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2004-10-28

ETA: ·«E’ tempo di esplorare nuove vie, ancora non sperimentate", segnala.
L'Organizzazione armata si mostra disposta ad esporre il suo punto di vista "direttamente" o mediante intermediari
ETA manifesta in una dichiarazione che la risoluzione del conflitto politico che subisce Euskal Herria verrà "dal
dialogo, la negoziazione e l'accordo", e che il processo che porterà a quel consenso dovrebbe contare sulla
partecipazione di tutti. E che, a suo giudizio, "nessuno possiede la formula completa" della soluzione al contenzioso.
L'organizzazione armata, dopo aver affermato che la chiave risiede nel riconoscimento del diritto di
autodeterminazione, mostra la sua disposizione a "implicarsi" in un processo di quel tipo. "Siamo disposti a comunicare
la nostra volontà a chi lo desideri" così, aggiunge.

SAN SEBASTIAN

"È ora di lasciare da parte le formule poliziesche e politiche che sono fallite e che non suppongono nessuna via
d’uscita. È necessario uscire dal circolo vizioso delle proposte parziali che possono provocare confusione e noia tra i
cittadini. L'unico modo è organizzare un processo di dialogo ampio e concreto che avrà per obiettivo un accordo
generale che progetterà la risoluzione del conflitto e segnerà i passi da compiere." Euskadi Ta Askatasuna sostiene, in
una "dichiarazione" consegnata a GARA ed altri mezzi di comunicazione e che è diretta a tutti i “cittadini baschi e
coinvolti", il suo "punto di vista, volontà e disposizione" per affrontare il superamento del contenzioso politico che
vive Euskal Herria.
L'organizzazione armata considera che il paese basco non "conta su vie legali e riconosciute per esprimere liberamente
la sua parola e far sì che la sua decisione sia esercitata", mentre indica che gli ultimi anni hanno dimostrato la
mancanza di una risposta diretta per superare l'oppressione che soffre Euskal Herria." Nonostante il fatto che,
sottolinea "ora abbiamo una nuova opportunità. Se tutti abbiamo la sufficiente volontà, tra tutti possiamo trovare la

risposta e la via di soluzione adeguata. Il tempo sarà testimone."
ETA manifesta che "il midollo del conflitto" risiede nel fatto che "noi cittadini baschi non abbiamo libertà per
organizzare la nostra vita in tutti i suoi ambiti e siamo obbligati a rispettare ordini e leggi di stati stranieri, e

quella è la ragione per la quale lottiamo, perché vogliamo la libertà." E mette sul tavolo "la chiave per la soluzione:
il riconoscimento del diritto di autodeterminazione di Euskal Herria. Il conflitto terminerà quando sarano riconosciuti
e saranno garantiti i nostri diritti come popolo e cittadini."
La dichiarazione si completa con un totale di nove punti che vengono a fissare il suo "atteggiamento e punto di vista"
rispetto ad una possibile uscita dal contenzioso. In primo luogo, l'organizzazione armata sottolinea che "l'origine,
l'opinione ed il progetto vitale della cittadinanza che attualmente risiede in Euskal Herria sono molto vari. Ma
l'euskara e la cultura basca, caratteristiche principali che fanno di Euskal Herria un paese differente, corrono il
rischio di sparire." Per ciò, considera che "se non recupera la sua sovranità o se smette di lottare per la sua
sopravvivenza, Euskal Herria è condannata."

"Senza sovranità, non c'è futuro"

Allo stesso tempo, afferma che "per mano di Spagna e Francia ci viene una morte lenta e crudele. Euskal Herria non ha

futuro sotto il dominio della Spagna; Euskal Herria non ha futuro sotto il dominio della Francia."
Per evitare quella sorte e per superare il conflitto, ETA sottolinea che quello scenario di soluzione arriverà "come
conseguenza del dialogo, la negoziazione e l'accordo." Un processo in cui, a suo giudizio, devono comunicare tutti
perché "nessuno possiede la formula completa della soluzione. La risoluzione del conflitto non è una questione che
compete ad una persona, ad un'organizzazione o un'istituzione."
È per ciò che, come fa risaltare, "il processo di dialogo che porti con sé l'accordo ha bisogno della partecipazione di
tutti gli agenti. Se si vuole superare il conflitto, sarà necessario un accordo ed un patto ampio."
Dopo aver rifiutato formule poliziesche e politiche che, a suo intendere, “sono falliti già e non offrono uscita
alcuna", l'organizzazione armata pensa che "è tempo di esplorare nuove vie, ancora non sperimentate."
Ed ininterrottamente segnala che conterebbe su maggiori possibilità di "successo" un processo che avesse le seguenti
caratteristiche: dovrebbe essere un processo senza fretta, approfondito con serietà, senza creare false speranze e che
inizi il suo cammino senza che ci siano condizioni previe che mettano sotto pressione le parti."

Partecipazione cittadina

ETA espone nel comunicato che "le due basi principali” di quella proposta generale per superare il contenzioso sono "le
soluzioni di oggi" che identifica con "il rispetto di tutti i diritti fondamentali di Euskal Herria" e "le possibilità
di domani" che consisterebbero nel "garantire uno scenario nel quale si dia spazio a tutte le opzioni" per il futuro
del paese.
Assicura che "ETA sarebbe disposta ad impegnarsi in pieno in un processo di quel tipo" e, in base a ciò, esprime la sua
disposizione a discutere il suo punto di vista e volontà con "tutti quelli che lo desiderino, tanto direttamente quanto
per mezzo degli intermediari che si scelgano."
Anche se, nota che "affinché la parola e la decisione di Euskal Herria sia rispettata definitivamente è imprescindibile
che tutti i cittadini dispongano dell'opportunità di partecipare attivamente all’approfondimento, sviluppo ed
approvazione del detto processo."
Dopo avere fatto una menzione speciale, benché senza citarla, dell'Iniziativa di Bergara dice che "la proposta per
configurare una legittima delegazione per rappresentare Euskal Herria davanti agli stati e recuperare il diritto di
autodeterminazione conta sull’appoggio di ETA", conclude affermando che "dalle vie del buonsenso e la ragione è
possibile raggiungere una pace basata sui diritti di Euskal Herria e dei cittadini baschi. Questo è il desiderio di
ETA."

Proposte, Lizarra-Garazi e la tregua in Catalunya

SAN SEBASTIAN

ETA afferma nella dichiarazione diretta all'insieme della cittadinanza basca ed agli agenti politici e sociali che fare
proposte per risolvere il conflitto politico è una questione "imprescindibile", ed insistee sul fatto che la sinistra

indipendentista basca, "oltre alla lotta, ha esposto sempre proposte di soluzione." Così, menziona l'Alternativa KAS,

l'Alternativa Democratica e "l'iniziativa del 98."
Censura, tuttavia, "le uscite parziali che hanno immagine di soluzione o le petizioni realizzate agli altri per
compiere passi senza seguito" che sono qualificate dall'organizzazione armata come "scappatoie senza futuro e gravi
giocate fraudolente."
Inoltre, a suo intendere, "quelli che attuano in quella maniera giustificano le oppressioni di oggi e spingono i
conflitti di domani."
In quel punto, emerge che il Patto di Lizarra-Garazi "è un riferimento ineludibile: da una parte, la soluzione deve
essere dialogata e concordata; e per un altro, la risoluzione deve fare fronte al nocciolo del conflitto e rispondere a
tutte quelle questioni che provocano il contenzioso e che sono frutto di esso. I passi da fare devono partire di lì."
Nella parte finale del comunicato, l'organizzazione armata fa una breve citazione della tregua decretata in Catalunya.
"Vogliamo ricordare che, dal 1 di gennaio 2004, le campagne di azioni armate nel territorio di Catalunya sono sospese

in base al rispetto, la non ingerenza e la solidarietà tra i paesi", dichiara.

COMUNICATO DI ETA: REAZIONI
Egibar segnala che" il paese ringrazierebbe" per un impegno di ETA su vie politiche
Il portavoce del PNV nel Parlamento di Gasteiz, Joseba Egibar, si è domandato oggi se l'intenzione dell'organizzazione
armata ETA di" esplorare nuove strade", come segnala nel suo ultimo comunicato, significa che pone" un impegno
inequivocabile per vie politiche e democratiche, conosciuta la sua traiettoria di 45 anni" e se" è verità che l'insieme
della sinistra indipendentista basca fa suo quell’impegno."
GASTEIZ -. Nei corridoi del Parlamento di Gasteiz, Egibar ha sottolineato, in riferimento all'ultimo comunicato
dell'organizzazione armata che se la sinistra indipendentista basca fa questa scommessa per nuove vie," il paese
ringrazierebbe per questo, non per quello che potesse supporre solamente di sollievo e sparizione della sofferenza,
bensì perché potrebbee essere l'inizio di un altro sviluppo politico", benché" questo sia da vedere."
Per il dirigente nazionalista, il comunicato di ETA" cerca di essere una continuazione di quello che fu la proposta di
Bergara che dopo ETA avallò politicamente, col quale disfece quella proposta."
In questo senso, ha detto che "non sa" se è una sequenza o un anello della stessa catena di pronunciamenti."
"Se come essi dicono è ora di optare per nuove vie, staremo esattamente a vedere che cosa è quello che succede, ma
attualmente, la mia riflessione non va più in là, perché non ci sono neanche dati tangibili che possano provocare in
noi una riflessione più sfumata o concreta", ha concluso Egibar.

Permach

Il dirigente indipendentista Joseba Permach ha assicurato oggi che ETA col suo ultimo comunicato mette" chiara la sua

volontà" di cercare" definitivamente la soluzione al conflitto politico" e" aprire un processo di pace."
Permach, si è riferito al comunicato dell'organizzazione armata che, a suo giudizio, ha trasmesso," con più forza se
possibile", la sua volontà alla società ed ai responsabili politici.

Onintza Lasa

Da parte sua, la responsabile di Comunicazione e parlamentare di EA Onintza Lasa, ha segnalato che devono prendersi in
considerazione" grandi sforzi" che, al suo giudizio, stanno facendo i partiti politici baschi per raggiungere una"
nuova cornice giuridico-politica."
Di questa maniera, Lasa si è riferita nei corridoi della Camera di Gasteiz all'ultimo comunicato di ETA, nella quale"
non c’è nessun aspetto innovativo", secondo Lasa.
"Un'altra volta ETA vuole avere protagonismo nello scenario politico, ma evidentemente nello scenario politico ci siamo
noi partiti politici che stiamo lavorando e facendo grandi sforzi per avanzare in relazione ad una nuova cornice
giuridico-politica", ha aggiunto.
Per Lasa," la cosa unica che sta facendo, ETA, è tirare fuori comunicati e continuare a violare i diritti umani." Così,
ha manifestato il suo desiderio che detto esercizio serva ad ETA" da lezione" e, in definitiva," di risposta al clamore
maggioritario della società che è quello della sua sparizione immediata e definitiva."

 

 

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