PROPOSTE DELLA SINISTRA INDIPENDENTISTA BASCA
by xxx Saturday April 26, 2003 at 01:35 PM

traduzioni dal quotidiano GARA

PROPOSTE DELLA SINISTRA I...

AuB INVITA AD UN NUOVO PROCESSO TUTTI GLI AGENTI, COMPRESA ETA
Invita tutti gli agenti presenti nella società basca, fra i quali include ETA, a partecipare

Nel decalogo che raccoglie le sue riflessioni intorno al conflitto politico, AuB propone di aprire un «processo politico, plurale, dinamico, democratico e pacifico» per costruire «questo futuro in pace tanto desiderato» in Euskal Herria (Paese Basco, N.d.T.). l’invito a partecipare a questa iniziativa si estende a «tutti gli agenti della società basca: partiti politici, agenti sociali e sindacali, ETA…» Afferma anche che «l’utilizzo inquisitorio di determinati concetti», alludendo alla condanna di certe espressioni di violenza, e la «contestualizzazione delle azioni armate» nell’esistenza del conflitto «non si sono dimostrate sufficienti » per la risoluzione dello stesso.

Mikel JAUREGI

DONOSTIA

Rappresentanti di Autodeterminaziorako Bilgunea (Assemblea per l’Autodeterminazione, la nuova piattaforma elettorale della Sinistra indipendentista basca, N.d.T.) hanno presentato, ieri, a Donostia, un documento nel quale si presenta una riflessione intorno alla situazione del conflitto che vive Euskal Herria e, oltre ad assicurare che il conflitto «ha una soluzione», si avanza una proposta per la risoluzione dello stesso.

Concretamente, al nono punto del decalogo, AuB propone «l’articolazione di un processo politico, plurale, dinamico, democratico e pacifico» che porti all’ottenimento di uno scenario nel quale, in Euskal Herria, «si rispettino tutti i diritti». Un processo al quale invita a partecipare «tutti gli agenti presenti nella società basca», fra i quali menziona ETA.

Prima di dare lettura del decalogo, la portavoce di AuB, Itziar Lopategi, ha inquadrato la proposta ed il documento presentato, che ha come titolo «Dieci punti per la riflessione intorno al conflitto politico basco», bell’ambito di quanto manifestato durante la cerimonia di nascita dell’opzione politica della Sinistra indipendentista, celebrata lo scorso 15 febbraio nello sferisterio Labrit di Iruñea. Come ha ricordato, «allora mostrammo il nostro impegno a lavorare in favore del diritto di autodeterminazione, che è l’asse portante della nostra esistenza. Tuttavia, AuB si è anche impegnata a presentare, il prima possibile, una proposta rispetto alla soluzione del conflitto politico che subisce Euskal Herria. Oggi riprendiamo quel duplice impegno e rendiamo pubblico un documento che viene a mettere sul tavolo una proposta di risoluzione».

Lopategi ed il candidato di Autodetermianziorako Bilgunea al posto di Deputato Generale di Gipuzkoa, Inazio Agirre, sono stati gli incaricati di leggere il contenuto del documento. Insieme a loro, fra gli altri, si sono visti Arnaldo Otegi, Pernando Barrena, Rafa Díez, Kepa Gordejuela, Alfonso Etxeberria, José Luis Elkoro, Tasio Erkizia, Ainara Armendariz, Antxon Gómez, Julen Kaltzada, Josu Barandika, Karmele Aierbe e Pablo Gorostiaga.

Oltre alla proposta per aprire un nuovo processo, nel decalogo si sottolinea che il futuro di Euskal Herria appartiene all’insieme della cittadinanza basca. «Questa è la premessa fondamentale per la costruzione di quel futuro in pace ed in democrazia tanto desiderato. E per questo, tutti siamo necessari. Non accettiamo l’esclusione di nessuno», afferma AuB.

Rimarca che «in Euskal Herria vogliamo ed abbiamo bisogno della pace» giacché, a suo giudizio, l’esistenza di «espressioni multilaterali di violenza politica (fra le quali menziona attentati, arresti, torture, morti, messa fuori legge di progetti politici e l’eliminazione di diritti fondamentali), ci pone in uno scenario di sofferenza insopportabile per la società basca». Perciò, AuB si impegna a «lavorare alla ricerca di soluzioni reali e definitive al conflitto violento. Auspichiamo fermamente la scomparsa di tutte le espressioni di violenza dallo scenario politico basco», e per questo obiettivo considera che «il dialogo senza esclusioni è la via».

Dopo essersi mostrata convinta che la repressione degli stati spagnolo e francese «aggrava la situazione di violenza politica», Autodeterminaziorako Bilgunea definisce insufficienti sia «l’utilizzo inquisitorio di determinati concetti», alludendo implicitamente alla condanna di certe azioni violente, sia la «contestualizzazione delle azioni armate di ETA intorno all’esistenza del contenzioso politico basco».

«Non veniamo a soddisfare le posizioni interessate di nessuno che pretenda di strumentalizzare le drammatiche conseguenze del conflitto a proprio beneficio o per attaccare proposte politiche di altri», dice in un altro dei punti del documento, per aggiungere di seguito che «i concetti esauriti non ci avvicinano ad una prospettiva di pace. La persistenza del conflitto ne è buona prova».

Inoltre, constata l’esistenza di un conflitto fra il «desiderio della maggioranza sociale basca di costituirsi in comunità sovrana» e la «insistenza degli stati spagnolo e francese per impedire ciò». AuB punta a superare questo «contrasto» e, così, passare ad un nuovo scenario nel quale si trasformi in realtà la rivendicazione ultima che ha posto sul tavolo dalla sua fondazione: «Tutti i diritti, per tutti i cittadini baschi, in tutta Euskal Herria».

«Una situazione nella quale tutti i diritti raccolti nella Dichiarazione Universale dell’ONU (Patto dei Diritti Civili e Politici) siano rispettati per tutte le persone», precisa e sostiene che la via per la risoluzione deve essere il dialogo politico. La base per questo «può essere situata solo nelle coordinate strettamente democratiche» che, secondo la sua opinione, comporta il diritto alla libera determinazione dei popoli.

I promotori dell’opzione politica patriottica e progressista concludono che il conflitto politico «ha soluzione», pertanto assicurano che «non alimenteremo la disillusione» e formuleranno «messaggi e idee positivi». Inoltre, si impegnano a «contribuire alle iniziative necessarie a promuovere una via d’uscita pacifica e democratica».


DIECI PUNTI PER LA RIFLESSIONE INTORNO AL CONFLITTO POLITICO BASCO

Autodeterminaziorako Bilgunea ha ieri presentato un decalogo nel quale offre una riflessione intorno al conflitto politico e propone di articolare un processo per giungere ad uno scenario nel quale in Euskal Herria «si rispettino tutti i diritti».
Questo è il contenuto del documento:

1.- Noi che facciamo parte di AuB siamo persone provenienti da diverse esperienze e ambiti di azione politica della Sinistra indipendentista basca e portatori di valori di sinistra che, di fronte al momento chiave che vive il Popolo Basco, si sono organizzate in un nuovo movimento politico. Vogliamo tradurre in impegni reali e collettivi la nostra volontà di raggiungere uno scenario di democrazia, libertà e pace per il nostro popolo.

2.- È per questo che, dinanzi alla realtà di violenza che vive Euskal Herria, lungi dal cadere in giochi dialettici che cercano di distorcere il significato delle parole fino a cambiarlo, vogliamo portare messaggi ed idee positivi.

3.- L’attuale esistenza di espressioni multilaterali di violenza politica come attentati, arresti, torture, morti, occupazione militare, eliminazione di diritti fondamentali, chiusura di giornali, messa fuori legge di progetti politici…, ci pone di fronte ad uno scenario di sofferenza insopportabile per la società basca.

4.- In Euskal Herria vogliamo ed abbiamo bisogno della pace. AuB si impegna fermamente a lavorare alla ricerca di soluzioni reali e definitive al conflitto violento. Puntiamo fermamente alla scomparsa di tutte le espressioni di violenza dallo scenario politico basco. Il dialogo senza esclusioni è la via per raggiungere questo obiettivo.

5.- Constatiamo l’esistenza di un conflitto fra il desiderio della maggioranza sociale basca di costituirsi in comunità sovrana dal punto di vista sociale, politico ed economico e l’insistenza degli stati spagnolo e francese per impedire ciò. Il superamento di questo contrasto deve dare luogo ad una nuova situazione, nella quale tutti i diritti raccolti nella Dichiarazione Universale dell’ONU (Patto per i Diritti civili e politici) siano rispettati per tutte le persone in tutta Euskal Herria. La via per la risoluzione di tale conflitto deve essere il dialogo politico e la base può essere situata solo nelle coordinate strettamente democratiche che comporta il Diritto di Autodeterminazione.

6.- Non mentiremo al popolo. Non veniamo a soddisfare le posizioni interessate di nessuno che pretenda di strumentalizzare le drammatiche conseguenze del conflitto a beneficio proprio o per attaccare idee o proposte politiche di altri. I concetti esauriti non ci avvicinano ad una prospettiva di pace. La persistenza del conflitto ne è buona prova.

7.- Rispetto a questa realtà di violenza politica, siamo convinti che la repressione utilizzata dagli stati e dalle loro diverse istituzioni aggravi la situazione e che né l’uso inquisitorio di determinati concetti, né la contestualizzazione delle azioni armate di ETA intorno all’esistenza del contenzioso politico basco si siano dimostrati sufficienti per l’effettiva risoluzione dello stesso.

8.- Il futuro di Euskal Herria appartiene ai Baschi ed alle Basche. Questa è la premessa fondamentale per la costruzione di quel futuro in pace e in democrazia tanto desiderato. E per questo, tutti siamo necessari. Non accettiamo l’esclusione di nessuno.

9.- Proponiamo l’articolazione di un processo politico, plurale, dinamico, democratico e pacifico che ci conduca ad una Euskal Herria nella quale si rispettino tutti i diritti ed invitiamo a partecipare a detto processo tutti gli agenti presenti nella società basca (partiti politici, agenti sociali ed economici, sindacati, ETA…).

10.- Esiste soluzione. Non alimenteremo la disillusione. Il conflitto basco ha soluzione. In questa direzione, da AuB, ci impegniamo a fornire le iniziative necessarie per promuovere una via d’uscita pacifica e democratica dallo stesso.


Euskal Herria, aprile 2003-04-26

Autodeterminaziorako Bilgunea

Editoriale del quotidiano GARA del 26.04.2003

NOVITÀ POLITICAMENTE RILEVANTI

Il “Decalogo intorno al conflitto politico” reso pubblico ieri da Autodeterminaziorako Bilgunea, contiene varie novità sulle posizioni che la Sinistra indipendentista basca ha mantenuto su questa materia e la loro importanza politica è obiettivamente indubbia. La stessa modalità di presentazione del testo, alla presenza di molte delle personalità che hanno promosso la piattaforma, evidenzia che AuB desiderava conferire un carattere di solennità all’iniziativa.

All’interno di un discorso che è coerente con quello storicamente portato avanti dalla Sinistra indipendentista basca, emergono alcuni elementi innovativi. Il più vistoso, probabilmente, e la menzione palese di ETA, fra tutti gli agenti sociali e politici che si invitano a partecipare ad «un processo politico, plurale, dinamico, democratico e pacifico che ci conduca ad una Euskal Herria nella quale si rispettino tutti i diritti». Spicca anche il fatto che, oltre alle considerazioni che si fanno circa altri modi di affrontare la realtà di violenza politica, si indichi che la contestualizzazione delle azioni armate di ETA nell’esistenza del contenzioso politico basco, posizione che hanno mantenuto forze come Batasuna, non si dimostra sufficiente per la risoluzione dello stesso. Il decalogo definisce, inoltre, «gli attentati» come una delle espressioni di violenza che «ci pongono in uno scenario di sofferenza insopportabile per la società basca». L’introduzione di queste innovative considerazioni non comporta affatto che AuB abbandoni la prospettiva storica sull’origine del conflitto, né che dimentichi la situazione di imposizione nella quale vive Euskal Herria a causa degli stati spagnolo e francese, né che smetta di sostenere che quando si tratta di parlare di violenza in questo paese è anche necessario tenere ben conto degli arresti, delle torture, delle morti, delle occupazioni militari, dell’eliminazione di diritti fondamentali, delle chiusure di giornali e delle messe fuori legge di progetti politici.

Si potrà essere d’accordo o meno con le proposte presentate da AuB in questo documento, ma ciò che è chiaro è che nel suo atto di costituzione ha manifestato l’intenzione di lavorare per «una soluzione democratica del conflitto» e a ciò si aggiunge ora il suo impegno di «fornire le iniziative necessarie» su questa via. Questo decalogo, che evidentemente è soggetto alle considerazioni che ognuno potrà fare sullo stesso, è un esempio di queste iniziative.

Di fronte a coloro che, in questi tempi di inquisizione hanno voluto stigmatizzare AuB come una mera successione di Batasuna, documenti come quello presentato ieri dimostrano che la piattaforma offre analisi proprie, senza frenarsi davanti a questioni che, forse, in determinate istanze sono considerate tabù, alla ricerca di vie d’uscita da un conflitto che è reale. Auspica una soluzione che si basa sul rispetto di tutti i diritti, di tutte le persone, in tutta Euskal Herria e che ha come strumento il dialogo politico e democratico.

AuB è nata, come hanno affermato i suoi promotori, con l’obiettivo di «configurare un nuovo ambito politico ed elettorale». Dal lavoro realizzato finora, oltre che la forza di mobilitazione evidenziata nella raccolta delle firme necessarie a presentare le proprie liste alle prossime elezioni, può ora emergere la capacità, che sta dimostrando, di offrire una diagnosi condivisa della realtà, integrando le diverse sensibilità che, all’interno di una prospettiva comune indipendentista e di sinistra, si trovano nel suo seno. E integrarle, inoltre, in un’unica chiave di soluzione.