Indipendenza e Socialismo

EUSKAL HERRIA

PASSO DOPO PASSO

 

Servizio informativo di ASKAPENA N° 81

Raccoglieremo in questo numero le diverse reazioni che vi sono state e che continuano ad esserci rispetto alla Proposta di Ibarretxe.

Partido Popular (PP)

Mayor Oreja, nella seduta parlamentare, ha assunto un tono tremendista e ha prospettato un panorama desolante se detta proposta dovesse avere seguito. La ha considerata "eredità politica di ETA alla quale dà ragione; uno sforzo per fare una Estella II, seguendo ciò che ETA aveva chiesto al PNV per mettere in scena la tregua – trappola; provocazione per le vittime del terrorismo; dannosa per le imprese basche, fraudolenta perché presenta la rottura costituzionale camuffata da riforma dello Statuto"

"Non può esserci dialogo perché è un progetto che si contrappone a noi. I nazionalisti hanno approfittato dell’autonomia e della Spagna per poi tradirla"

Aznar, in una conferenza stampa del 1 ottobre, ribadisce che "la praticabilità del Piano Ibarretxe è zero"

Partido Socialista de Euskadi (PSE/EE)

Anch’esso da una prospettiva molto oscura ("Negli ultimi mesi si sono accentuati la divisione e lo scontro), ha espresso un netto rifiuto della proposta , considerandola "antidemocratica e reazionaria". Ha denunciato le intenzioni occulte che la proposta nasconde: ("Il Governo autonomo cerca di cambiare l’ambito vigente per perpetuare il suo potere"; "Dimostra una volontà cieca di collaborare con Batasuna per ottenere i suoi voti")

Ha considerato la proposta non necessaria dato che "Euskadi è definita e costituita" e non risponde alle aspettative della cittadinanza che ha altre preoccupazioni: "lavoro, casa, libertà..."

Ha considerato la proposta impraticabile: ("Vuol fare questo cambiamento con un Governo in minoranza che non riesce a portarlo avanti"). Non è di alcun interesse: "non contiene neppure l’allettamento della cessazione dell’attività armata"

Il compito sta nello sviluppo dell’attuale Statuto.

Izquierda Unida (IU)

Ha sostenuto, come fa da sempre, il federalismo di libera adesione, considerandolo "il modello capace di porre fine al problema di questa e di altre comunità dello Stato" partendo dal fatto incontrovertibile che la sovranità è dei cittadini. Ha rimarcato le coincidenze della Proposta con ciò che propugna IU: "entrambe le proposte cercano l’innesto stabile di Euskadi nello Stato spagnolo". Non condivide l’idea che lo Statuto sia morto.

Eusko Alkartasuna (EA

Ha sostenuto la proposta e la ha considerata il risultato delle sue proposte politiche a sostegno dell’autodeterminazione. La ha valutata come realista e lontana dai massimalismi. È una proposta aperta che promuove il patto fra uguali. Ha sostenuto il patteggiamento. Che è stato la norma delle relazioni fra Euskal Herria e lo Stato.

Partido Nacionalista Vasco (PNV)

Ha sostenuto la proposta accusando coloro che la respingono. Ha definito il PP belligerante ("Voi non volete un processo di pace, ma prolungare il conflitto"), involuzionista ("state trasformando in reato lavorare per l’euskera, per la cultura basca e per la costruzione nazionale, di questo passo persino essere basco si trasformerà in reato") e antidemocratico ("ciò che non è democratico è voler diluire la volontà del popolo basco in quella del popolo spagnolo o francese"). Rispetto alla sinistra indipendentista, ha criticato la sua posizione contraria allo Statuto: "stiamo svolgendo questo dibattito grazie allo Statuto. Non stiamo celebrando la sua dipartita perché è stato molto importante per questo popolo"

Sozialista Abertzaleak (SA)

SA ha ricapitolato la storia recente: "23 anni fa si è aperto un dibattito in Euskal Herria. Alcuni hanno sostenuto che lo Statuto e la separazione territoriale avrebbero risolto il conflitto ed i problemi strutturali di questo paese. La sinistra indipendentista ha affermato fin dal primo momento che con quelle premesse non si sarebbe risolto il conflitto". In seguito, ha criticato la proposta nella sua forma, nel suo contenuto e nei suoi obiettivi ("il vero obiettivo dovrebbe essere la risoluzione del conflitto e la proposta presenta solamente un progetto politico per tre province"). La proposta non è accettabile perché fa una lettura non corretta del diritto di autodeterminazione.

Ha sviluppato i concetti che considera fondamentali per trovare una soluzione definitiva: "Euskal Herria, sette territori, diritti di autodeterminazione e di consultazione popolare in condizioni democratiche. Sediamoci intorno ad un tavolo per esplorare una via che risulti efficace nella risoluzione del conflitto".

Rispetto alla consultazione popolare è d’accordo: "Sono anni che la sinistra indipendentista dice che bisogna dare la parola al popolo e che questa è la chiave della soluzione. Ma la domanda non è se gli piace o no la Proposta Ibarretxe. La vera domanda è se è d’accordo con un processo che sbocchi nell’autodeterminazione".

Il sindacato ELA

Appoggia la riforma dello Statuto se questa fa una proposta reale, visibile e credibile di superamento dell’ambito. Esige da Ibarretxe che apra una dinamica non solo parlamentare, ma anche sociale, di accumulazione di forze per il superamento dell’ambito attuale.

Il sindacato LAB

Considera decisivo per la risoluzione del conflitto che si realizzi una consultazione popolare. Le basi per questa proposta devono essere i diritti di Euskal Herria. Considera che il dialogo deve realizzarsi senza condizioni previe. Euskal Herria sta entrando in una fase decisiva che è iniziata con il Patto di Lizarra Garazi.

Retata poliziesca

Il giorno 8 ottobre, su ordini del giudice Garzón e della giudice Le Vert, 34 persone di Euskal Herria sono state arrestate dalle polizie spagnola e francese. Daremo conto di questa nuova aggressione nei seguenti bollettini.