A::
"mail list Co. Euskadi bari" <Paesibaschiliberi@autistici.org>

Oggetto:
[Paesibaschiliberi] ucciso presunto militante di ETA nel Paese Basco

Data:
Tue, 16 Sep 2003 15:45:40 +0200 (CEST)

SPARATORIA MORTALE AL PASSO DI HERRERA

ARKAITZ OTAZUA È MORTO PER UN COLPO D’ARMA DA FUOCO ALL’INGUINE E LA ERTZAINTZA CERCA UN FUGGITIVO

Gli agenti feriti migliorano, anche se uno di essi è stato ferito da tre proiettili al volto

Il giovane di Bilbao, Arkaitz Otazua è morto a causa di un solo colpo d’arma da fuoco all’inguine, secondo il risultato dell’autopsia eseguita ieri sul suo cadavere. Questo è stato trovato nelle prime ore del mattino, secondo quanto affermato dal Dipartimento degli Interni, quasi dieci ore dopo che si era verificato lo scontro a fuoco con agenti della Ertzaintza (Polizia Autonoma Basca, N.d.T.) al passo di Herrera, ad un centinaio di metri da quel luogo. Fino a ieri notte, quando la strada è stata riaperta, nessuno, salvo gli agenti della Polizia Autonoma, ha avuto accesso alla zona, dato che la Ertzaintza ha effettuato una vasta operazione nel corso della quale sono state bloccate tutte le vie d’accesso, con l’intenzione di cercare di arrestare l’altro partecipante alla sparatoria, identificato come Asier Mardones. Per quanto riguarda gli ertzainas (agenti della Polizia Autonoma basca, N.d.T.) feriti, uno di loro ha tre ferite da proiettile al volto, anche se
secondo coloro che lo hanno visitato, a Gasteiz, la sua vita non è in pericolo. Arnaldo Otegi e formazioni nazionaliste hanno preteso che i fatti siano completamente chiariti e hanno chiesto soluzioni che evitino casi come questo.

GARA

IL CADAVERE DI ARKAITZ OTAZUA È STATO TROATO ALL’ALBA, NOVE ORE DOPO LA SPARATORIA

GASTEIZ

Passate le 8,00 di ieri, la Ertzaintza ha comunicato la scoperta del cadavere di uno dei presunti autori della sparatoria che ha avuto luogo al passo di Herrera verso le 22,30 di domenica. Nel corso della mattinata era già filtrata la notizia che uno di loro poteva essere ferito.

Il corpo di Arkaitz Otazua è stato rinvenuto nelle immediate vicinanze del luogo dell’attentato, nel
punto conosciuto come «Balcón de la Rioja», situato sulla strada A-2124. Nessuno, salvo gli agenti di polizia, ha avuto accesso alla zona, agreste e ricca di grotte.

L’operazione poliziesca sviluppatasi ai piedi della sierra di Toloño per cercare Asier Mardones,
identificato come l’uomo datosi alla fuga dopo la sparatoria, , si è intensificata in mattinata con
l’impiego di elicotteri e cani. Il cordone di polizia che sbarrava il passo di Herrera è stato tolto pochi minuti prima delle 21,00, benché le ricerche continuino.

I fatti sono iniziati alle 22,15 di domenica, quando secondo il Dipartimento degli Interni, è stata
ricevuta una chiamata al centro comunicazioni di SOS-Rioja nella quale si avvertiva di un supposto incidente stradale al passo di Herrera, precisamente sulla strada A-2124, che unisce Gasteiz alla regione della Rioja. Secondo i dati forniti dal consigliere agli Interni di Lakua (sede del Governo Autonomo Basco, N.d.T.), Javier balza, gli ertzainas hanno trovato un’automobile messa di traverso sulla strada e sono stati fatti segno di colpi d’arma da fuoco ancora prima che scendessero dalla loro autopattuglia. Rispetto all’arma impiegata, ha spiegato che si è trattato di un fucile da caccia a canne mozze, anche se non ha escluso che gli attaccanti fossero armati di
pistole, a causa delle munizioni rinvenute, secondo la Polizia autonoma, nel veicolo abbandonato. Dopo la sparatoria, gli attaccanti sarebbero fuggiti a piedi dal luogo, situato sulla sierra di Toloño, a circa trentadue chilometri da Gasteiz.

L’identità di questi due giovani non è stata confermata ufficialmente dal Dipartimento agli Interni
di Lakua che, fino a ieri sera, non ha fatto menzione dell’accaduto al passo di Herrera nella sezione dei comunicati stampa del suo sito internet. Dopo aver fatto visita agli agenti feriti, Balza ha evitato di confermare le identità. Ciononostante, fonti degli investigatori hanno affermato che i fuggitivi avevano lasciato una carta d’identità in uno zaino all’interno della vettura.

Nei primi momenti dell’operazione, la Ertzaintza ha individuato, a meno di cinquanta metri dal luogo dell’attentato, al «Balcón de la Rioja», due persone legate ad un albero e ammanettate, il cui veicolo era stato rubato. È stato precisato che i proprietari del veicolo sono una coppia domiciliato a Logroño, località nella quale lo stesso è immatricolato.

A quanto pare, la coppia ha dichiarato che pochi minuti prima, alcuni incappucciati che parlavano a nome di ETA avevano loro sottratto l’automobile, puntando loro contro una pistola e che li avevano abbandonati nel luogo indicato.

Quanto alla situazione clinica dei due ertzainas feriti nella sparatoria, l’ultimo bollettino medico
emesso nel pomeriggio, segnalava che il loro stato rimaneva stabile in un quadro di gravità.

L’agente identificato come G. E. G. è stato ricoverato all’ospedale di Santiago con tre fori d’ingresso da proiettile sul viso. L’altro, identificato come JJ.L.I. è ricoverato all’ospedale di Txagorritxu e presentava una ferita da arma da fuoco al braccio.

L’AUTOPSIA RIFERISCE DI UN SOLO COLPO ALL’INGUINE

GARA

GASTEIZ

Dopo il suo rinvenimento, il corpo senza vita di Arkaitz Otazua è stato trasferito all’Istituto
Anatomico Legale di Gasteiz affinché fosse effettuata l’autopsia. In mancanza di qualsiasi tipo di
comunicazione ufficiale, che è stata una costante per tutto il giorno, le agenzie di informazione spagnole, citando «fonti investigative», hanno indicato che il giovane originario della Biscaglia è stato colpito da un solo proiettile che ha impattato nella zona inguinale.

Hanno specificato che il proiettile è penetrato dalla parte anteriore del corpo e che è uscito da quella posteriore, anche se non è stato chiarito se si trattasse della destra o della sinistra dell’inguine. Non è stato neppure fornito alcun altro dato circa l’autopsia.

RICERCA DEL PROIETTILE

Le stesse fonti hanno dichiarato che la Ertzaintza continua a cercare nei dintorni del luogo dove è
avvenuta la sparatoria fra i due agenti ed i presunti attivisti il proiettile che ha colpito Otazua.

Hanno aggiunto che fino a quando questo proiettile non sarà ritrovato, non sarà possibile individuare con esattezza con quale arma sia stato esploso lo sparo mortale.

SI IPOTIZZA CHE UN’ALTRA PERSONA ABBIA ACCOMPAGNATO GLI ATTENTATORI SUL POSTO

Secondo quanto comunicato dal Dipartimento agli Interni tramite il suo sito internet, la Ertzaintza,
ieri pomeriggio, cercava di individuare una Ford Mondeo di colore grigio metallizzato «per il suo
presunto coinvolgimento nei fatti». Fondi investigative ipotizzavano che una terza persona
avesse accompagnato gli attentatori in detto veicolo.

OTEGI: «QUALCUNO RUBA A QUESTI GIOVANI LA POSSIBILITÀ DI VIVERE LIBERTÀ E IN PACE»

Auspica che si agisca «con responsabilità politica» per evitare il ripetersi dei drammi

A fronte di coloro che annunciavano che settembre sarebbe stato «il mese di dibattiti e delle
soluzioni», Arnaldo Otegi ha ieri constatato che «la cruda realtà è tornata ad imporsi». Il portavoce indipendentista ha rimarcato la tristezza per l’accaduto al passo di Herrera e ha ricordato «gli arresti, le denunce di tortura e la proibizione di accogliere i prigionieri politici messi in libertà» registrati nel corso di questo mese e ha reclamato «responsabilità politica» per cercare una vera soluzione.

Imanol INZIARTE

DONOSTIA

Una persona morta, due ferite e un’altra in fuga. È il bilancio di una situazione che Arnaldo Otegi non ha esitato a definire, in serata, come «triste» e «drammatica».

In una conferenza stampa indetta d’urgenza, Otegi si è presentato, a Donostia, insiemae a Joseba Permach per valutare, con i dati dei quali disponeva in quel momento, l’accaduto al passo di Herrera. Il portavoce della Sinistra indipendentista basca ha sottolineato il fatto che il morto «era una persona molto giovane, di 24 o 25 anni, vale a dire, della generazione dello Statuto». A questo proposito, ha considerato che «è un dramma che un ragazzo di 24 anni impugni le armi in
pieno XXI° Secolo. È morto sul bordo di una strada, sicuramente ucciso a colpi d’arma da fuoco».

«Qualcuno ruba a questi giovani la possibilità di vivere come baschi, in libertà ed in pace», ha
proseguito Otegi, che in precedenza aveva dichiarato che coloro che saranno «più felici» per questi avvenimenti sono «quelli che comandano a Madrid».

Di fronte alla sparatoria mortale, il rappresentante della Sinistra indipendentista ha auspicato che si
agisca a partire dalla «responsabilità politica» e ha chiesto se «questa è la soluzione di Balza
(Consigliere agli Interni del Governo Autonomo Basco, N.d.T.)» al conflitto politico che subisce Euskal Herria (Paese Basco, N.d.T.) e contemporaneamente ha ricordato le dichiarazioni del consigliere agli Interni del Governo di Lakua nelle quali ha espresso la sua fiducia di farla finita con «ciò che resta di ETA» attraverso vie esclusivamente poliziesche.

«Qualcuno ha detto che settembre sarebbe stato il mese del dibattito e delle soluzioni -ha aggiunto Otegi-, ma la cruda realtà è tornata ad imporsi».

Ripercorrendo gli avvenimenti dell’ultimo mese, ha elencato «gli arresti, le denunce di tortura, le
proibizioni di accogliere i prigionieri politici rimessi in libertà». In questo contesto, ha sostenuto
la necessità di un dibattito, ma non sul modello di quello sostenuto dal lehendakari (presidente del
Governo Autonomo Basco, N.d.T.), Juan José Ibarretxe, ma di uno «che vada alle radici del conflitto politico».

Arnaldo Otegi ha considerato che «non è un dibattito responsabile» quello che «prolungherà solo il conflitto» e ha ribadito l’offerta della Sinistra indipendentista di collaborare con tutti coloro che
considerano che «questo paese ha diritto a vivere in pace e ad essere lasciato in pace. Non collaboreremo con coloro che vogliono solo mettere delle pezze».

LA MANCANZA DI NOTIZIE, «ASSOLUTAMENTE CRUDELE»

I.I.

DONOSTIA

La conferenza stampa dei membri della Mesa Nacional (Organismo dirigente della Sinistra indipendentista basca, N.d.T.) Arnaldo Otegi e Joseba Permach è iniziata alle 16,30. A quell’ora l’identità della persona morta nella sparatoria con agenti della Ertzaintza al passo di Herrera si conosceva solo ufficiosamente. Non era noto neppure il nome del presunto fuggitivo, la cui fotografia è stata successivamente diffusa dal Dipartimento agli Interni.

Otegi ha definito «pornografia poliziesca e mediatica» l’assoluta mancanza di informazioni a un giorno di distanza dall’accaduto. «Non sappiamo niente; né chi è morto, né come è morto, né chi lo ha ucciso, né che ferite ha riportato». Ha considerato che il modo di agire del Dipartimento agli Interni del Governo di Lakua in merito è stato «assolutamente crudele».

Gli unici dati, provenienti da indiscrezioni poliziesche e senza alcun tipo di conferma ufficiale,
davano come nomi quelli di Arkaitz Otazua e Asier Mardones, secondo quanto riferito da Arnaldo Otegi.

Otegi ha indicato, a questo punto, che «il morto ha una famiglia, come gli ertzainas» e ha sottolineato che «centinaia di famiglie non sanno se è loro figlio quello che è morto su una montagna di Euskal Herria».

LA POLIZIA AUTONOMA CERCA UNA TERZA PERSONA DOPO LA SPARATORIA DI HERRERA
Fonti del Dipartimento agli Interni di Lakua hanno confermato che continua il rastrellamento al passo di Herrera, in cerca di Asier Mardones, giovane fuggito dopo una sparatoria con la Ertzaintza nella quale è morto Arkaitz Otazua, originario di Bilbao. A quanto pare, la Ertzaintza, che già ieri aveva diffuso la targa di un veicolo che sta cercando di localizzare, ipotizza che una terza persona abbia appoggiato la fuga.

GARA

HERRERA

L’operazione della Ertzaintza prosegue nelle vicinanze del passo di Herrera, in cerca di Asier Mardones.

In una conferenza stampa tenuta questa mattina, il Dipartimento agli Interni di Lakua, rendeva noto che la Ertzaintza sta cercando anche una terza persona che, a quanto si presume, avrebbe aiutato a fuggire Arkaitza Otazua, il cui corpo senza vita è stato trovato ieri, e Asier Mardones.

Fonti della polizia si basano sugli indizi scoperti nel corso di una perquisizione realizzata in una casa dei famigliari di Arkaitz Otazua, situata vicino ai luoghi dove sono avvenuti i fatti, precisamente nella località di Entrena (Rioja).

In questo immobile, sempre secondo informazioni fornite dal Dipartimento agli Interni, la Ertzaintza ha ieri localizzato “tre letti disfatti”.

Per contro, da ieri sera, sul sito internet della Ertzaintza, compare una fotografia di Asier Mardones, ventitreenne originario di Bilbao, e un nota stampa nella quale si comunica che la Ertzaintza sta tentando di localizzare “un automobile Ford Mondeo, targata BI-9278-BT, di colore grigio metallizzato, per il suo presunto coinvolgimento nei fatti”.

Editoriale del quotidiano GARA del 16.09.2003

LA TRAGEDIA DELLA MANCANZA DI NOVITÀ

Nulla di quanto accaduto al passo di Herrera, dove è morto il giovane Arkaitz Otazua e sono rimasti feriti due ertzainas, è essenzialmente nuovo. Non è nuovo che cittadine e cittadini baschi optino per la lotta armata come migliore maniera, secondo loro, di contribuire a fare in modo che si rispettino i diritti di Euskal Herria: diverse generazioni, da decenni, lo stanno facendo con le più varie formule di strutturazione interna. Non è nuovo neppure che tutti gli agenti della Ertzaintza siano nel mirino di ETA: questo è stato dimostrato dall’attentato con auto-bomba del 9 marzo 2001, a Hernani, e dall’uccisione a colpi d’arma da fuoco di due ertzainas che dirigevano il traffico, a Beasain, il 24 novembre dello stesso anno. Non sono nuove le imboscate a forze di polizia, né lo è il fatto che in esse muoia qualcuno degli attaccanti. Non è neppure nuovo che questa morte si avvolta in oscure circostanze che, in alcune occasioni, non si sono mai chiarite. È anche una pratica comune del Dipartimento agli Interni del Governo di Lakua occultare l’identità
dei presunti militanti di ETA morti per, giocando con la sofferenza di decine di famiglie basche che hanno qualche congiunto fuggito dal suo domicilio, cercare di ottenere qualche risultato operativo. Neppure le reazioni di governi e portavoce politici hanno comportato alcuna novità. Purtroppo, il dolore e la sofferenza, non sono niente di nuovo in Euskal Herria. Dolore e sofferenza che, oggi, sono specialmente intensi fra i famigliari di Arkaitz Otazua, ai quali è necessario essere vicini nei sentimenti. Neppure per i feriti e per Asier Mardones, che è considerato coinvolto nella sparatoria e che è ricercato dalla Ertzaintza, questi sono momenti facili.

Di fronte ai fatti concreti del passo di Herrera, è urgente che si chiariscano tutti i punti dell’accaduto, il modo nel quale si sono verificati i fatti, e quanto avvenuto dal momento in cui c’è stato lo scambio di colpi fino a quando è stato reso noto il rinvenimento del cadavere di Arkaitz Otazua.

Quanto al violento conflitto che persiste in Euskal Herria, è tempo di porre quanto prima le basi che rendano possibile la normalizzazione per vie democratiche e pacifiche. Nell’acordo di Lizarra – Garazi la maggioranza politica e sociale del paese Basco fu capace di fare una diagnosi comune del grave problema che ci riguarda e del modo di trovare vie di risoluzione. Benché la storia non si ripeta, solo con basi simili a quelle si potrà costruire la via d’uscita all’attuale circolo vizioso.

 

Atzera (indietro)