Indipendenza e Socialismo
EUSKAL HERRIA
PASSO DOPO PASSO
Servizio informativo di ASKAPENA
Nº 106.
Maggio, un mese con proiezione internazionale


Il mese di maggio, in Euskal Herria, ha avuto una forte componente internazionale. Da una parte, istanze e personalità internazionali, sono state informate sul conflitto basco e hanno preso posizione rispetto ad esso; dall’altra, sono state diverse le iniziative internazionaliste che si sono sviluppate in Euskal Herria, si sono stretti legami con altri popoli ed organizzazioni, condividendo rivendicazioni e speranze.

Prese di posizione ed informazioni

L’11 maggio, nell’ambito del Forum di Barcellona, un gruppo di personalità internazionali pubblica un documento sul conflitto basco; si tratta di Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la Pace, Federico Mayor Zaragoza, Presidente della Federación Cultura de Paz, Chico Withaker, segretario del Forum Sociale di Porto Alegre, Colin Archer, segretario dell’International Peace Bureau, Cora Weis, presidente di The Haghe Appeal for Peace.
I firmatari, ritengono che siamo in un momento storico. È il momento di compiere passi da parte di tutti. Il documento si rivolge a ETA affinché compia un gesto chiaro e significativo e si rivolge anche al Governo di Vitoria (sede del Governo Autonomo Basco, N.d.T.) ed alle formazioni politiche invitandole ad approfittare di questa opportunità. Esquivel, ha chiesto “gesti reciproci all’esecutivo di Zapatero, che dispone delle condizioni per cercare una soluzione al conflitto basco”.

D’altra parte, come abbiamo comunicato nel precedente bollettino, Herritarren Zerrenda, la lista per le elezioni europee che è stata messa fuori legge, ha fatto pervenire il suo programma alle Ambasciate dei 25 membri dell’Unione Europea ed al Relatore dell’ONU per i Diritti Umani.

Incontri internazionali

Conferenza Sindacale Internazionale. Promossa dal sindacato indipendentista LAB, alla vigilia del suo VI° congresso, che si è svolto il 21 ed il 22 maggio, nei giorni 19 e 20 si è svolta la Prima Conferenza dei Sindacati delle Nazioni senza Stato.
Si è data questi obiettivi: costruire un forum o un coordinamento di sindacati di nazioni senza stato ed affrontare tutte le problematiche sociopolitiche e relative al lavoro da realtà differenziate di nazioni senza stato.
Hanno partecipato sindacati provenienti da Occitania, Galizia, Asturie, Canarie, Valle d’Aosta, Corsica, Bretagna, Sardegna, Catalogna, Guadalupe…
Le organizzazioni hanno approvato una bozza e hanno costituito una commissione che, nei prossimi mesi, lavorerà per creare una struttura definitiva, che sia stabile ed efficace nell’ambito del sindacalismo internazionale. Questa commissione è composta dal Sindicato di i Travagliadori Corsi (STC), dalla Union Generale des Travalleurs de Guadeloupe (UGTG) e da LAB.
Scommettono sul recupero del sindacalismo come soggetto politico di rappresentanza degli interessi dei lavoratori e per il recupero della sovranità dei popoli.

VI Congresso Generale di LAB. Nei giorni 21 e 22 maggio, LAB celebra il suo VI° congresso. Approva a maggioranza la mozione sociopolitica che segnerà i criteri d’azione di questo sindacato nei prossimi anni: l’ineludibile costruzione nazionale deve disporre dell’appoggio dei lavoratori baschi.
Il Congresso di LAB ha riunito anche un grande numero di delegazioni internazionali: Asociación de Trabajadores del Estado de Argentina, la Central Unitaria de Trabajadores de la Rep. Dominicana, Syndicat Autonome Valdotain della Valle d’Aosta, Unione Nazionale dei Lavoratori dell’Angola, Federazione Sindacal Mundiale, la CGT francese di Nantes, i COBAS italiani, la PAME greca, la STC della Corsica, il SLB della Bretagna, la UGT della RASD, la CUTV del Venezuela, la Universidad Obrera de Mexico, il Sindicato Mixto de Trabajadores Mineros Inty Raimi della Bolivia….

Ciclo di Conferenze di Askapena. Approfittando della presenza di queste delegazioni, l’Organizzazione Internazionalista Askapena, ha organizzato un ciclo di dibattiti per conoscere la realtà di diversi paesi: Argentina, Colombia, Venezuela, Uruguay, Messico, Repubblica Dominicana, Angola…Questi scambi hanno un asse comune: la resistenza dei popoli contro l’imperialismo e la globalizzazione.

Conferenza Internazionale di Solidarietà con i Prigionieri Politici. Il 20 maggio, ha inizio a Donostia questa conferenza, che riunisce persone provenienti dall’Europa, dall’Asia, dall’Africa e dall’America, che vuole studiare la realtà dei prigionieri politici a livello mondiale.

Giorno 20. Nella cerimonia di presentazione, si sono ascoltati i messaggi di organizzazioni internazionaliste, si è assistito alla proiezione di video sulla realtà politica attuale di Euskal Herria, sui conflitti mondiali e all’intervento dell’ex prigioniero repubblicano irlandese Mickey Culbert “In Irlanda, siamo stati capaci di rompere con il regime carcerario britannico. Noi prigionieri politici siamo una parte fondamentale nei processi di negoziazione”.
Si è ascoltato il messaggio di Leonard Peltier, incarcerato in Kansas. “Non mi pento della mia vita, mi dispiace solo non avere potuto fare di più”. Oscar López ha inviato il suo saluto a nome delle Fuerzas Armadas de Liberación Nacional de Puerto Rico. La Direzione dei Prigionieri Politici del MRTA del Perú, ha rivendicato il diritto dei popoli a ribellarsi. Messaggi, sono giunti anche dal carcere cileno di Antofagasta e dal Messico.
Una ex prigioniera basca, ha letto il comunicato inviato, come saluto e benvenuto, dal Collettivo dei Prigionieri Politici Baschi: “Tutti i prigionieri politici del mondo sono combattenti per la libertà ed un riferimento di lotta dalle carceri”.
Si sono ricordate espressamente le situazioni di Palestina ed Iraq.

Giorno 21 La Conferenza ha lavorato in tre diversi laboratori: Testimonianze, contesto di lotta e diritti e conflitti, che hanno affrontato l’origine dei conflitti e l’implicazione degli stati. “La testimonianza diretta delle vittime della repressione è fondamentale, in quanto portatrici della cronaca repressiva del conflitto dal quale scaturiscono. È una parte fondamentale della memoria collettiva dei popoli”.
Il laboratorio che ha studiato i contesti, ha evidenziato che “la globalizzazione vuole incarcerare i popoli”.
Durante la giornata, ha preso forza l’idea di creare una rete di solidarietà mondiale con i diritti dei prigionieri politici: “la nostra libertà è incompleta senza quella degli altri”.
Le abituali mobilitazioni del venerdì, in favore dei prigionieri baschi, si sono trasformate in mobilitazioni di appoggio alla Conferenza.

Giorno 22. I prigionieri politici baschi hanno presentato la mozione “Natura politica, soggetto politico”, un documento considerato fondamentale e che apporta assi importanti: “I prigionieri politici esistono in conseguenza di un conflitto politico e, d’altra parte, si trasformano in rappresentanti di questo conflitto. È per questo che gli stati si impegnano nel negare l’esistenza stessa dei prigionieri politici. L’opzione dei prigionieri, di solito, è collettiva, dato che nasce da un processo di lotta congiunto; anche nelle prigioni continuano ad essere legato al processo”.
Il documento è firmato dalle quattro persone che costituiscono la nuova interlocuzione designata dal Collettivo dei Prigionieri Politici Baschi.
Simultaneamente, gli esiliati si scambiavano impressioni ad Uztaritze.

Giorno 23. La Conferenza si è chiusa con la lettura della Dichiarazione finale, che raccoglie le idee fondamentali sviluppate nei giorni precedenti.
A mezzogiorno, si è svolta una manifestazione di massa per le strade di Donostia; il corteo era aperto da tutte le delegazioni internazionali che avevano partecipato all’incontro ed era affiancato dai famigliari dei prigionieri, degli esiliati e dei deportati baschi, che portavano le fotografie dei loro cari.
Un cordiale pranzo popolare, al quale hanno partecipato centinaia di persone, ha costituito la chiusura, calorosa e solidale, della Conferenza.