Guarda che luce, sta nascendo un nuovo impero.
Vecchia e grassa prostituta, il maquillage non copre la puzza.

Come un anticipo. Presentimento? Più che altro lucida previsione. Fra le mille voci, una canzone di un gruppo musicale basco, La Polla Records. La canzone si intitola Europa. E di questo parla.
“Guarda che luccichìo,
sta nascendo un nuovo impero...”
Le luci di Schengen, il brillare di stilografiche costellate di mostrine poliziesche. Si concretizza un accordo che deve sancire l’alleanza degli Stati europei contro le rispettive opposizioni. Bisogna difendere a tutti i costi l’immagine di anello debole rigenerato dalla ristrutturazione.
“Europa, sembra risorgere
dalla miseria allo splendore...”
In questa Unione Europea, già divisa fra europeisti ed americanisti, c’è uno Stato che cerca disperatamente di risolvere in maniera definitiva i suoi conflitti interni. Soprattutto uno. Quello con un popolo che mai è riuscito a domare. Si tratta dello Stato spagnolo contro il Popolo basco. Ogni arma è lecita. Già il governo del PSOE aveva usato i corpi paramilitari, i GAL, se non fossero bastate leincursioni dei corpi repressivi e la tortura. Successivamente il PP, subentrato alla guida dello Stato, ancora con le armi giudiziarie, ancora repressione, ancora tortura, e tutti i mezzi possibili a disposizione. Anche quelli che andavano contro la stessa legalità degli Stati. Pressioni politiche ed economiche sui paesi che ospitavano rifugiati ed esiliati. Per convincerli a consegnarli, o collaborare ad autentici sequestri di persona, o assassini. Sempre pronta, l’Europa, a concedersi in cambio di favori o guadagni.
“Vecchia e grassa prostituta, il maquillage non copre la puzza...”
Sono passati gli anni ’90 e l’inizio di questo “nuovo” millennio, con le “estradizioni” di militanti baschi, in realtà vere e propri rapimenti legalizzati in un modo o nell’altro; piuttosto col silenzio imbarazzato.
I compagni e le compagne baschi lanciavano da tempo questo avvertimento. “Guardate che quello che stanno facendo a noi, presto lo faranno anche a voi, non appena si sentiranno minacciati dalle loro stesse malefatte, dall’evidenza del fatto che i popoli non possono subire in eterno”.
Ed ecco la cronaca di questi giorni.
Due italiani, rifugiati da 17 anni in Algeria. Forse non sapremo mai quali pressioni i servizi segreti dello Stato italiano hanno esercitato sul governo algerino, con quali argomentazioni o ricatti. Fatto sta che si ripete lo sporco gioco che già fu messo in atto contro Ocalan, la consegna malamente camuffata con una patetica messa in scena. Simulacri di legalità adattati alla bisogna di un governo, quello italiano, in difficoltà a causa delle sue continue vessazioni, malversazioni, che tira fuori dal cilindro ogni volta un bel depistaggio informativo perché si parli d’altro.
Con le “sinistre” istituzionali, DS (come PSOE) o Rifondazione (come Izquierda Unida) a plaudire per i “successi contro il terrorismo”. Il tutto per mettere sotto silenzio le loro imbarazzanti posizioni sulle lotte economiche, sociali e politiche messe in piazza dalla classe lavoratrice d’Italia.

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