La giudice Murillo frena l'accesso a rapporti segreti dal 1989 
          ·Permette unicamente alcune ore agli avvocati della difesa per 
          rivedere 500 tomi accumulati dall'istruttore Garzón 
        Revocando la decisione adottata ufficialmente il giorno precedente, 
          la presidentessa del tribunale del giudizio del "caso" 18/98, 
          Angela Murillo, impedì ieri che le difese accedessero alle diligenze 
          accumulate dal giudice Garzón dal 1989 e che sono state segrete 
          fino ad ora. Argomentò per ciò la necessità di 
          confermare la provenienza dei documenti la cui dimensione ha superato 
          lo stesso tribunale, poiché apparentemente si avvicina ai 500 
          tomi. A dispetto di ciò la giudice ha concesso solo alcune ore, 
          in differenti giorni delle ferie natalizie, affinché le difese 
          rivedano il loro contenuto. Iñigo Iruin domandò "che 
          poderose ragioni" esistono per agire in quella maniera. 
        MADRID 
        Gli avvocati che costituiscono la difesa nel sommario 18/98 stanno 
          da due anni cercando di accedere ad alcune prove documentali fondamentali 
          per esercitare il loro diritto alla difesa, prove che furono sollecitate 
          alla Sala con carattere anticipato e che, per legge, sarebbero dovute 
          essere a loro disposizione prima dell'inizio delle udienze. Si tratta 
          delle diligenze previe 75/89 che inglobano tutte le relazioni poliziesche, 
          trascrizioni di conversazioni telefoniche intercettate ed altri documenti 
          con cui si sono andati ingrassando sommari istruiti dal giudice Baltasar 
          Garzón dal 1989. 
          La trascendenza "evidente" di questo materiale fu rimarcata 
          ieri dal letterato Iñigo Iruin che spiegò per rendere 
          conto della stesso che "dal foglio uno” del sommario 18/98 
          si fa menzione a queste diligenze. Indicò, ugualmente, che oltre 
          a stare nell'origine di questo sommario e di altri processi giudiziari, 
          ci sono anche relazioni poliziesche che sono basate sul contenuto del 
          75/89, fino ad ora segreto. 
        Sotto segreto per anni 
        Tutto questo materiale è stato durante questi anni sotto un 
          assoluto segreto, in modo che i difensori non vi hanno potuto accedere. 
          Neanche ieri, nonostante il fatto che la giudice dettò formalmente 
          il martedì che avrebbero potuto farlo. 
          Quello giorno, di mattina, quello che gli avvocati avevano sollecitato 
          per tanto tempo arrivò finalmente alle installazioni che l'Udienza 
          Nazionale ha nella Casa de Campos. E si scoprì allora che si 
          tratta, apparentemente, di niente meno che circa 500 tomi di relazioni, 
          documenti e trascrizioni. 
          Quella stessa mattina, la presidentessa del tribunale, Angela Murillo, 
          annunciò agli avvocati che andavano ad avere accesso agli stessi, 
          e dettò un provvedimento a tale effetto. Nella stessa dettagliava 
          che potevano accedere a tutto il materiale, eccetto al "pezzo di 
          protezione di identità." 
          All'inizio della sessione vespertina, tuttavia, l'avvocato Arantza Zulueta 
          spiegò al magistrato che non avevano potuto vedere i documenti. 
          Sottolineò anche che sono prove anticipate e che la difesa dovrebbe 
          esserne in possesso, se non degli originali, per lo meno delle loro 
          copie. 
          Aggregò che, al fine di facilitare il lavoro, loro stessi erano 
          disposti a mettere a disposizione tutti i mezzi tecnici necessari per 
          potere contare su quel materiale tanto necessario. 
          Murillo, da parte sua, ammise di sentirsi sorpresa per il volume di 
          prove che era arrivato: «Ci siamo trovati con un cumulo di scatole 
          inimmaginabile", espose. "È difficile da immaginare 
          quello che c’è lì", enfatizzò la giudice, 
          evidenziando, senza volerlo, la forma irregolare nella quale si è 
          sviluppato tutto questo processo. Che in un sommario di queste caratteristiche 
          il tribunale evidenzi tale ignoranza su alcune prove tanto numerose 
          e fondamentali dà una misura di come si sta sviluppando il giudizio 
          e delle condizioni nelle quali deve lavorare la difesa. 
          Alle 9.30 di ieri, gli avvocati accorsero alla sede giudiziaria per 
          vedere le prove e, davanti alla loro sorpresa, un funzionario giudiziario 
          glielo impedì. Dopo avergli ricordarto gli avvocati il contenuto 
          del provvedimento della giudice, egli li informò che questa aveva 
          ordinato posteriormente che non fosse permesso loro di accedere al materiale. 
        
        "Per quali strane ragioni?" 
        Minuti più tardi, prima di dare inizio all’udienza, Iñigo 
          Iruin prese la parola per chiedere spiegazioni alla giudice. "Vogliamo 
          conoscere che poderose e strane ragioni ci sono affinché sia 
          successo qualcosa di tanto illogico e fuori del comune in un processo 
          giudiziario", espose l'avvocato, in riferimento a che in appena 
          alcune ore si sarebbe ritrattato a quella maniera ed avrebbe lasciato 
          senza effetto un provvedimento formale. 
          Murillo argomentò che, davanti alla quantità di materiale 
          accumulato, il tribunale voleva solo comprovare "che tutto il materiale 
          è arrivato e c’è sta tutto completo." Aggregò 
          che "se non è oggi, l'avranno a loro disposizione tra alcuni 
          giorni." 
          Iruin domandò allora che necessità aveva che il tribunale 
          comprovasse qualcosa che arrivava dallo stesso tribunale, a cui il magistrato 
          replicò che "quello" già è spiegato. 
          L'avvocato della difesa presentò allora una protesta formale, 
          e denunciò che si stava violando il diritto ad un giudizio giusto. 
          I suoi compagni di banco fecero loro la denuncia. 
          Dopo aver terminato la sessione mattutina, il tribunale comunicò 
          agli avvocati che aveva fissato sei giorni 29 e 30 di dicembre, e 2, 
          3, 4 e 5 di gennaio, in alcune ore determinate, affinché possano 
          guardare i documenti. 
          Saranno di pomeriggio per due giorni e quattro di mattina, in sede giudiziale, 
          a Madrid, e con un orario molto ridotto. Dato il volume del materiale, 
          è facile dedurre che appena potranno sfogliarlo. 
          In quello che riguarda la sessione in sé, Carlos Trenor terminò 
          la sua dichiarazione facendo riferimento al pezzo del "caso Joxemi 
          Zumalabe." Il pubblico ministero accusa questa fondazione del cui 
          patronato forma parte Trenor, di "promuovere la strategia di disubbidienza 
          civile progettata da ETA", tesi che smentì completamente 
          il conosciuto avvocato civilista. 
          Come fece il martedì, spiegò alla Sala gli obiettivi ed 
          il lavoro di Joxemi Zumalabe Fundazioa di appoggio e promozione dei 
          movimenti sociali di Euskal Herria ed emerse che non ha nessun vincolo 
          con gruppo politico alcuno. 
        La Guardia Civil trattiene per ore vari accusati 
          La Guardia Civil trattenne ieri al ritorno da Madrid, per due ore e 
          un quarto in Boceguillas (Soria), gli incriminati Natale Landa, Xabier 
          Arregi, Javier Salutregi, Imanol Iparragirre, Pablo Gorostiaga, Juan 
          Mari Mendizabal ed Isidro Murga, insieme a Julen Aginako che si incarica 
          delle relazioni con la stampa in questo giudizio. Come raccontarono, 
          gli agenti perquisirono loro tutti gli effetti personali uno ad uno, 
          prima di lasciarli andare. -