Indipendenza e Socialismo
EUSKAL HERRIA
PASSO DOPO PASSO
Servizio informativo di ASKAPENA
Nº 93


DIALOGARE CON ETA

La storia dei conflitti sociali e politici, di solito, è anche la storia dei colloqui e dei negoziati. La storia del conflitto basco non fa eccezione. Da quando ETA appare sulla scena politica, lo Stato spagnolo franchista scommette sulla via poliziesca per farla finita con l’organizzazione armata basca. Con la transizione (non rottura), lo Stato delle Autonomie continua a scommettere sulle vie poliziesche ma esplora anche le vie diplomatiche per giungere a stabilire accordi con l’organizzazione armata.

La storia di questi colloqui è stata molto complessa ma costante. Tutti i governi postfranchisti hanno dialogato con ETA e, in alcuni casi, sono giunti ad accordi. Altrettanto è avvenuto con soggetti sociali, partiti politici, istanze religiose... Il governo conservatore di Aznar, quando è arrivato al potere, ha cancellato le vie di contatto che il Partido Socialista Obrero Español (PSOE) manteneva aperte con ETA. Eppure, ne ha aperta un’altra e ha anche partecipato ad un incontro con l’organizzazione armata, in Svizzera, nei primi mesi del 1999.

Quel tentativo fallì e la congiuntura politica era favorevole all’intensificazione della via poliziesca: maggioranza assoluta del Partido Popular alle elezioni generali, l’attacco alle Torri Gemelle, la dottrina della "politica antiterrorista preventiva" a livello mondiale, le guerre imperialiste in Afghanistan e Iraq... Tutti questi fattori hanno socializzato l’idea che non si deve dialogare con i "terroristi".

Il 26 gennaio, il quotidiano madrileno ABC pubblica un’esclusiva annunciando che ETA ha avuto una riunione con Carod Rovira. Questo politico è il Segretario Generale di Esquerra Republicana de Catalunya (ERC). Testa di lista alle recenti elezioni al Parlamento Catalano, nelle quali ERC ha ottenuto risultati molto buoni. Questo le ha permesso di essere la formazione chiave nella composizione del Tripartito, recentemente presentato, che governa la Catalogna. Nella distribuzione delle cariche, a Carod Rovira è spettata quella di Consigliere Capo del nuovo Governo.

La notizia di ABC ha causato un forte scossone nel panorama politico spagnolo ed un’autentica convulsione nella Nazione Catalana. Il Presidente del nuovo Governo, il socialista Maragall, si trova davanti ad un grave dilemma: appartiene ad un partito che appoggia la belligerante politica antiterrorista del Governo spagnolo e, d’altra parte, è membro di un Governo di Coalizione con un partito che ha dialogato con ETA. Quello stesso giorno, Carod Rovira, riconosce che l’incontro c’è stato e ribadisce la sua scelta per il dialogo. Non pensa di dimettersi. Sempre nello stesso giorno, il Presidente Maragall annuncia che manterrà Carod Rovira al suo posto di Consigliere Capo.

Il Governo spagnolo scatena una pressione fortissima contro il Partido Socialista Obrero Español e contro il Tripartito catalano. Col passare delle ore, la pressione dà i suoi frutti. Carod Rovira mette la sua carica a disposizione del Presidente e questo, contrariamente a quanto annunciato, accetta le dimissioni del Consigliere Capo, pur mantenendo in vigore l’accordo di governo con ERC. I settori costituzionalisti non sono soddisfatti della soluzione, esigono la rottura del Governo Tripartito e la Procura di Stato annuncia che aprirà un’inchiesta per accertare se Carod abbia commesso un reato di collaborazione con banda armata.

A partire da questo giorno, i ruoli si invertono ed i componenti del Tripartito catalano accusano il Governo conservatore spagnolo di avere spiato cariche istituzionali, di utilizzare i servizi segreti per fini di partito e di essere venuto meno alle sue responsabilità, avendo avuto l’opportunità di arrestare la dirigenza di ETA e non avendolo fatto per colpire elettoralmente i suoi avversari politici.

Ripercussioni in Euskal Herria

Il fatto, inevitabilmente, ha avuto vasta eco in Euskal Herria. Queste sono alcune delle reazioni.

Il Governo Basco ha lanciato un doppio messaggio: da una parte, il Consigliere alla Giustizia ha affermato che "I partiti politici sono sorvegliati e pedinati dai servizi segreti" e, dall’altra, secondo la Portavoce del Governo "Il modo per mettere fine alla violenza è dialogare... tutti i governi si sono riuniti con ETA... Non comprendiamo cosa ci sia di male nel dialogare per cercare la cessazione della violenza"


Sorprende l’ipocrisia di un Esecutivo che ha stabilito, come una delle sue prime strategie, di tagliare qualsiasi comunicazione con ETA, con la sinistra indipendentista e con le organizzazioni sindacali.

La sinistra indipendentista ha incentrato le sue critiche contro il Governo di Aznar: "Che il Governo spagnolo dica come si è riunito con ETA e con Herri Batasuna durante la tregua... il PP ed il suo Governo sono ipocriti e bugiardi professionisti. Nell’incontro al quale hanno partecipato, in Svizzera, nel 1999, una delegazione del Governo spagnolo e ETA non si parlò di lasciare le armi, si parlò del diritto dei baschi a decidere"


Ha anche criticato duramente l’Esecutivo basco: "Hanno elogiato ERC e, ciononostante, davanti ad una nota stampa nella quale ETA apre tutte le porte a tutte le possibilità, dicono che non c’è nulla di cui parlare"

Critiche anche per i mezzi di comunicazione, che hanno fatto trapelare nomi di membri di questa organizzazione come possibili ponti fra gli interlocutori. La sinistra indipendentista ritiene che si stia tentando di snaturare la questione di fondo, che è la risoluzione dialogata del conflitto. In una conferenza stampa tenuta il 30 gennaio, colui che era stato indicato come propiziatore dell’incontro annuncia che querelerà il quotidiano El Mundo per aver dato adito, con le sue false informazioni, a possibili rappresaglie penali.

Il 3 febbraio, ETA diffonde una nota stampa che si riferisce all’incontro con il Consigliere catalano.

Conferma che l’incontro c’è stato.
Manifesta il suo disaccordo sul fatto che si sia infranta la discrezione sull’iniziativa.
Attribuisce la responsabilità delle indiscrezioni al Governo spagnolo ed ai suoi servizi segreti.
Chiede ai soggetti politici, sociali e dell’informazione di Euskal Herria di agire con responsabilità, senza prendere per definitivo quanto lascia filtrare la Polizia.
Critica i partiti che condannano le relazioni fra ETA e ERC. Inoltre, critica l’ipocrisia di coloro che applaudono l’atteggiamento di ERC e, contemporaneamente, si rifiutano di parlare con ETA.
Nell’incontro svoltosi, ETA ha comunicato a ERC la sua volontà di trovare un’uscita dal conflitto ed il suo punto di vista su Euskal Herria.
Non si è stabilito alcun accordo con ERC.
Nella riunione, ETA ha fatto conoscere a ERC la sua visione rispetto alle relazioni possibili fra i popoli oppressi. Relazioni che dovrebbero basarsi sul rispetto reciproco, senza ingerenze e sulla solidarietà. Annuncia una successiva riflessione in merito.
Coloro che si impegnano nel perseguire i colloqui, gli scambi di opinione o gli accordi con ETA, stanno chiudendo la porta alla giustizia, alla pace ed alla risoluzione di questo conflitto. ETA fa sapere a tutti i soggetti che le sue porte sono sempre aperte per dialogare allo scopo di risolvere il conflitto.