LA SINISTRA INDIPENDENTISTA BASCA VUOLE PORTARE ALL'ONU 25.000 DENUNCE CONTRO LO STATO SPAGNOLO
·inquadra questa iniziativa nella dinamica avviata con la proposta di Bergara
Madrid dovrà presentarsi a maggio davanti al relatore speciale per i Diritti umani

Per le prossime settimane, la sinistra indipendentista basca si è data l’obiettivo che almeno 25.000 persone sottoscrivano una denuncia contro lo Stato spagnolo per la "conculcazione di diritti umani, politici e civili" che realizza in Euskal Herria. La raccolta di firme durerà fino al principio della campagna elettorale, alla fine di febbraio. Successivamente, le denunce saranno consegnate al Relatore dell'ONU per i Diritti umani, davanti al quale, lo Stato spagnolo, deve presentarsi a maggio per rispondere delle accuse ricevute negli ultimi anni.

Imanol INZIARTE


SAN SEBASTIAN

Un minimo di mille denunce per ognuno dei 25 anni trascorsi dalla cosiddetta "transizione" alla democrazia. Questo è l'obiettivo che si è posto la sinistra indipendentista basca nella sua nuova iniziativa, volta a "trasformare le elezioni spagnole in elezioni basche" ed a mettere in evidenza "la conculcazione di diritti umani, politici e civili" che subisce Euskal Herria da parte dello Stato spagnolo.
Perciò, il termine fissato è approssimativamente di un mese e mezzo, fino all'inizio della campagna elettorale. Le denunce sottoscritte saranno inviate all'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), concretamente al Relatore per i Diritti umani.

Lo Stato spagnolo ha un’udienza fissata davanti a questo organismo internazionale per il prossimo mese di maggio, a causa delle denunce che ha ricevuto "per diverse conculcazioni di diritti, tra le quali la tortura", ha ricordato il dirigente Joseba Permach.

Nell'unico punto del testo della denuncia, si indica che "lo Stato spagnolo, insieme allo Stato francese, nega l'esistenza di Euskal Herria. Questa negazione ha generato un conflitto permanente e secoli di sofferenza" per la cittadinanza basca.

Si specifica anche che ci è stata imposta "una Costituzione che negava i nostri diritti, ci negano il diritto di autodeterminazione, perseguono la libertà di espressione, criminalizzano la volontà di vivere nella nostra lingua, perseguono l'utilizzo dei nostri simboli, ci negano la possibilità di decidere la gestione delle nostre risorse naturali, economiche ed il nostro sistema politico".

Inoltre, i firmatari di questo documento dichiareranno davanti alle Nazioni Unite che "dallo Stato spagnolo si prendono misure giudiziarie, politiche e poliziesche contro ogni tentativo di organizzarci e strutturarci come popolo, cercando di impedire che ci presentiamo come il popolo che siamo davanti al mondo".

Come "alcune prove di ciò" si citano casi come "la centrale nucleare di Lemoiz, l'entrata nella NATO, l'azione dei GAL, le morti di Joxi Zabala e Joxean Lasa, le chiusure di "Egin", "Egin Irratia" e "Egunkaria", la messa fuori legge di partiti politici ed organizzazioni, gli attacchi contro l'ikurriña (bandiera nazionale basca, N.d.T.), l'utilizzo della tortura, l'apartheid politica contro gli indipendentisti, la dispersione carceraria di prigionieri e prigioniere".

Permach, che si è presentato come "membro della coalizione messa fuori legge Batasuna e persona incriminata dal giudice Garzón", ha sottolineato che i suoi compagni di partito sono solamente "un esempio tra le migliaia di baschi che hanno motivi simili ai nostri per presentare le denunce".

Così, alla conferenza stampa, hanno preso parte Pedro Albite, promotore di AuB (Lista elettorale indipendente alla quale è stato impedito di partecipare alle ultime elezioni, N.d.T.) e "vittima dell'apartheid politica e del broglio elettorale"; Arantza Arruti, imputata nel processo di Burgos, Josu Ormaetxea, che ha passato 19 anni imprigionato e che era fra i feriti da arma da fuoco nelle cariche poliziesche del 3 marzo 1976 a Gasteiz ed Angel Alcalde, ex rifugiato che "ha ricevuto numerose minacce di morte dopo l'attentato che costò la vita a Josu Muguruza (vittima degli squadroni della morte al servizio del Governo spagnolo, i GAL, N.d.T.)".

Il rappresentante indipendentista ha inquadrato questa iniziativa nell'attuale congiuntura "storica" che vive Euskal Herria e nel "processo di dibattito aperto" sul suo futuro.

A questo proposito, ha ricordato la proposta presentata il 16 di dicembre a Bergara, volta a costituire una lista elettorale che si delinei come "interlocuzione nazionale", il cui obiettivo sarebbe "aprire un processo di negoziazione con lo Stato spagnolo affinché sia rispettato il diritto di autodeterminazione".

La manifestazione indetta per questo pomeriggio a Bilbao, in favore del rimpatrio dei prigionieri baschi costituirà anche l'avvio di questa campagna. Lungo il percorso, la sinistra indipendentista basca, collocherà alcuni tavoli affinché chi lo desidera possa sottoscrivere le sue denunce contro lo Stato spagnolo. Questo si ripeterà nelle diverse mobilitazioni di carattere nazionale convocate per le prossime settimane. Si organizzeranno anche tavoli per raccogliere firme nella maggior parte delle località di Euskal Herria.

 

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