VITTIME SACRIFICALI
         
        Un'altra prigioniera politica 
          basca è stata trovata morta, impiccata, nella sua cella. Questa 
          volta è toccato ad
          Ohiane Errazkin Galdos, nel carcere francese di Fleury-Merangis.
          Si tratta del decimo prigioniero politico basco morto nelle carceri 
          spagnole e francesi negli ultimi 25 anni, come
          testimoniato dall'elenco pubblicato da Gara:
        08/07/04 | Notizia attualizzata alle 14:50
        AZKENAK >ULTIME
        Decimo prigioniero politico basco morto nelle 
          carceri spagnole e francesi.
        GARA
        Prigionieri politici baschi morti nelle carceri 
          spagnole e francesi.
        19 giugno 1981: Juan José Crespo Galende. 
          Morì a Carabanchel dopo 85 giorni di sciopero della fame.
          26 giugno 1985: José Ramón Goikoetxea Bilbao, di 25 anni.
          9 giugno 1986: Joseba Asensio, ad Herrera de la Mancha.
          2 marzo 1988: Mikel Lopetegi Larrarte, di 34 anni ad Herrera de La Mancha.
          15 giugno 1988: Juan Carlos Alberdi Martiarena.
          30 novembre 1990: Mikel Zalakain nel carcere di Martutene.
          27 gennaio 1991: Jean Groix nel carcere di Fresnes.
          7 febbraio 1997: Jose Mari Aranzamendi nel carcere di Alcalá
          20 luglio 1997: Juan Carlos Hernando nel carcere di Torrecica (Albacete)
          8 luglio 2004: Oihane Errazkin nel carcere francese di Fleury-Mérogis
          (¨*) 23 gennaio 1997: Jean Luc Maillet a Fresnes. Tenente della 
          Gendarmeria incarcerato per presunta collaborazione
        con ETA
        
        Si tratta dell'ennesima vittima della politica 
          di dispersione ed annientamento attuata contro il Collettivo di
          Prigioniere/i Politiche/i basche/i, politica che ha colpito e colpisce 
          anche i familiari, vittime anche loro della
          rappresaglia degli stati spagnolo e francese, costretti a subire costi 
          e fatiche enormi per raggiungere i loro
          congiunti in carceri lontane da Euskal Herria, e spesso vittime di gravissimi 
          incidenti stradali.
          A quanto pare, possono cambiare i governi, in questo o quello Stato, 
          ma non cambiano i metodi sanguinari della
          repressione e dello sfruttamento.
          Come l'altro ieri è successo a Genova, dove nelle acciaierie 
          ILVA si sono verificate tre esplosioni incidentali
          causando dodici feriti, lo stesso è successo nelle acciaierie 
          di Sestao, con sei feriti.
          L'articolo di Gara:
        08/07/04 | Notizia attualizzata alle 20:05
        AZKENAK >ULTIME
        INCIDENTE MULTIPLO SUL LAVORO
          Sei lavoratori feriti a causa di una esplosione nelle acciaierie di 
          Sestao.
          Sei lavoratori sono risultati feriti questa sera, verso le 18.00, quando 
          un forno dell’Acciaieria Compacta de Bizkaia
          (ACB) a Sestao ha prodotto una esplosione, secondo fonti del Dipartimento 
          del Lavoro di Lakua.
        GARA
        SESTAO-. Quattro dei lavoratori hanno subito 
          ustioni, mentre altri due sono stati trasportati all’ospedale 
          a causa
        di traumi. Tutti sono all’Ospedale di Gurutzeta.
          Secondo le informazioni raccolte da questo quotidiano, uno dei lavoratori 
          sarebbe grave.
          A quanto pare, si sarebbe prodotta una fuga di acqua in uno degli iniettori, 
          cosa che ha provocato due prime
          esplosioni e, successivamente, una terza di maggiore intensità.
        Se è vero che la situazione repressiva 
          è maggiormente intensa in Euskal Herria, a causa di un più 
          aòlto livello di
          scontro sociale e politico, vero rimane comunque il fatto che di qualunque 
          colore o tessuto sia il guanto che la
          nasconde, la mano dello sfruttamento e dell'oppressione sugli sfruttati 
          è dovunque la stessa, uguale il prezzo da
          pagare per un salario di pura sussistenza, uguale l'accanimento contro 
          chi si pone al di fuori di questa logica, e di
          questo, anche le carceri dello stato italiano ne sano qualcosa.
        Esprimiamo la nostra massima solidarietà 
          a tutte/i le/i lavoratrici/ori vittime dello sfruttamento, ed a tutte 
          le
          vittime della rappresaglia degli stati.
        Come dice un murale apparso nella sua città 
          d'origine, Donosti,
          Agur Ohiane, gogoan zaitugu (resisti con noi)
        
