dal quotidiano GARA del 21.02.04 
      GARZÓN PRETENDE DI ADDOSSARE 
        A BATASUNA TUTTA LA SPESA CHE ATTRIBUISCE ALL'AZIONE DI ETA  
        Ordina di stimare persino le spese relative ai prigionieri baschi e le 
        pensioni delle vittime di attentati  
         
        Il giudice Baltasar Garzón ha preso un'altra iniziativa senza paragone: 
        ha inviato varie circolari a diverse istanze del Governo spagnolo affinché 
        lo ragguaglino sul costo della lotta anti-ETA, compresi danni di attentati, 
        spese di mantenimento dei prigionieri o pensioni a vittime, come ha constatato 
        GARA. L'iniziativa e stata adottata nell’ambito dell’inchiesta 
        contro Batasuna, pertanto bisogna concludere che l'obiettivo finale è 
        tentare di addossarle questi importi.  
         
        Ramón Sola  
         
         
        SAN SEBASTIAN  
         
        La giudice Teresa Palacios su incarico di Garzón, che si trova 
        in Messico ha firmato queste richieste di informazioni, alle quali 
        ha avuto accesso GARA, lo scorso 16 febbraio, nel quadro dell’inchiesta 
        aperta contro Batasuna ed in seguito alla quale, anticipando la messa 
        fuori legge, il magistrato decretò la sospensione delle attività 
        della formazione indipendentista il 26 agosto 2002.  
      In concreto, si rivolge alla Segreteria 
        di Stato per la Sicurezza del Ministero dell'Interno affinché comunichi 
        "i costi annuali, materiali e per il personale, diretti ed indiretti, 
        sopportati in relazione con la lotta contro il terrorismo di ETA. Compresi 
        quelli derivati della custodia e trasferimento dei detenuti", aggiunge. 
        Contemporaneamente, chiede alle Istituzioni Penitenziarie che dettaglino 
        il costo che provocano "i detenuti di ETA".  
         
        Alla Vicedirezione Generale per l’Assistenza alle Vittime, la Audiencia 
        Nacional (Tribunale speciale, N.d.T.), chiede l’ammontare delle 
        indennità pagate "e di qualunque altra spesa sostenuta da 
        questa Vicedirezione Generale in relazione con le vittime del terrorismo 
        di ETA". A questo scopo, si rivolge anche alla Direzione Generale 
        per le Spese per il Personale e per le Pensioni Pubbliche del Ministero 
        del tesoro e delle finanze. Si rivolge anche alla Vicedirezione Generale 
        per la Gestione delle Prestazioni del Ministero spagnolo del Lavoro e 
        Temi Sociali, affinché gli comunichi "l'importo annuale delle 
        pensioni pagate e di qualunque altra spesa sopportata in relazione con 
        le vittime del terrorismo di ETA".  
         
        Oltre a tutto ciò, il procuratore trasmette un’altra circolare 
        al Consorzio per i Rimborsi Assicurativi del Ministero dell’Economia, 
        nella quale chiede "l'importo dei pagamenti effettuati in relazione 
        col terrorismo di ETA", cioè, per i danni provocati dai suoi 
        attentati.  
         
        Non è la prima volta che il giudice Garzón richiede un elenco 
        di danni economici per imputarli a qualcuno in una delle sue inchieste, 
        anche se non con l’ampiezza della richiesta formulata ora. La stessa 
        cosa fece nel caso di Segi, nel quale arrivò ad addossare, come 
        imputazione accessoria, a Batasuna i danni derivati da azioni di kale 
        borroka (lotta di strada, N.d.T.). Pertanto, si deve concludere che il 
        passo successivo alla raccolta di questi dati sarà esigere direttamente 
        il rimborso dalle casse di Batasuna, della quale ha già bloccato 
        i fondi nell’ambito di questo caso, come ha fatto con quelli delle 
        herriko tabernak (locali sociali della sinistra indipendentista, simili 
        alle “case del popolo”, N.d.T.).  
         
        Nella richiesta del Tribunale numero 5 della Audiencia Nacional si sottolinea 
        che "gli importi si riferiranno a quegli anni per i quali si disponga 
        di dati affidabili", e si ordina che vi siano allegate relazioni 
        del Governo di Lakua (sede del Governo Autonomo Basco, N.d.T.) su azioni 
        di ETA, come le lettere di richiesta di pagamento della "tassa rivoluzionaria" 
        che si siano potute intercettare, apparentemente con l'intenzione di calcolare 
        anche a quanto ammonterebbero queste somme.  
         
      
      GOIRIZELAIA: "QUESTO È 
        IL PRELUDIO DELL'ATTO COL QUALE GARZÓN ENTRERÀ IN CAMPAGNA" 
         
      R.S.  
         
        IRUÑEA  
         
        Nonostante il carattere inusitato del contenuto dell'ordinanza, nella 
        sinistra indipendentista basca non ha provocato stupore, dati i precedenti. 
        La parlamentare a Gasteiz ed avvocato, Jone Goirizelaia, ha sottolineato 
        anche a GARA che queste circolari "sono il preludio dell'atto col 
        quale Garzón entrerà di nuovo nella campagna elettorale" 
        e ha citato, come precedente, l'operazione che ordinò contro Udalbiltza 
        alla vigilia delle scorse elezioni, argomentando che l'istituzione stava 
        dietro la promozione di liste messe fuori legge.  
         
        Goirizelaia ha valutato che le misure ordinate dal Tribunale numero 5 
        "sono un'aberrazione giuridica; chiunque si rende conto che non hanno 
        senso, né in relazione al Codice Penale né a nessuna altra 
        norma esistente". Ma ha considerato che rientrano nella logica di 
        "un’inchiesta che non ha niente a che vedere con la Giustizia, 
        con imputazioni penali, bensì con questioni politiche". In 
        questo contesto, ha richiamato l'attenzione sull'inclusione delle spese 
        relative ai prigionieri, "cosa che evidenzia il suo utilizzo politico". 
         
         
        Per questo motivo, ha chiesto soluzioni di carattere politico, attraverso 
        l'autodeterminazione. "Con esse si otterrà la pace, e questo 
        sì che è a costo zero".  
         
         
       
        commento del quotidiano GARA 
      L’ASSURDO GIUDIZIARIO COME 
        STRUMENTO DELLO STATO  
         
        L'ultima iniziativa della Audiencia Nacional contro Batasuna, è 
        tentare di addossarle tutti i costi che lo Stato ha avuto e ha a causa 
        dell'attività di ETA. Questo include non solo il risarcimento di 
        ogni tipo di danni che abbia potuto causare l'organizzazione armata, ma 
        persino quanto lo Stato spende per tenere imprigionati gli accusati di 
        appartenere ad ETA, per la loro vigilanza e per i loro trasferimenti. 
        Già risulta inverosimile, in diritto, che si possa fare pagare 
        all’organizzazione armata la spesa per il sistema penitenziario 
        che si applica contro i suoi militanti, ma pretendere che Batasuna copra 
        le spese per tutto quanto fatto da ETA e per tutto quello che lo Stato 
        fa nella lotta contro questa organizzazione armata, va abbondantemente 
        al di là dell'utilizzo più strampalato della attuale legislazione. 
        Ma nessuno può più sorprendersi, dato che Euskal Herria 
        vive sottoposta ad una situazione di sconquasso giudiziario nella quale, 
        contro la sinistra indipendentista basca, si può fare qualunque 
        cosa. L’assurdo stesso si è trasformato in uno strumento 
        dello Stato che, in questo modo, trasmette all'insieme degli indipendentisti 
        il messaggio che può fare quello che gli pare, che qualunque follia 
        gli venga in mente, potrà applicarla quando vorrà. 
         
       
         
         
          
       |