Dal quotidiano GARA del 01.04.2004


VAN BOVEN DEPLORA CHE MADRID METTA IN DUBBIO LA DENUNCIA DI TORTURE
Davanti alla Commissione per i Diritti Umani, si dispiace degli "sforzi per screditare la mia relazione" Il rappresentante spagnolo ha espresso la sua "delusione ed amarezza per questa evidente ingiustizia"

Il Relatore Speciale dell'ONU per la Tortura ha ieri riaffermato davanti alla Commissione per i Diritti Umani di questo organismo che i casi di tortura nello Stato spagnolo "benché non siano sistematici, sono stati più che fortuiti". Si è dispiaciuto degli "sforzi delle autorità spagnole per screditare la relazione" e li ha invitati a "riconoscere il problema".

Ainara LERTXUNDI


SAN SEBASTIAN

Theo van Boven, Relatore Speciale dell'ONU per la Tortura, ha ieri presentato davanti alla Commissione per i Diritti umani delle Nazioni Unite la relazione relativa allo Stato spagnolo. In essa si riportano varie denunce di tortura presentate per cittadini baschi tra il 2002 ed il 2003. Contiene anche le conclusioni tratte dalla visita di van Boven nello Stato spagnolo, dal 5 al 10 ottobre, e dieci raccomandazioni per lo sradicamento di questa pratica.
Se la relazione non è stata gradita dall’Esecutivo spagnolo, non lo è stata nemmeno la presentazione. Il suo ambasciatore, davanti agli organismi dell'ONU a Ginevra, Joaquín Pérez Villanueva, ha respinto tutte le affermazioni di Van Boven, accusandolo di avere elaborato la sua relazione "nel vuoto ed in base ad informazioni non verificate". Ha espresso la sua "delusione ed amarezza davanti all'occasione persa e l'ingiustizia evidente che comporta" il documento. Appena terminato il suo intervento, il rappresentante spagnolo si è allontanato senza rispondere alla replica del Relatore, che ha assicurato di essere in grado di sostenere la sua relazione "dal principio alla fine". Davanti alla Commissione per i Diritti Umani, si è dispiaciuto "per gli sforzi delle autorità spagnole per screditare la mia relazione". Ha considerato che le affermazioni formulate contro di lui attentano alla "mia integrità e buona fede".

In una conferenza stampa successiva, ha affermato che io "lavoro solo con fonti affidabili" e ha definito una "vecchia tattica di discredito" il mettere in dubbio l'affidabilità delle fonti di informazione utilizzate. Ha aggiunto che durante la visita fatta in ottobre si è riunito con "avvocati e magistrati di alto livello, che mi hanno confessato, in privato, che queste pratiche sono presenti in Spagna, non in modo sistematico, ma succede".

Nella relazione presentata ieri, l'esperto dell'ONU manifesta che "il trattamento descritto da ex arrestati ­percosse, estenuanti esercizi fisici, 'la borsa' ed umilianti molestie sessuali­ non costituisce una pratica regolare, ma, a mio parere, va oltre un fenomeno puramente accidentale e sporadico". Afferma che "in considerazione della consistenza dell'informazione raccolta e della precisione dei dettagli obiettivi, quelle denunce di tortura e maltrattamento non possono considerarsi inventate".

Van Boven ha raccomandato alle autorità spagnole di riconoscere il problema "perché solo così si potrà lavorare per migliorare la situazione". A questo proposito, ha paragonato lo Stato spagnolo alla "dittatura argentina", pur precisando che il paragone non è relativo alla gravità dei fatti commessi, bensì "alla negazione brutale sull'esistenza di questi trattamenti crudeli ed inumani".


PER IL GOVERNO, LA RELAZIONE È "COSTELLATA DI ERRORI"
A.L.

SAN SEBASTIAN

La relazione del Relatore Speciale dell'ONU sulla Tortura aveva già provocato profondo malessere, nel Governo spagnolo, prima che ieri fosse presentata alla Commissione per i Diritti Umani dell'ONU. Attraverso tre "note verbali", datate 20 gennaio, 2 e 11 febbraio, l’Esecutivo spagnolo aveva espresso la sua "ferma protesta e rifiuto".

In un totale di 87 pagine, l’Esecutivo di Aznar screditava le dieci raccomandazioni ed undici conclusioni di Theo van Boven.

Ha affermato che "i numerosissimi errori concreti che contiene il corpo dalla relazione, sono tanto gravi e di dimensioni tali da screditarla totalmente ed invalidano dette raccomandazioni e conclusioni".

Nella sua relazione, il rappresentante dell'ONU ha raccomandato, tra le altre considerazioni, la deroga del regime di “incomunicación” (isolamento senza neppure l’assistenza di un legale di fiducia, N.d.T.) ed la fine della dispersione (allontanamento dei prigionieri dai loro luoghi d’origine, N.d.T.). La reazione del Governo a queste prese di posizione è stata la seguente:


Sull'isolamento assoluto

"Riassumendo, il Relatore offre una visione della “incomunicación” completamente sfocata e distorta, e pretende di dare l'impressione che la persona soggetta ad “incomunicación” sia sottoposta all'isolamento assoluto ed abbandonata in mani di una forza poliziesca non controllata, il che è assolutamente falso", ha sostenuto. Ha definito "eccezionale che il periodo di “incomunicación” raggiunga i cinque giorni, ed ancora più lo è che prolunghi di altri cinque giorni".

Per la prima volta, il Relatore dell'ONU ha affrontato la dispersione dei prigionieri baschi. Su questa politica ha affermato che "apparentemente non ha base legale e si applica arbitrariamente".

Rifacendosi ad una risoluzione dell'Assemblea Generale dell'ONU, adottata nel 1988, Van Boven ha rimarcato che "se è possibile, la persona arrestata o detenuta dovrà rimanere ragionevolmente vicino al suo luogo di residenza".


La dispersione

In risposta a questa considerazione, il Governo spagnolo ha precisato che "solamente partendo dalla totale ignoranza della realtà istituzionale spagnola o dalla simpatia verso i gruppi terroristici o per i loro obiettivi si può sostenere la concentrazione di tutti i detenuti per terrorismo nelle loro province di origine".

"Benché la legislazione penitenziaria parta dal fatto che devono essere potenziati i vincoli tra i delinquenti e le loro famiglie e l'ambiente comunitario, spesso la rete di relazioni con l'esterno che l'organizzazione terrorista mette a disposizione degli attivisti imprigionati, ostacola il processo di riflessione autocritica finalizzato alla separazione volontaria dall'attività criminale", ha detto.

"Al Governo spagnolo dispiace che il Relatore non abbia assolutamente fatto un'analisi obiettiva e motivata della realtà, presentando una relazione costellata di errori che dimostra una totale ignoranza sia della realtà spagnola, sia dei fondamenti e del funzionamento del nostro sistema giuridico", ha evidenziato l’Esecutivo.

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