Traduzione dal quotidiano GARA del 25.08.2003

ANNO DI GUERRA APERTA ALL’INDIPENDENTISMO
Domani si compiono dodici mesi da quando Batasuna è stata sospesa «de facto» nello Stato spagnolo, attraverso un provvedimento del giudice Garzón. Poi sono arrivati le chiusure di sedi, la messa fuori legge, l’esclusione dalle urne, il bando negli USA e gli ostacoli alle manifestazioni. Tutto ciò ha creato una situazione sconosciuta dai tempi del franchismo.In un giorno come oggi, giusto un anno fa, Batasuna realizzava, a Berriozar, la sua ultima mobilitazione, con questo messaggio: «Che non abbiano la minima speranza che questa sia l’ultima volta che ci vedono».
Era la vigilia del giorno scelto dallo Stato spagnolo per chiudere le sue attività e dare il colpo
d’acceleratore definitivo verso la messa fuori legge. Il capo del Governo di Lakua (sede del Governo Autonomo Basco, N.d.T.), Juan José Ibarretxe, già anticipava che avrebbero rispettato la legalità «come è dovuto». Questa è una cronologia dei fatti più significativi accaduti da allora:

26 agosto 2002 - Il giudice Garzón decreta la sospensione delle attività di Batasuna per un periodo di tre anni, come anche la chiusura delle sue sedi. Accade solo alcune ore dopo che PP e PSOE definissero il loro accordo per promuovere la messa fuori legge di questa formazione e un giorno dopo che il presidente spagnolo José María Aznar, esortasse i giudici a «non dare né un minuto, né un secondo di respiro» a Batasuna. La stessa notte, la Polizia spagnola mette i
sigilli alla sede nazionale della formazione indipendentista di Iruñea.

27 agosto - In un clima di forte tensione, la Polizia spagnola e la Ertzaintza (Polizia Autonoma Basca, N.d.T.) chiudono i diversi uffici di Batasuna nei capoluoghi di Hegoalde (Paese Basco meridionale, sotto occupazione spagnola, N.d.T.). Il PP si congratula pubblicamente con la Polizia autonoma.

30 agosto - Il Governo spagnolo afferma di disporre di «mille prove» per mettere fuori legge Batasuna e, contemporaneamente, esorta anche a chiudere le sue sedi nello Stato francese.

31 agosto - In un’intervista pubblicata sul quotidiano francese “Le Monde”, un comandante della Ertzaintza definisce «inutili ed inefficaci» le misure contro Batasuna.

1 settembre - Diverse migliaia di persone scendono in piazza contro la messa fuori legge a Gasteiz, Donostia, Bilbo e Iruñea. Dopo la manifestazione di Donostia, si registrano incidenti nella città vecchia e la Ertzaintza carica in piena giornata di regate e di derby. Un uomo perde un occhio dopo essere stato colpito da un proiettile di gomma. Arnaldo Otegi afferma che «lo scontro è con lo Stato spagnolo, non fra indipendentisti».

3 settembre - Il Governo spagnolo e la Procura presentano simultaneamente al Tribunale Supremo le loro richieste di messa fuori legge.

14 settembre - La Ertzaintza carica, utilizzando proiettili di gomma, manganellate e getti d’acqua ad alta pressione contro decine di migliaia di persone che camminano nella calle Autonomía di Bilbo dietro allo striscione «Gora Euskal Herria! (Viva il Paese Basco!, N.d.T.)». I feriti si contano a dozzine. Lakua sostiene che la manifestazione fosse proibita, benché lo stesso Tribunale Superiore di Giustizia del Paese Basco abbia successivamente ammesso che non era così e
definisce la carica proporzionata. Cinque giorni prima, Juan José Ibarretxe aveva affermato a
Arantzazu, che «il nostro obiettivo non deve essere spaccarci la faccia fra baschi».

16 settembre - Unión del Pueblo Navarro (UPN), Partito Socialista Navarro (PSN) e Convergencia de Demócratas de Navarra (CDN) rendono esecutivo lo scioglimento del
gruppo di Batasuna al Parlamento navarro, prima istituzione ad adottare questa misura. I parlamentari di Batasuna passano al gruppo misto e viene loro ritirata la sovvenzione.

14 ottobre - La sindaca di Iruñea dell’UPN, Yolanda Barcina, propone lo scioglimento del gruppo consiliare della sinistra indipendentista.

16 ottobre - Garzón, in un suo atto giudiziario, accusa la sinistra indipendentista di praticare la
«pulizia etnica».

30 ottobre - Diversi rappresentanti di Batasuna chiedono appoggio per Euskal Herria alla sede
dell’ONU. Giornalisti denunciano la «violenta reazione spagnola» in seguito al loro incontro con gli
indipendentisti.

7 novembre - Il Municipio di Iruñea è il primo a sciogliere il gruppo consiliare della sinistra
indipendentista.

16 novembre - Arnaldo Otegi assicura che le idee della sinistra indipendentista saranno presenti alle elezioni di maggio.

21 novembre - Garzón mette sotto processo 20 membri della Mesa Nacional (organismo dirigente della sinistra indipendentista, N.d.T.) degli ultimi quindici anni, accusandoli di «integrazione in ETA». Batasuna definisce questo fatto un «regolamento di conti storico».

23 novembre - Si rende noto che Batasuna ha svolto un’assemblea nazionale clandestina per definire le sue linee d’azione futura.

27 novembre – Il Tribunale Superiore del Paese Basco sconfessa il Dipartimento degli Interni di Lakua e permette una manifestazione a Donostia. Il Consigliere agli Interni affermava che il corteo doveva essere proibito nel rispetto delle risoluzioni di Garzón contro Batasuna.

28 dicembre - La sinistra indipendentista ribadisce che parteciperà alle elezioni di maggio, nonostante la messa fuori legge che si avvicina.

8 gennaio - Il Plenum del della Corte Speciale del Tribunale Supremo spagnolo, incaricata della messa fuori legge in base alla Legge sui Partiti, inizia a raccogliere dichiarazioni da testimoni. Un giorno prima, Arnaldo Otegi, rifiuta che «un tribunale straniero decida sulla legalità di 200.000 baschi».

11 gennaio - Nonostante non venga presentata alcuna prova, il ministro della Giustizia spagnolo, José María Michavila, afferma che «si è dimostrato che ETA e Batasuna sono la stessa cosa». Come testimone dell’accusa, Alfonso Alonso, sindaco di Gasteiz del PP, segnala che «persino i lattanti sanno che Batasuna è la stessa cosa di ETA».

15 gennaio - Arnaldo Otegi, facendo una valutazione rispetto alla raccolta di dichiarazioni, indica che «i nostri avvocati hanno vinto con una goleada». Nonostante ciò, non ha dubbi che la decisione finale sarà per la messa fuori legge, perché «disgraziatamente, questo è un processo politico». Una settimana più tardi, l’avvocato di Batasuna, Iñigo Iruin, annuncia che «tutto questo decennio sarà caratterizzato da una sinistra indipendentista nell’illegalità, dato che la revisione a Strasburgo si realizzerà una volta concluso il processo».

25 gennaio - GARA dà notizia del fatto che municipi governati dal Partito Nazionalista Basco (PNV) e da Eusko Alkartasuna (EA) iniziano ad applicare l’ultima risoluzione di Garzón, trasmettendo ai giudici i documenti relativi all’attività municipale sviluppata da Herri Batasuna (HB), Euskal Herritarrok (EH) e Batasuna.

28 gennaio - L’ufficio del Consigliere agli Interni, Javier Balza, include membri della Mesa Nacional ed avvocati fra i ventisei identificati per la manifestazione del 14 settembre a Bilbo. Arnaldo Otegi, a questo proposito, afferma che «Lakua ci lascia alla mercé di un fascista spagnolo».

5 febbraio - Dopo le dichiarazioni dei testimoni, il processo di messa fuori legge brucia un’altra tappa con la scadenza dei termini per la presentazione di documenti. La difesa presenta prove che rivelano anche errori di traduzione delle accuse.

12 febbraio - Batasuna denuncia di non essere stata invitata a partecipare ad un programma di ETB (televisione pubblica basca, N.d.T.). Definisce «scandalo politico» che «di fronte alla prossima messa fuori legge, EiTB abbia deciso di anticipare la sentenza».

15 febbraio - Nasce Autodeterminaziorako Bilgunea (AuB, Assemblea per l’Autodeterminazione, piattaforma elettorale della sinistra indipendentista, N.d.T.), in una manifestazione svoltasi nel frontón (sferisterio, impianto sportivo per la pratica della pelota basca, N.d.T.) Labrit di Iruñea.

16 febbraio - In alcune dichiarazioni pubblicate da “Le Journal du Dimanche”, il «numero due» dei servizi di informazione della Polizia francese esprime l’opinione secondo la quale mettere fuori legge Batasuna sarebbe perseguire un «reato d’opinione».

5 marzo - Il consigliere agli Interni di Lakua, Javier Balza, assicura che il suo dipartimento ha agito
«perfettamente» nel comunicare al giudice Garzón l’identità di alcuni dei partecipanti alla
manifestazione del 14 febbraio a Bilbo.

13 marzo - Il Tribunale Costituzionale considera, in una risoluzione giudiziaria, che lo scioglimento di partiti politici «non è una misura sproporzionata» e che «non riduce diritti».

15 marzo - AuB annuncia che si presenterà alle elezioni amministrative. Circa quindicimila persone
manifestano a Bilbo.

22 marzo - Circa diciottomila persone manifestano a Bilbo per denunciare «la violazione di diritti in Euskal Herria».

23 marzo - Si annunciano azioni per sbarrare a AuB la strada per le urne. Jaime Mayor Oreja (ex ministro degli Interni spagnolo del PP, N.d.T.) dà per certo che la piattaforma elettorale sarà proibita.

28 marzo - Il Tribunale Supremo spagnolo rende pubblica la sentenza con la quale, in applicazione della Legge sui Partiti Politici, decretà l’illegalità e lo scioglimento, nello Stato spagnolo, delle formazioni politiche HB, EH e Batasuna. Il Tribunale Supremo definisce la risoluzione «necessaria» al fine di «dare protezione alla democrazia».

1 aprile - Batasuna annuncia di aver svolto diverse assemblee nelle quali si è deciso di proseguire con l’attività politica, nonostante la messa fuori legge e lo scioglimento, considerando che «lo Stato spagnolo non ha legittimità per decretare l’illegalità di alcun organismo politico basco».

7 aprile - La Procura della Audiencia Nacional (Tribunale speciale spagnolo, N.d.T.) reclama lo
scioglimento dei gruppi della sinistra indipendentista nelle istituzioni e la chiusura delle herriko tabernas (locali sociali, simili alle case del popolo, N.d.T.) un giorno dopo che il presidente del Governo spagnolo, José María Aznar, aveva avanzato la medesima richiesta.

16 aprile - AuB annuncia che il numero di firme necessario per partecipare alle elezioni «è stato
ampiamente superato». Alla fine si conteranno oltre ottantamila adesioni.

27 aprile - La Giunta Elettorale Centrale permette la consegna al PP delle firme che avallano le liste della sinistra indipendentista, su richiesta di questo partito. In Navarra, la stessa richiesta, avanzata da UPN, è stata respinta. AuB considera che «questo travalica ogni limite».

1 maggio - La Procura Generale e l’Avvocatura dello Stato spagnolo presentano ricorsi con i quali tentano di impedire che gli elettori di Hego Euskal Herria diano il loro voto a 3.612 cittadini che compongono 249 liste indipendentiste di sinistra, fra le quali tutte quelle di AuB. Un giorno prima, Aznar nega che lo Stato spagnolo metta fuori legge delle idee.

7 maggio - Gli USA ricompensano l’appoggio del PP alla guerra includendo Batasuna nella loro «lista nera».

9 maggio - Il Tribunale Costituzionale conferma la messa fuori legge di 225 liste di AuB e delle
piattaforme locali. Aznar dice che «è finita la faccenda di andare a votare con la pistola».

25 maggio - Circa centosessantamila persone appoggiano le piattaforme popolari e AuB con un voto conteggiato, ufficialmente, come nullo. Durante la giornata elettorale, si registrano proteste simboliche (cittadini che votano imbavagliati, piccoli cortei per recarsi a votare insieme…) in numerosi collegi.

14 giugno - I consigli comunali nei quali si applica la legalità spagnola, si costituiscono in una giornata di tensione che vede proteste di ogni genere, sgomberi polizieschi in municipi come Sestao, Santurtzi, Zaldibar, Antsoain o Lizarra ed il trasferimento ad altra sede delle sedute plenarie nei casi di Pasaia, Usurbil, Hernani o Ibarra. Arnaldo Otegi riassume che i consigli comunali «si sono formati in modo quasi clandestino».

21 luglio - Batasuna dà conto dello svolgimento di un’altra assemblea nazionale nella quale decide di «costruire ponti per recuperare il processo di costruzione nazionale». La formazione indipendentista assicura che «per la sinistra indipendentista è giunto il momento di iniziare un nuovo ciclo».

7 agosto - Il Dipartimento degli Interni di Lakua proibisce una manifestazione, a Donostia, per il 10 agosto, successivamente autorizzata dal Tribunale Superiore di Giustizia del Paese Basco.

12 agosto - Lakua proibisce un omaggio alla ikurriña (bandiera nazionale basca, N.d.T.) a Donostia.

13 agosto – La Ertzaintza identifica davanti alla Audiencia Nacional membri della Mesa nacional e ex consiglieri comunali che partecipano alla manifestazione del giorno 10, dopo la quale è stata
bruciata una bandiera spagnola. Vengono accusati del reato di «esaltazione del terrorismo e oltraggio alla bandiera».

 

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