Non c'è nessun dubbio che arriviamo a questo 1º di Maggio in una situazione nella quale l'Imperialismo Statunitense si sente euforico, sta nello zenit, nella cosa più alta, compiendo passo a passo il sogno della dominazione globale, sogno che deve obbligatoriamente realizzare se desidera mantenere l'accumulazione capitalista fino al" infinito" che gli permetta l'egemonia di fronte ai restanti Imperialismi e paesi di questo pianeta.
Lasciando ad un lato il risultato del confronto bellico in Iraq, qualcosa di pronosticabile d'altra parte, possiamo scorgere questioni più di fondo nella realtà economica, sociale e politica attuale che non devono passarci inosservate.
In primo luogo posto vacante del tutto evidente le conseguenze negative di quello che ha supposto la caduta del Socialismo Reale, fossero di accordo o in disaccordo con quello che esisteva.). Non è la nostra intenzione volere fare un esercizio di nostalgia rispetto al passato, dato che non ci conduce a nessun lato, semplicemente desideriamo constatare una realtà. L'attuale tappa capitalista, denominata da alcuni come neoliberalismo, può capirsi solo da questa prospettiva.
Egualmente, la socialdemocrazia occidentale, tanto orgogliosa del ruolo moderatore del" libero mercato" e di muro di contenimento del comunismo perde la sua ragione esistenziale, osservare la sua deriva attuale è sufficiente per evidenziare la sua sconfitta ideologica, politica, sociale ed economica, che cerca di ricondurre reclamando il giro ad uno Stato del Benessere che il proprio capitalismo si sta incaricando di smantellare. Brutti tempi corrono per il Fordismo ed il Keynesianismo.
Nonostante l'apparizione di nuova tecnologia più produttiva che le fa più flessibile ed il taglio di diritti per lavoratori e classi popolari, dato che hanno bisogno di un mercato lavorativo più docile ed a buon mercato, il tasso di guadagno continua a discendere ed i distinti Blocchi Imperialisti entrano in lite per potere arrivare primi al dominio globale e recuperare il beneficio, come nella tappa anteriore alla Rivoluzione del 17.
Come si riflette nella vita sociale e politica?. L'attuale situazione se qualcosa sta dimostrando è che la Democrazia reale è completamente incompatibile con questo sistema di ipotesi libero mercato. Per il capitalismo i sistemi politici costituzionali nati al caldo della Rivoluzione Americana e Francese non sono più che meri strumenti che quando si intromettono nella sua strada per l'accumulazione sono ignorati, manomessi, modificati a convenienza o distrutti.
Nella nostra realtà più vicina possiamo contemplare le deficienze e limiti della denominata Democrazia Rappresentativa dove la separazione di poteri non è altro che una caricatura di quello che gli istruiti pretesero che fosse. Il mercato e gli interessi che l'accompagnano sono capaci di agire con ogni impunità, dato che per questo sistema di accumulazione, la cosa importante è il commercio ed i suoi benefici, non così l'essere umano.
Qui, in Euskal Herria, sappiamo molto bene con chi stiamo trattando, qui l'Imperialismo si maschera da Costituzionalismo e Statuto che si impegna costantemente nel parlarci dei diritti del cittadino, di libertà individuali, negando a sua volta l'esistenza di diritti collettivi, come i diritti dei lavoratori, dei paesi, della donna, degli omosessuali, degli immigranti, il diritto all'abitazione, ad una sanità ed insegnamento gratuito ed ultimamente quello della libertà di espressione ed associazione, in definitiva il diritto ad una vita degna e non il diritto alla vita a secche.
Nell'Ambiente lavorativo la sua risposta è anche chiara, precarietà lavorativa nascosta dietro la scusa di flessibilità, sinistrosità lavorativa come strategia premeditata della Confindustria che soffrono i lavoratori basci e specialmente le lavoratrici e giovani; in definitivo terrorismo patronale.
I diritti individuali dei Costituzionalisti e Statutari possono intendersi solo in chiave di mercato, in chiave di commercio, in definitiva in chiave capitalista dove tutto si compra e si vende come per la Mafia, sono, chiamiamolo chiaramente, i difensori del Diritto Del Consumatore.
Il Piano Ibarretxe non è altro che il riflesso di quell'acquisto - vendita di diritti, ci parlano dei Diritti Storici per evitare di affrontare l'Autodeterminazione e ci tirano fuori al mercato l'autogoverno come mezzo per aumentare il nostro benessere sociale ed economico, i gestori locali della società di consumo, i difensori del Capitalismo Identidario del txistu.
L'ilegalizzazione di Batasuna suppone per il PNV grandi benefici elettorali, esperto in ridurre costi, la concezione sociale imperante di quello che è il voto utile, votare almeno brutto, lo suppone il mantenimento dell'attuale situazione di conflitto e perfino il suo rinvigorimento. Molti militanti, simpatizzanti, lavoratori e lavoratrici della sinistra tanto progressista come rivoluzianaria non hanno capito ancora che il voto utile non fa altro che puntellare ancora più se sta al sistema.
È necessario capire che solamente dal recupero di una classe lavoratrice organizzata possiamo affrontare la lotta anticapitalista, e di passaggio costruire un progetto che risponda chiaramente agli interessi di questo Paese ed alla sua classe maggioritaria, i lavoratori e lavoratrici baschi. Siamo sicuri che la lotta del Paese Lavoratore Basco porterà ad Euskal Herria all'indipendenza ed il socialismo.

EUSKAL LANGILEARIA AURRERA!!
(Lavoratori Baschi Avanti!; NdT)
Euskal Herriko Komunistak

 

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