicazione ma mefedrone, non ci sono prove di mefedrone tagliato con speed, cosa che comunque uno spacciatore farebbe malvolentieri per evidenti motivi economici.
In Usa non sono state ancora testate pasticche o polveri con mefedrone da questo laboratorio storico che indica sempre la controanalisi con test rapidi marquis e mecke:
http://www.ecstasydata.org/results.php
le uniche analisi che trovate nel database sono quelle svizzere che avevamo segnalato a Marzo, gli svizzeri però non hanno mai usato il test-rapido, purtroppo… aspettiamo evidenze reali quindi..

per avere maggiori informazioni sul test rapido delle sostanze( marquis-mandelin-mecke, i più usati)
http://lab57.indivia.net/materiali/articoli/test-rapido/

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Sabato 8 maggio, Roma : Million Marijuana March

per info sulla manifestazione:
http://www.millionmarijuanamarch.info/

311 CITTA’ NEL MONDO IN MARCIA PER LA LIBERTA’ DI CURA DI COLTIVAZIONE E DI UTILIZZO Di UN PATRIMONIO BOTANICO DELLA UMANITA’:
LA CANAPA

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA EDIZIONE ROMANA DELLA MILLION MARIJUANA MARCH
Sabato 8 maggio 2110, ore 11,30
c/o Studio Ice Badile,via Basilio Bricci 37,
Roma
Interverranno tra gli altri:

– Mefisto – Million Marijuana March- Roma
– Rudra Bianzino
– Enrico Fletzer – Coordinamento europeo per politiche giuste ed efficaci sulle droghe Encod
– Alberto Sciolari – Collettivo Pazienti ed impazienti cannabis (PIC)

Sono stati invitati
– Luca Cardinalini, autore di “Impiccati” Derive & Approdi e Martina La Penna
– Un rappresentante di Fuoriluogo, http://www.fuoriluogo.it/

La million marijuana march e’ un’iniziativa mondiale lanciata nel 1999 dal movimento Cure non guerre da Dana Beal, presente sul sito http://www.cures-not-wars.org. Sbarcatata in Italia il 5 maggio 2001 con la campagna di autodenuncia di massa “Signor giudice ho piantato un seme” che raccolse circa 1100 autodenunce tra Palermo, Milano e Roma dove il 05-05-01 furono consegnate 645 autodenunce assieme ad alcune piantine di cannabis alla caserma dei carabinieri di piazza Venezia da una delegazione di nove persone al termine di una street antiproibizionista partita da piazza della Repubblica e aperta da una delegazione di indiani Lakota. Il giudice per le indagini preliminari prosciolse i nove in istruttoria preliminare stabilendo che non vi era reato e la vicenda si concluse quindi senza conseguenze penali oltre che per la delegazione anche per tutti gli autodenunciati nei confronti dei quali non fu mai iniziata nessuna azione legale. Da allora ogni anno il primo fine settimana di maggio l’Italia partecipa con Roma all’iniziativa mondiale che, partita dalle poche decine di città del 1999, coinvolge nel 311 città del mondo con la richiesta di liberare:

1) i consumatori
2) la medicina
3) una pianta che fa parte del patrimonio botanico del Pianeta.

Comunicato stampa

L’incontro presenterà la decima edizione della Million Marijuana March che partendo da Piazza dei Partigiani raggiungerà, questa volta non solo metaforicamente, la Bocca della Verità. Sottolineiamo non solo simbolicamente ma anche materialmente anche perché quest’anno la Million sarà terreno di sperimentazione di una inedita alleanza con i familiari e le vittime del proibizionismo.

Tra genitori e figli in caso di guerra sono spesso questi ultimi spesso vengono a mancare. E’ prorpio il caso della guerra alle droghe all’italiana di Fini e Giovanardi con leggi scellerate che hanno inutilmente cercato di abolire il principio secondo cui la matematica non è un opinione oltre che ogni tipo di logica, il primo paese al mondo dove dei ciarlatani eletti osano ribaltare il principio di base della medicina moderna secondo il quale “è la dose che fa il veleno” ( Paracelso).

Noi vorremmo promuovere una alleanza o meglio un percorso che noi fondiamo a differenza dei proibizionisti sul rispetto delle differenze, sul terreno della libertà e della ricerca scientifica con la liberazione del potenziale terapeutico, intellettivo ed industriale di una pianta, la cannabis sativa, che costituisce un acclarato patrimonio culturale ed industriale dell’umanità.

La marcia globale per la libertà di cui Roma è il 311 pezzo in rappresentanza di centinaia di milioni di esseri umani, è dedicata a tutte le vittime del proibizionismo uccise o suicidate in luoghi deputati dalla nostra Costituzione a garantire salute, custodia, cure, cautela e sicurezza per tutti e per tutte.

Tutti questi buoni propositi vengono raramente applicati quando si tratta di fare la guerra agli uomini e alle piante. Addirittura in Italia si sono intentati processi agli organizzatori di raduni reggae, una musica accusata di incitare all’uso di canapa.

Saranno presenti alcuni familiari delle vittime di una ondata senza precedenti di trattamenti disumani e degradanti avvenuti nel nostro paese.

Proprio mentre tutti gli studi dimostrano come il proibizionismo sia fallito come dimostra il recente rapporto di Peter Reuter e Franz Trautmann per conto della Comunità europea che dimostra come sui mercati illegali e i consumi la repressione abbia un impatto risibile.

A parte l’Italia in molti paesi europei ma soprattutto nelle Americhe tutto è in evoluzione. L’ondata verde sta sommergendo la California dove sono alcune migliaia di dispensari della cannabis terapeutica. Solo a Los Angeles ne sono sorti un migliaio con circa 3-400.000 pazienti registrati.

In Europa alcuni paesi hanno intrapreso una strada più pragmatica come il Portogallo che ha preso immediatamente contatto con la realtà decriminalizzando il possesso di ogni tipo di sostanza ed incidendo positivamente sui consumi problematici. In Belgio,Slovenia e Repubblica Ceca si è legalizzata la coltivazione per uso domestico anche grazie al lavoro dei cannabis social club. Sorti soprattutto in Belgio e in Spagna .

In California il governatore Schwarzenegger ha solennemente affermato di voler applicare la decisione del popolo di autogovernarsi in termini federali, un fenomeno che vista la immobilità dell’Onu tende a diffondersi sempre di più tra i paesi democratici.

L’Italia continua a fare pena secondo il diktati di leggi come la Fini Giovanardi o la Bossi Fini secondo le quali sono criminalizzate le piante ed anche gli esseri umani.

Saranno presenti per l’incontro con la stampa gli organizzatori della MMM, i rappresentanti dei collettivi dei pazienti che si curano con la cannabis,i famigliari di alcune vittime e degli esponenti della società civile…

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Informazione DROGATA: sentenza C.A.C.U.B.O. e Livello57

Questo il nostro comunicato spedito a tutti i giornali e agenzie stampa dopo gli articoli infamanti riguardo le attività del Livello57 e del Lab57, apparsi il 16 aprile su diversi giornali bolognesi riguardanti la sentenza di condanna per alcuni attivisti dell’ esperienza C.A.C.U.B.O.

INFORMAZIONE DROGATA

SE L’ART. 79 DELLA LEGGE FINI GIOVANARDI VALESSE PER TUTTI….

TUTTI I SINDACI ANDREBBERO PROCESSATI E CONDANNATI perché NELLE STRADE DELLE LORO CITTA’ si consuma e si spaccia !!!!

Il 24 luglio 2009 si è concluso il processo contro il Livello 57, con la piena assoluzione per tutti gli attivisti del centro sociale dall’art. 79 legge 309/90 (agevolazione al consumo), che erano stati imputati “per aver adibito il locale ad uso abituale di consumo e spaccio di sostanze stupefacenti”, mentre per l’attività denominata coffee-shop, svolta unicamente nell’ambito delle iniziative antiproibizioniste, tre attivisti sono stati condannati a 6 mesi con pena sospesa e non menzione.

Questa sentenza ha riconosciuto la legittimità dell’attività politica antiproibizionista condotta dal Livello 57 per più di 10 anni, ha fatto chiarezza sulla montatura orchestrata dai carabinieri e dalla Procura di Bologna con l’unico obbiettivo di chiudere e mettere a tacere coloro che si oppongono da sempre alla legge Fini Giovanardi che non fa altro che causare morti, far prosperare le mafie e riempire le carceri gia’ sovraffollate con oltre il 60% di reclusi per reati legati alle sostanze illegali.

In merito agli articoli comparsi il 16 aprile sulle pagine locali bolognesi riferimento alle condanne del CA.CU.BO, dove viene richiamata la vicenda giudiziaria del Livello 57 vi proponiamo alcuni stralci delle motivazioni della sentenza del Giudice A. Gamberini, affinché sia chiaro la montatura dell’accusa e l’illegittimità dell’art. 79.

LE MOTIVAZIONI della sentenza iniziano così:

“L’indagine che ha portato al presente procedimento ha avuto come oggetto il centro sociale ‘livello57’ … uno dei più importanti luoghi di aggregazione per il movimento antiproibizionista nella nostra regione, tanto da organizzare da almeno un decennio la c.d. ‘street rave parede’, corteo che si svolge nelle vie cittadine per sensibilizzare sui temi della ‘riduzione del danno’ nell’uso di stupefacenti e per chiedere la liberalizzazione della vendita delle c.d. droghe leggere.”

“La contestazione muove dall’assunto che, all’interno dell’ass. Livello 57 vi fosse una sorta di cartello tra spacciatori……….. secondo tale prospettazione , si sarebbe trattato di un’attività di spaccio consentita e addirittura incentivata dall’associazione ……. “

“Secondo questo giudice , questo assunto non ha trovato alcuna dimostrazione …. Se non addirittura è stato smentito.”

“Non vi è dubbio che quanto contenuto nell’informativa …” (dei carabinieri) “sia per lo più il frutto di suggestioni o dell’esagerazione di informazioni ricevute da poco attendibili confidenti. Tuttavia anche ciò che è stato rappresentato dagli operatori sotto copertura appare spesso il frutto di affrettate congetture di spericolati salti logici.”

Il giudice Conclude in merito all’imputazione di spaccio (art. 73)

“Deve quindi concludersi …… CHE IN CAPO AGLI IMPUTATI , NON POSSA CONFIGURARSI ALCUNA RESPONSABILITA’ PENALE, NEMMENO SOTTO IL PROFILO DEL CONCORSO MORALE.

In merito all’art. 79 (agevolazione) il giudicante scrive:

“NON VI E’ DUBBIO CHE I LOCALI DEL LIVELLO 57 FOSSERO ADIBITI A FINALITà LECITE (SERATE MUSICALI CONCERTI INIZIATIVE CULTURALI) parimenti , tuttavia risulta evidente come, durante le serate vi fosse da parte degli avventori, un uso di sostanze stupefacenti ….. (COME PER ALTRO AVVIENE IN TUTTE LE DISCOTECHE). “

“Verosimilmente, come affermato dal teste……, per il numero notevole dei frequentatori, in locali come CA.CU.BO. e il Livello 57, l’organizzazione non era in grado di controllare il fenomeno dello spaccio”

“di conseguenza ……tutti gli imputati debbono essere mandati assolti dall’imputazione (art. 79) perché IL FATTO NON SUSSISTE.

Alla luce di questi estratti dalla sentenza chiediamo agli organi d’informazione tutti di rettificare qualsiasi informazione errata e offensiva apparsa il 16 aprile in merito al nostro procedimento legale e alle nostre attivita’ pubbliche e professionali.

INOLTRE VOGLIAMO RIBADIRE CHE L’ ASSOCIAZIONE CULTURALE LIVELLO 57, TUTTORA , NONOSTANTE L’ACCANIMENTO POLITICO E POLIZIESCO, CONTINUA A LAVORARE AL FIANCO DEI CONSUMATORI E DELLE VITTIME DI QUESTA REPRESSIONE VERGOGNOSA, ORGANIZZANDO MOBILITAZIONI ED INIZIATIVE CULTURALI PUBBLICHE CONTRO LA LEGGE FINI GIOVANARDI E IN GENERALE CONTRO TUTTE LE POTICHE DISCRIMINATORIE E AUTORITARIE.
MENTRE L’ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE LA57-ALCHEMICA, NON HA MAI SMESSO DI OFFRIRE SPORTELLI INFORMATIVI , CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE E INTERVENTI DI RIDUZIONE DEI RISCHI IN EVENTI COME STREET PARADES, FREE PARTY, FESTIVALS, ETC.. A BOLOGNA E IN TUTTA ITALIA, AUTO-FINANZIANDOSI DEL TUTTO, ESSENDO DA OLTRE 6 ANNI SENZA ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO.

L’ARTICOLO 79 E’ UNA FORMA SUBDOLA E VIOLENTA DI CONTROLLO SOCIALE USATA SPESSO PER COLPIRE GLI INDIVIDUI PIU’ LIBERI E GLI SPAZI AUTOGESTITI.

NOI CONTINUIAMO A LOTTARE PER CANCELLARE QUESTA LEGGE criminogena!

Diamo la nostra solidarietà a tutti coloro che sono colpiti in vario modo dall’ingiustizia di questa legge, e alle famiglie di coloro che hanno pagato con la vita le politiche proibizioniste.

Siamo comunque contenti di vedere sugli stessi giornali la notizia che giovani liceali hanno votato simbolicamente per la liberalizzazione delle sostanze leggere, perche’ ci segnala, in questo momento di crescente oscurantismo, che sempre piu’ giovani si rendono conto del danno che producono le POLITICHE proibizioniste.

http://www.livello57.org/

http://lab57.indivia.net/…

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Allarme N-Joy, cannabinoide sintetico venduto negli smart-shops

In questi giorni i media stanno diffondendo questo nuovo ennesimo ALLARME DROGA senza risparmiarci esagerazioni scandalistiche e clamorose inesattezze tipoiche di un paese come l’Italia che ha la legge più proibizionista d’Euoropa in materia di sostanze.

Si veda ad esempio La Nuova Venezia, dove si parla di DANNI CEREBRALI IRREVERSIBILI senza specificare o documentare alcunchè.
Tutto è nato dall’ Allerta grado 2 diffusa dal Dipartimento Politiche Antidroga e giunta a noi il 3 marzo attraverso il Coordinamento Regionale Unità di strada Emilia Romagna, riguardo 6 intossicazioni da cannabinoide sintetico avventute a inizio febbraio nel nord-Italia.
Si tratta essenzialmente di ricoveri in ospedale di giovani in stato confusionale a volte  incoscienti più un caso di una donna di 55 anni già in cura con psicofarmaci. Tutti avevano fumato questa miscela di erbe chiamata N-Joy e acquistata in smart shop come profumatore d’ambiente alludendo con immagini che si dovesse in realtà fumarla senza nessuna ulteriore informazione.
Nessun danno cerebrale irreversibile, quindi, tutti i soggetti sono stati dimessi il giorno dopo senza apparenti conseguenze, ma ci sembra veramente indecente vendere con pubblicità allusive sostanze sintetiche studiate solamente per eludere i controlli polizieschi fregandosene dei reali effetti sulla salute, lucrando sull’ignoranza proibizionista in cui siamo costretti a vivere in questo paese.
Apprezziamo molto la scientificità documentata del Sitema Nazionale di Allerta Precoce costruito sul modello europeo dell’ EMCDDA, ma il dott. Serpelloni, direttore del Dipartimento Antidroga di questo governo, dovrebbe ben sapere che tutta la responsabilità del proliferare delle narcomafie criminali e di questi irresponsabili venditori di fantomatiche nuove droghe è solo delle politiche repressive e probizioniste del suo governo che mirano solo al controllo sociale attraverso la paura e se ne infischiano della nostra salute.

Di seguito la scheda completa dei casi di intossicazione e delle analisi di laboratorio di questo cannabinoide sintetico JWH-018.
Nell’arco di 5 giorni, a partire dal 12 di febbraio, sono stati registrati 6 casi di intossicazione acuta (1 a Milano, 4 a Venezia, 1 a Portogruaro) che hanno necessitato di ricovero ospedaliero a seguito del consumo della miscela aromatica venduta in Internet e smart shops come profumatore ambientale con il nome “n-Joy”.

I soggetti intossicati riferiscono di aver acquistato la miscela via Internet.I risultati preliminari evidenziano la presenza del cannabinoide sintetico JWH-018 (1-pentyl-3-(1-naphthoyl)indole).

1. Il 12 febbraio u.s. alle ore 21.30 è stata ricoverata a Milano donna di 55 anni, che riferiva di aver assunto per via inalatoria (fumo) una miscela aromatica (“erbe per profumare ambiente”) successivamente identificata con il nome di “n-Joy”.
La donna è stata trovata in casa propria in stato confusionale, dopo una probabile crisi comiziale (convulsiva). Portata in Pronto Soccorso, è stata ricoverata in stato di agitazione ed eccitazione e trattata con benzodiazepine. Il soggetto risulta essere affetto da disturbo bipolare ed è in trattamento con valproato di sodio. La paziente ha riferito di aver fumato una miscela aromatica chiamata “N-joy” nel pomeriggio e di aver acquistato il prodotto dal sito www.alkemico.com.

2. Altri 4 casi analoghi sono stati registrati la sera del 16 febbraio a Venezia. Uno dei soggetti, donna di 35 anni, ha contattato il Centro Antiveleni di Pavia cui ha riferito che i quattro avevano fumato la miscela “N-joy”, acquistata da una persona del gruppo dal sito Internet www.n-joyaroma.com. Secondo quanto riferito dalla donna, visitata presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Venezia, tutti e 4 avrebbero fumato il prodotto e lo avrebbero aspirato 1-2 volte ciascuno. Le due persone che lo avrebbero aspirato solo una volta avrebbero manifestato effetti meno importanti, e sono stati in grado di avvertire i soccorsi.
La donna ha riferito di aver provato un forte stato di agitazione, allucinazioni, percezione alterata del proprio corpo, confusione mentale, parestesie, attacchi di panico e tachicardia. Tali sintomi sono perdurati, in misura minore, anche il giorno successivo. L’informazione è stata confermata anche dal medico che ha preso in carico la paziente in Pronto Soccorso. Gli altri soggetti coinvolti hanno mostrato sintomi analoghi ma di minor intensità, l’età dei 4 soggetti intossicati è compresa tra 25 e 35 anni.

3. Il 25 febbraio, il Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda Cà Granda ha segnalato di essere stato contattato la notte del 13 febbraio dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Portogruaro per un ragazzo di 19 anni che, dopo aver fumato un poutpourry di fiori secchi ed estratti aromatici, giungeva in stato di “insufficienza cerebrale” in ospedale. Il ragazzo ed i suoi amici riferivano di aver già fumato in passato questa sostanza senza però presentare alcun disturbo. Le altre 3 persone che erano con lui non hanno manifestato sintomi nemmeno in questa circostanza. In questo caso, gli esami tossicologici hanno rivelato una leggera positività per THC. La mattina successiva il ragazzo ha ripreso conoscenza ed è stato affidato ai genitori. Intervistato dal medico, aveva riferito che la miscela fumata si chiamava “n-Joy”.

Il 24 febbraio il Sistema Nazionale di Allerta Precoce è entrato in possesso della miscela “n-Joy” direttamente dalla rete di vendita. Il prodotto è stato analizzato dal laboratorio di Medicina legale dell’Azienda Ospedaliera Integrata di Verona e dal Laboratorio Antidoping di Orbassano (TO).
Le analisi preliminari della miscela effettuate in GC-MS hanno messo in evidenza
cromatogrammi nei quali erano presenti lo ione molecolare (m/z 341) e molteplici frammenti riferibili alla molecola nota come JWH-018 (1-pentyl-3-(1-naphthoyl)indole), come componente principaledell’estratto. Tale analita era presente in tutti gli estratti finora analizzati. Una stima della concentrazione di tale principio attivo si può valutare in circa 10 microgrammi/mg di materiale di origine (ulteriori accertamenti sono in corso).
Da un’indagine condotta dal Sistema Nazionale di Allerta precoce, il prodotto “n-Joy” viene venduto su siti Internet di smart shops italiani. Viene generalmente inserito nella categoria “smart drugs”, sottocategoria “blends”.“N-Joy” viene promozionato come una miscela aromatica con estratti di prodotti vegetali. Viene descritto come articolo non destinato al consumo umano, ma le immagini che lo pubblicizzano riportano giovani nell’atto di fumare. Il suo costo è di 20-25 € per 2 grammi di prodotto.

Scheda tecnica “JWH-018”

Nome
1-Pentyl-3-(1-naphthoyl)indole (JWH-018)

Formula di struttura
C24H23NO

Aspetto
JWH-018 è un composto secco, marrone, leggermente appiccicoso e grumoso.…

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New Drugs: Mefedrone, Metilone, MDPV

Grazie alla segnalazione del progetto MANIGLIONE ANTIPANICO L.I.L.A. Piacenza, abbiamo deciso di documentarci su queste nuove sostanze eccitanti che da qualche mese stanno prendendo piede, essendo del tutto legali, tra i consumatori inglesi e nord-europei coi nomi di:

MEFEDRONE, METILONE e MDPV

Vengono vendute come surrogati e sostituti della più nota MDMA o Ecsatsy.
Le modalità di consumo più diffuse sono l’inalazione (sniffate/fumate), ma si sta diffondendo rapidamente e con sempre maggiore frequenza l’ingestione in forma liquida mentre rara e molto più rischiosa la via iniettiva.

In Italia è stata segnalata la presenza di queste sostanze a Piacenza e in generale nel Nord-Italia, restando comunque un consumo sporadico e sommerso per il momento.
Si sa pochissimo degli effetti a lungo termine, delle interazione con altre sostanze o farmaci, quindi si consiglia molta prudenza, essendo difficili da riconoscere rispetto alle altre sostanze illegali pià note, per quanto riguarda il MEFEDRONE, i consumatori riferiscono che ha un forte odore simile al pesce.

Qui potere trovare immagini e analisi di laboratorio di alcune di queste sostanze a cura del progetto di Zurigo saferparty.ch


Per info tossicologiche ed esperienziali ecco qualche sito:

per MDPV:
http://en.wikipedia.org/wiki/MDPV
http://www.erowid.org/chemicals/mdpv/mdpv.shtml

http://community.girlpower.it/methylone-mephedrone-prima-esperienza-vt167008.html

per MEFEDRONE:       
http://en.wikipedia.org/wiki/Mephedrone

http://www.erowid.org/experiences/subs/exp_4Methylmethcathinone.shtml#General
http://brainfactor.it/index.php?option=com_content&view=article&id=304:droga-allarme-mephedrone&catid=1:dipendenze&Itemid=3

per METILONE:
http://en.wikipedia.org/wiki/Methylone

http://www.erowid.org/chemicals/methylone/methylone.shtml

http://www.know-drugs.ch/it/it-subst/vendute.htm

Analisi metilone da EcstasyData.org

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