Ligi ai dettati del padrone statunitense, riconoscenti per il ruolo svolto dallo Stato spagnolo nella guerra in Iraq, gli stati aderenti all'Unione Europea hanno inserito il partito della sinistra basca, Batasuna, nelle liste internazionali delle organizzazioni terroriste. Questa non è solo una ratificazione della messa fuorilegge attuata con la forza, prima ancora che con la legge, da parte dello Stato spagnolo. Infatti, questo inserimento, comporta il coinvolgimento di tutti gli Stati aderenti all'attività di repressione contro questa organizzazione, i suoi esponenti, rappresentanti, ed aderenti. Dato che la Ley de Partidos, appositamente costruita dallo Stato spagnolo e tacitamente avallata dalle complici "sinistre" spagnole, decreta la retroattività del provvedimento, estendendolo cioè ad Herri Batasuna ed Euskal Herritarrok, e dato che, quest'ultima coalizione, aveva raggiunto il 20% dei voti in Hego Euskal Herria, la porzione di Paesi Baschi sotto controllo spagnolo, il provvedimento di fatto priva il 20% della popolazione di queste quattro provincie di ogni diritto politico, cioè di rappresentanza, espressione, organizzazione, riunione, spostamenti, e quant'altro. Già da tempo è evidente la politica totalitaristica messa in atto dall'imperialismo mondiale dopo l'11 settembre. Con questo, il passo, anzi, il balzo in avanti, non è da poco. Nel senso che qualunque Stato, in cambio dei propri favori prestati al servizio degli interessi delle potenze imperialiste, e della loro politica di guerra di aggressione continuata, potrà ottenere uguali misure nei confronti delle opposizioni di classe interne. Non è il caso di parlare di fascismo. Il fascismo appartiene ad una fase storica e ad una porzione di borghesia ormai perdente a livello planetario. Il che non costituisce una attenuante, anzi. L'attuale totalitarismo imperialista non ha nulla da invidiare al fascismo. I massacri nelle ultime guerre, tutte, da Belgrado alla Chechenia, da Grenada all'Afghanistan, i campi di concentramento e sterminio come Guantanamo, le torture ed assassini legalizzati ad opera non solo dei vari servizi segreti ma anche delle varie polizie locali... l'attacco violentissimo alle condizioni di vita dei proletari di tutto il mondo. Ci vuole ben poco a sostenere che un altro mondo è possibile. Tacere di fronte a queste realtà, glissare sugli argomenti, sottrarsi alla solidarietà, contribuire all'isolamento di chi si oppone alla repressione, anche solo negando una sala per un incontro, o tacendo sugli argomenti ritenuti scomodi, significa solo due cose: o l'intenzione di passare il resto della propria vita abbassando la testa, tacendo, accettando, decretando la propria morte sociale e sottomissione all'imperialismo, o, peggio, sancire la propria disponibilità ad entrare nelle tristi e fitte schiere della servitù di questo sistema mondiale, qualunque sia il ruolo che si sia disposti ad accettare, ma sempre e comunque funzionale a questo ordine mondiale, quindi antagonista degli interessi delle masse popolari di tutto il mondo. La solidarietà internazionalista, oltre che un dovere nei confronti degli altri sfruttati, è un punto indispensabile ed irrinunciabile. In questi giorni due esponenti della sinistra basca sarano in giro per l'Italia per raccontare le loro esperienze, la situazione che sta vivendo il popolo basco a tutti i livelli, anche lavorativi, dato che uno di loro lavora nel sindacato di sinistra LAB. A Genova l'iniziativa - incontro si svolgerà presso l'ex facoltà di economia, occupata, in via Bertani 1, ed avrà luogo martedì 10 giugno a partire dalle ore 20.00. L'orario sarà rispettato nel modo più preciso possibile. Invitiamo chiunque, del mondo del lavoro, dello studio, della politica anche e soprattutto di base, da qualunque ambito sociale, ad approfittare di questa esperienza di confronto ed informazione internazionalista.