| 30/04/03 | Euskal Herria >  Medici allertano su "la situazione di chiaro rischio di vita" 
        di Etxeberria ·Dicen che può resistere sette giorni fino alla sentenza 
        renale" "senza ingerire liquidi un corpo
 La situazione di pericolo sta sottolineò "già" 
        ieri la medico Esti Gorostiaga chi allertò di "la grave situazione, 
        di chiaro pericolo per la sua vita" nella che si trova il carcerato 
        Jesús Mari Etxeberria, in sciopero di fame e sete dal passato mercoledì. 
        Lanciò un messaggio di SOS davanti alla realtà che affrontano 
        i prigionieri che non mangiano né bevono in Valdemoro perché 
        "senza liquidi, un corpo può resistere sette giorni fino a 
        che si prodursi una sentenza renale."  Alazne BASAÑEZ  BILBO  "Senza ingerire liquido, mangiamo o non mangiamo, 
        un corpo può resistere circa sette giorni fino a che si prodursi 
        una sentenza renale", sottolineò ieri la dottoressa Esti Gorostiaga 
        chi non dubitò in definire grave la situazione nella quale si trovano 
        i carcerati che rimangono in sciopero di fame e sete in Valdemoro, con 
        speciale incidenza nello stato in che si troverebbe Jesús Mari 
        Etxeberria che iniziò la protesta il passato mercoledì e 
        che fu protagonista già di un altro simile di quattro giorni dopo 
        essere fermato in dicembre. Mi sembra "una situazione grave, di pericolo 
        chiaro della sua vita", allertò il medico. Alla protesta iniziata per Etxeberria in denuncia della bastonata propinata 
        per un gruppo di funzionari a Bittor Goñi e reclamando la sua uscita 
        della galleria di isolamento si sommarono, il giovedì ed il venerdì, 
        Gotzon Aranburu, Asier Urretabizkaia, Juani Lizaso, Gorka Martinez, Gotzon 
        Beloki, Iñaki Bilbao che ieri fu trasportato all'infermeria, Jon 
        Crespo, Mikel Jauregi, Gorka Lupianez, Iñaki Ramos e Jorge Olaitz. 
        In sciopero di fame si trovano Xabier Aiestaran, Sebas Etxaniz, Karlos 
        Almorza ed Alberto Viedma. Patxi Ruiz, trasportato il lunedì da 
        Almeria, neanche ingerisce alimento né liquidi.
 "Nessuno sa come evolve la situazione, ma parliamo di periodi di 
        ore, di fare qualcosa in ore", allertò la dottoressa Gorostiaga, 
        integrante del gruppo di medici che segue i carcerati politici. "Nel 
        sesto giorno ci troviamo in una situazione di allarme", spiegò 
        in riferimento al tempo che Etxeberria compiva ieri questa protesta. "Nel 
        momento nel che non gli arriva acqua al rene e si esauriscono le riserve, 
        si prodursi la disidratazione ed una sentenza renale." Al tramonto, 
        si diffuse che Etxeberria aveva dolori nei reni e nel corpo. Askatasuna 
        informò che i carcerati che sono protagonista dello sciopero di 
        fame e sete si sentono deboli.
 La dottoressa Gorostiaga precisò che i fallimenti renali acuti 
        presentano una mortalità del 30 percento, "percentuale niente 
        piccolo" perché questa casistica si riferisce a malati che 
        sono ricoverati o sommessi a controllo medico. Nel caso di Etxeberria 
        non è esistito exámen né inseguimento medico alcuno 
        fino al lunedì, giorno in cui un atto del giudice di Vigilanza 
        Penitenziaria sollecitò a che lo fossi salvaguardato la vita in 
        risposta alla petizione degli avvocati che lo fossi tirato fuori dal modulo 
        di isolamento e gli fossi garantito un inseguimento medico. I medici della 
        prigione si sono limitati a prenderlo la tensione, "senza dirgli 
        almeno come l'ha", denunciarono.
 L'indice di moria si precipita al 50 percento se il paziente presenta 
        una denutrizione protéica. "Uno di ogni due può decedere 
        se si scopre un livello basso di proteine in sangue che normalmente è 
        abituale negli scioperi di fame", indicò Gorostiaga. Sottolineò, 
        in questo punto, che Etxeberria realizzò già un sciopero 
        di fame e di sete in dicembre, protesta che "lascia sequele a lungo 
        termine. È comprovato che dopo ogni riposa l'organismo reagisce 
        prima. I sintomi che si premuniscano si presentano in periodi più 
        precoci."
 Gorostiaga notò che in medicina ci sono "sempre sorprese" 
        e precisò che c'è rischio dal primo "momento" 
        nel quale incomincia un sciopero di fame e di sete. "Sembra che come 
        c'è stata gente che è stato 50 giorni senza ingerire alimenti, 
        quelli che portano quindici non abbiano rischio. Quello è completamente 
        falso", sottolineò.
 Indicò, tuttavia, che nelle proteste nelle che non si ingerisce 
        alimento alcuno il margine di manovra è più ampio, non così 
        negli scioperi di sete, nelle quali il deterioramento è rapido. 
        "Il margine di manovra negli scioperi di sete è di giorni." 
        Allertò, per ciò, sullo stato di Etxeberria e non dubitò 
        di segnalare che la situazione di pericolo sta "già." 
        Ricordò, inoltre, che la sporcizia ambientale non è la migliore 
        alleata per l'inmunosupresión la mancanza di difese che accompagna 
        allo sciopero di fame in una fase avanzata. Il vicino di Orereta è 
        protagonista anche di un sciopero di hiegiene fa le sue minzioni e defecazioni 
        nella cella in denuncia del regime di isolamento applicato nella prigione.
 Gorostiaga spiegò che i pazienti che hanno sofferto situazioni 
        critiche e che li hanno superate trascinano un'insufficienza renale cronaca 
        che "necessita di tutta la vita alcuni attenzioni nell'alimentazione, 
        in complementi vitaminici...."
 Sottolineò, nonostante, la difficoltà di descrivere e diagnosticare 
        lo stato di salute dei carcerati perché non abbiamo avuto possibilità 
        di fargli prima un riconoscimento. Il nostro inseguimento si adatta al 
        contatto coi parenti ed alle conversazioni coi medici delle prigioni per 
        telefono."
 Dopo insistere in che è difficile predire l'evoluzione degli avvenimenti, 
        manifestò che il recupero dei pazienti che hanno sofferto una sentenza 
        renale richiede l'ospedalizzazione. "Una disidratazione prodotta 
        durante sei giorni per ieri in una persona che fa sciopero di fame e che 
        fa poco fece altra... Vediamo come la conclusione è nelle prossime 
        ore."
 
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