dal quotidiano GARA del 27.01.2004

INCONTRO TRA IL LEADER DI ESQUERRA REPUBLICANA DE CATALUNYA ED ETA
Il leader di ERC è favorevole al dialogo con ETA "per ottenere la pace"
•Il segretario generale di ERC riafferma la necessità di parlare con l'organizzazione armata

Il segretario generale di Esquerra Republicana de Catalunya (Sinistra Repubblicana di Catalogna, N.d.T.), Josep-Lluís Carod-Rovira, ha ieri confermato di avere avuto recentemente una riunione con la direzione di ETA, ma ha negato l'intenzione, che gli attribuiva il quotidiano "Abc", di cercare un patto affinché l'organizzazione non agisse in Catalogna. Come ha spiegato in giornata, il suo obiettivo era "che ETA smetta di ammazzare" e a questo scopo ha cercato, "con argomenti politici", di farle vedere che "per la via democratica si avanza e tutto ciò che si fa con la forza è un'imposizione". Nonostante lo scandalo provocato, ha riaffermato la necessità di parlare con ETA.

Iñaki IRIONDO

GASTEIZ

Josep-Lluís Carod-Rovira ha avuto l'opportunità di riunirsi con la direzione di ETA e ne ha approfittato "perché sarebbe stato irresponsabile non accettare di parlare se con ciò avremmo potuto contribuire a trovare soluzioni di pace". Ha partecipato all'incontro, proposto dall'organizzazione armata, nella sua condizione di segretario generale di ERC, pur essendo già conseller in cap, capo di governo, della Generalitat (Governo Autonomo della Catalogna, N.d.T.).
L'esistenza della riunione è emersa con la pubblicazione sul quotidiano spagnolo "Abc" che "Carod-Rovira stabilisce un patto con ETA affinché la banda terrorista non attenti in Catalogna. In cambio, ERC farebbe una dichiarazione indipendentista ed offrirebbe copertura alla sinistra radicale basca".
Il segretario generale di ERC, a mezzogiorno, ha tenuto una conferenza stampa, accompagnato dal presidente del suo partito e da vari firmatari del "Manifesto per la pace, il dialogo e la libertà". Ha confermato di avere parlato con ETA e assicurato di avere accettato l'incontro "davanti al possibile annuncio di una tregua parziale o totale". Ha negato che si sia giunti a qualche accordo o patto, o che si sia firmato qualche documento.
Tuttavia, esiste un testo che Carod-Rovira ha redatto personalmente, che non è stato dibattuto in seno a ERC e nel quale "vista l'evoluzione del contatto e della riunione e constatando che non c'è un annuncio di tregua", si esprime la posizione del partito "in difesa del diritto democratico dei paesi all'autodeterminazione". Nello scritto si segnala che "a partire dal rispetto, dalla solidarietà e dalla volontà di non ingerenza, ci mettiamo a disposizione dei soggetti politici e sociali baschi, senza eccezione, per contribuire, se necessario, a rendere possibile questo orizzonte di assenza di violenze che deve riconoscere anche il diritto del paese basco all'autodeterminazione".
Carod-Rovira ha mantenuto, negli ultimi anni, diversi contatti con la sinistra indipendentista basca, e nel numero 97 della rivista "Elkarri" aveva affermato che gli piacerebbe "parlare di politica con ETA". Come segnalato ieri dal Network Ser, questo è ciò che ha fatto nell'incontro, per fare vedere all'organizzazione armata che è per le vie democratiche che si ottengono progressi. Alla domanda se la riunione è servita a qualcosa, ha risposto che "parlare non è mai inutile", benché "all'inizio sembri che non sia servito a niente".
ERC, PER LA LIBERTÀ NAZIONALE E LA SOLIDARIETÀ TRA I PAESI
(il testo che segue è, come affermato dallo stesso Josep-Lluís Carod-Rovira, l'unico documento che ha qualche relazione con la riunione tra ERC ed ETA, e prevedeva di renderlo pubblico "vista l’evoluzione della riunione e constatando che non c'era nessun annuncio di tregua". Comincia con un ripasso alla situazione attuale, in vista delle prossime elezioni per il Parlamento spagnolo e quello europeo e, di seguito, stabilisce la posizione di ERC)
1. – riconfermiamo la nostra difesa del diritto democratico che ha la nazione catalana di decidere liberamente il suo futuro, in accordo col riconoscimento del suo diritto all'autodeterminazione. Questo diritto fa parte della tradizione democratica nazionale ed il Parlamento di Catalunya riconobbe già esplicitamente, nel 1989, che il paese catalano non vi rinunciava.
2. - manifestiamo la nostra solidarietà col paese basco, valutiamo positivamente le iniziative intraprese dal Governo Ibarretxe per migliorare il suo quadro di autogoverno e respingiamo la legge sui partiti e la messa fuori legge di formazioni politiche, come ogni forma di ostilità e di forza che penalizzi il diritto legittimo alla differenza. Ugualmente, rispettiamo le decisioni che possano adottare le forze politiche basche e denunciamo le ingerenze e coazioni del Governo spagnolo che, lungi dal risolvere problemi, prolungano ed aggravano lo scontro con le istituzioni basche.
3. - desideriamo che il Paese Basco trovi vie di intendimento per superare, definitivamente, le violenze che condizionano negativamente il funzionamento normale delle istituzioni e la risoluzione delle rivendicazioni nazionali basche per vie esclusivamente politiche, con la speranza che si arrivi ad uno scenario irreversibile di pace e libertà. A partire dal rispetto, dalla solidarietà e dalla volontà di non ingerenza, ci mettiamo a disposizione dei soggetti politici e sociali baschi, senza eccezione, per contribuire, se necessario, a rendere possibile questo orizzonte di assenza di violenze che deve riconoscere anche il diritto del Paese Basco all'autodeterminazione.
4. - ci rivolgiamo ai partiti spagnoli di sinistra affinché si impegnino, attivamente, in un progetto di convivenza democratica per la diversità di paesi e culture dello Stato, ugualitario in fatto di diritti e doveri, per le diverse nazioni che ne fanno parte. Se la sinistra spagnola vuole l’intesa e la collaborazione dei partiti delle diverse comunità nazionali per mettere fine alla maggioranza assoluta del PP, deve presentare, in maniera coerente, un modello di Stato chiaramente differenziato da quello che sostiene il PP ed alternativo a questo. Questo modello deve basarsi sul riconoscimento del carattere plurinazionale, pluriculturale e plurilinguistico dello Stato, insieme alla difesa della democrazia ed al progresso sociale.
5. - esprimiamo il diritto della nazione catalana, la più grande d'Europa senza Stato proprio, a partecipare come popolo al processo di costruzione europea, con la speranza che l'Unione Europea possa disporre di una Costituzione comune, ispirata ai valori democratici, al riconoscimento della diversità nazionale, culturale e linguistica e alla fine delle pretese egemoniche di alcuni paesi sugli altri.

Gennaio 2004

Josep-Lluís Carod-Rovira


PASQUAL MARAGALL NON PRENDE IN CONSIDERAZIONE LA SOSPENSIONE DEL SUO "CONSELLER IN CAP"

GASTEIZ-SAN SEBASTIAN

Nonostante le continue richieste pervenutegli, compresa quella ricevuta ieri sera dal leader del PSOE, Rodríguez Zapatero, il presidente dell’Esecutivo catalano Pasqual Maragall non ha rilasciato valutazioni sull'incontro mantenuto dal dirigente di ERC e conseller en cap della Generalitat Josep-Lluís Carod-Rovira con rappresentanti di ETA.
In realtà, l'agenzia Efe, citando fonti dell’Esecutivo catalano, ha indicato, a fine pomeriggio, che Carod ha messo la sua carica a disposizione di Pasqual Maragall, che ha respinto le dimissioni, pur ritirandogli la delega agli Affari Esteri che la formazione repubblicana detiene nel Governo catalano.
Il leader dell’Esecutivo catalano ha previsto di dare oggi stesso una conferenza stampa per fare conoscere la sua opinione al riguardo. I principali leader dei partiti che compongono il tripartito (Pasqual Maragall, PSC, Josep-Lluís Carod-Rovira, ERC, e Joan Saura, ICV) hanno ieri pranzato insieme nella residenza ufficiale del presidente della Generalitat. Successivamente, Maragall ha svolto diverse riunioni bilaterali coi suoi colleghi.
Secondo un comunicato del Dipartimento di Presidenza consegnato ieri notte, la riunione tra Carod ed ETA si è svolta nel primo fine settimana di gennaio "in un luogo indeterminato del sud della Francia".
Nella stessa nota si indica che il presidente della Generalitat non "condivide né l'iniziativa, né il progetto politico che stanno alla base del contatto" con l'organizzazione armata e si aggiunge che "l'azione di Josep-Lluís Carod-Rovira non risponde ad un mandato del Governo catalano e non concorda con la politica del Consell Executiu".
In giornata, tutti i pronunciamenti dei partiti che compongono il tripartito sono stati in questo senso. Così, Miquel Iceta, portavoce del PSC, ha assicurato che "il Governo si regge su una maggioranza solida". Ha considerato che la riunione di Carod con ETA "risulta ingiustificata perché nessuna iniziativa unilaterale di partito può condurre a risolvere il problema del terrorismo". Ha definito "grave errore" l'iniziativa del leader di ERC e reclamato "lealtà" al suo socio di governo nella Generalitat.

Editoriale del quotidiano GARA del 27.01.2004

L'ORGIA DEGLI IPOCRITI

L'esperienza internazionale dimostra che la risoluzione dei conflitti politici esige dirigenti come Josep-Lluís Carod-Rovira, che credono nella forza del dialogo e che sono capaci di assumere rischi personali per agire secondo le loro convinzioni. Il segretario generale di Esquerra Republicana de Catalunya si è riunto con ETA ­su richiesta di questa, come ha affermato, benché sia stato dopo avere espresso pubblicamente e ripetutamente il suo desiderio di mantenere questo incontro­ perché considerava che con ciò poteva contribuire a trovare soluzioni di pace ed ora si vede al centro del bersaglio contro il quale lanciano i loro dardi i molti ipocriti con cariche politiche ed accesso ai media che si trovano a Madrid, ma anche in Catalogna. Una reazione strettamente vincolata all'attuale momento elettorale, nel quale ­come sta facendo negli ultimi anni­ il PP ed i suoi megafoni pretendono di demonizzare qualunque strategia che non segua strettamente i loro dettami e nel quale il PSOE è arrivato ad un tale grado di sconquassamento che il suo segretario generale si vanta in pubblico, come dimostrazione della sua purezza, di non parlare neanche col PNV. Un'orgia di ipocrisia che lascia a nudo la tremenda irresponsabilità con la quale agiscono i due grandi partiti statali, i quali antepongono i loro interessi parziali all'apertura di qualunque spiraglio per la risoluzione dialogata del conflitto.
Con ETA hanno parlato tutti i governi e tutti i partiti che hanno avuto qualche responsabilità politica. Lo fecero i dirigenti dell'UCD a suo tempo, lo fecero quelli del PSOE ­prima, durante e dopo i colloqui ufficiali di Algeri­ e lo fece José María Aznar che, nel maggio 1999, fece sedere i suoi più stretti collaboratori allo stesso tavolo dell’interlocuzione designata dall'organizzazione armata. Nessuno, pertanto, è in condizioni di rimproverare niente a Carod-Rovira, salvo forse Pasqual Maragall, per non essere stato informato di un incontro che avvenuto quando il leader repubblicano era già il numero due della Generalitat. E viste le reazioni, è persino possibile che sia stato meglio, per Maragall, essere stato tenuto fuori dalla faccenda.
Infine, c'è una questione sommamente grave che dovrebbe essere chiarita. Come hanno saputo della riunione tra Carod-Rovira e la direzione di ETA, le fonti che hanno fatto trapelare la notizia a "Abc"? Il Conseller en Cap della Generalitat di Catalunya è forse spiato?

CRISI ALLA GENERALITAT
Carod-Rovira: "Presento la mia rinuncia per non pregiudicare Il tripartito che governa in Catalogna"

Simpatizzanti di ERC si sono concentrati di fronte al Parlament.
Circondato dall’Esecutivo del suo partito e con un discorso tenuto in catalano, colui che fino ad oggi è stato conseller in cap si è mostrato d’accordo con la decisione di Maragall, ha detto che non rinnega il suo tentativo di cercare la pace riunendosi con ETA, e ha anticipato che si presenterà come numero uno dell'ERC per Barcellona alle prossime elezioni.

GARA
Barcellona.

Il segretario generale di ERC, Josep Lluis Carod-Rovira, ha annunciato pubblicamente che ha accettato la "delega" delle sue funzioni come conseller in cap "per responsabilità al Governo di Catalogna".
Carod-Rovira ha riconosciuto che la sua riunione con dirigenti di ETA ha coinvolto negativamente il Governo di Catalogna", pur accusando il PP di utilizzare una vicenda "nella quale ho tentato di cercare la pace in un conflitto che dura da troppo tempo".
"Non penso di chiedere scuse né rinnegare quello che ho fatto e tantomeno davanti ad un partito – il PP - che preferisce ritardare e condannare un processo di pace, allo scopo di ottenere buoni redditi elettorali".
Ha criticato, inoltre, l'ipocrisia del PP e del PSOE nel criticare la sua riunione con ETA e ha ricordato loro che in passato essi avevano fatto lo stesso, in Svizzera ed Algeri, rispettivamente. "Mi sento tanto legittimato quanto loro per intavolare questo tipo di conversazioni", ha affermato Carod-Rovira.

NUMERO UNO NELLA LISTA DELL'ERC PER BARCELLONA

Ha affermato che la crisi generata "in periodo elettorale" si risolverà elettoralmente e ha annunciato che sarà testa di lista dell’ERC al Congresso per Barcellona: "Saremo la voce dell'unica forza catalanista di sinistra a Madrid".
Ha concluso la sua dichiarazione ringraziando per tutte le dimostrazioni di appoggio che ha ricevuto, specialmente da Catalogna e Paese Basco, e ha riconosciuto che in queste 24 ore ha subito, da Madrid, più attacchi che in tutti gli anni nei quali è stato in politica.

ARNALDO OTEGI: "CHE AZNAR CHIARISCA I CONTATTI CHE HA AVUTO CON ETA IN SVIZZERA"
Ha rimproverato il presidente del Governo, José María Aznar, per avere chiesto spiegazioni a Carod-Rovira sulla sua riunione con ETA in Francia e lo ha invitato a "dire come lui si è riunito con ETA" nel maggio 1999, in Svizzera e con Batasuna in Spagna durante la tregua, "come ottenne quella riunione, per mezzo di chi e cosa fece".

GARA

San Sebastian.

Il parlamentare di Sozialista Abertzaleak, Arnaldo Otegi, ha applaudito il "coraggio politico" di Carod-Rovira per avere riconosciuto di essersi riunito con ETA e ha preteso dal Governo spagnolo che chiarisca "come" riuscì a riunirsi con l'organizzazione armata durante la tregua e "cosa fece" in quell’incontro.
Otegi, che ha tenuto una conferenza stampa a San Sebastian, insieme ad un altro parlamentare di SA, Joseba Permach, ha sostenuto che il fatto che il leader di ERC ammetta di essersi riunito con ETA è un "esercizio di responsabilità politica", e ha respinto che si biasimi il politico catalano per avere tentato di "cercare la pace", "evitare attentati" e "cercare la cosa migliore per la Catalogna."
Ha rimproverato al presidente del Governo spagnolo, José María Aznar, il fatto che chieda spiegazioni a Carod-Rovira sulla sua riunione con ETA in Francia e l'ha invitato a "dire come egli stesso si riunì con ETA" nel maggio 1999 in Svizzera e con Batasuna, in Spagna, durante la tregua, "come ottenne quella riunione, per mezzo di chi e cosa fece".


IL GOVERNO BASCO DICE CHE TUTTO È VALIDO PER OTTENERE LA PACE

La portavoce del Governo basco, Miren Azkarate, ha oggi affermato che "tutto quello che si possa fare, da qualunque istanza, per ottenere la sospensione definitiva della violenza è valido e positivo". Ha aggiunto che "non riesce a comprendere lo scandalo che si è cercato di provocare" per il contatto tra Carod-Rovira ed ETA, quando "anche il signor Aznar o il PSOE si sono seduti a parlare qualche volta" con l'organizzazione armata.

GARA

GASTEIZ - La portavoce del Governo di Gasteiz, Miren Azkarate, interpellata riguardo il contatto fra Josep Lluis Carod-Rovira ed ETA che ha considerato "legittimo", ha affermato che "tutto quello che si possa fare da qualunque istanza per ottenere la sospensione definitiva della violenza è valido e positivo".
Azkarate, dopo la riunione del Consiglio di Governo di oggi, ha difeso il mantenimento di contatti per giungere alla fine della violenza e ha considerato che bisogna "continuare a tentare, se davvero vogliamo arrivare a quella situazione di pace".
Dopo avere affermato che il Governo basco non ha avuto nessun contatto recente con ETA per ottenere la sospensione della violenza, il suo portavoce ha insistito sul fatto che "qualunque iniziativa" intrapresa da ambiti sociali o da partiti politici per portare la pace è "valida, indipendentemente dal fatto che porti a risultati o no".
Ha aggiunto che il Governo di Gasteiz non "riesce a comprendere lo scandalo che si è cercato di provocare" per il contatto tra Carod-Rovira ed ETA, scandalo che "a nostro giudizio, ha solo un intento elettoralistico".
"È paradossale che chi ha parlato con ETA, coloro che si sono seduti a parlare con loro, come hanno fatto il signor Aznar ed il suo Governo, organizzino ora una simile brutale denigrazione intorno alle azioni di Carod-Rovira", ha aggiunto.
Azkarate ha insistito sul fatto che "alcuni sembrano dimenticare che ci sia stata una serie di persone che, obbedendo a direttive personali di Aznar, si sono riunite a suo tempo con ETA".

dal quotidiano GARA del 28.01.2004

MARAGALL DESTITUISCE DALLE SUE FUNZIONI CAROD SENZA ESPELLERLO DALL’ESECUTIVO
•Il leader di ERC lascerà il Governo della Generalitat per presentarsi come testa di lista alle elezioni di marzo e, così, "sottoporsi alla verifica delle urne"
Pasqual Maragall ha dato per chiusa la crisi del Governo catalano, accettando le dimissioni di Josep-Lluís Carod-Rovira come conseller en cap. Il segretario generale di ERC non ha lasciato ancora l’Esecutivo, del quale farà parte come conseller senza portafoglio, ma dovrà farlo prossimamente poiché, come egli stesso ha annunciato, sarà testa di lista per Barcellona nelle elezioni al Parlamento spagnolo di marzo. In Euskal Herria si sono susseguite le reazioni intorno alla riunione di Carod con ETA. Le formazioni indipendentiste basche hanno criticato l’"ipocrisia" del Governo spagnolo e del PSOE.


SAN SEBASTIAN

Pasqual Maragall ha ieri presentato una formula in una certa misura salomonica per risolvere la crisi nella quale si è vista immersa la Generalitat di Catalunya dopo che si era saputo che Josep-Lluís Carod-Rovira ha avuto un colloquio con rappresentanti di ETA dopo essere stato nominato conseller en cap, capo di governo, dell’Esecutivo tripartito sorto dal patto tra PSC ed ERC, al quale si è aggiunto l'ICV-EU.
Da parte sua, il leader di ERC si è assunto le sua responsabilità per non avere valutato bene la ripercussione che poteva avere il suo contatto con ETA per la Generalitat, benché si sia recato all'appuntamento come dirigente del suo partito. Ma lo ha fatto senza rinunciare alle sue convinzioni e difendendo la sua "azione per il dialogo e la pace". Inoltre, ha risposto in chiave elettorale alla campagna lanciata dal PP, annunciando che sarà testa di lista di ERC per Barcellona alle elezioni di marzo per il Parlamento spagnolo.
Entrambi i dirigenti politici hanno tenuto una conferenza stampa nel capoluogo catalano nell’arco di appena un'ora. Maragall ha cominciato la sua dichiarazione istituzionale alle cinque del pomeriggio, solo davanti alle telecamere. Le sue prime parole sono state per elogiare Carod, del quale ha detto che "è stato uno degli architetti principali" del tripartito catalano.
Il president è entrato nel tema dell'incontro con ETA, indicando che Carod "ha commesso in buona fede un errore molto grave" e ha agito pregiudicando il credito del Governo". Ciononostante, ha considerato "molto più importanti" "le speranze aperte" dal Governo di sinistra e catalanista di questo "incidente". "Siamo, non lo nego, in un momento cruciale che dobbiamo risolvere con rigore", ha indicato.
Su questo punto, Maragall è stato netto, assicurando che il suo Governo "non si piegherà ai piani della destra più intemperante che abbiamo avuto negli ultimi 25 anni". Più comprensivo si è mostrato con la direzione federale del suo partito, che è intervenuto direttamente nella crisi, commentando che comprende "l'indignazione sincera di tutte le forze politiche e, molto specialmente e personalmente, quella del segretario generale del PSOE, José Luis Rodríguez Zapatero che ha appoggiato questo Governo dal suo inizio".
La decisione adottata ieri da Maragall non concorda con le informazioni diffuse la lunedì sera dalla Presidenza della Generalitat, nelle quale si sosteneva che aveva respinto le dimissioni di Carod e che lo sollevava solo dalle sue competenze in Affari Esteri. Poco dopo arrivava la nota di Zapatero nella quale questi chiariva che aveva chiesto a Maragall di accettare le dimissioni di Carod.
Maragall non si sarebbe piegato, in nessun caso, né agli uni, né altri, poiché ha annunciato che oggi assumerà le competenze del conseller en cap, ridistribuirà altre funzioni settoriali, e Carod rimarrà come conseller senza portafoglio. Pertanto, formalmente non l'ha escluso dal Governo.
In ogni caso, l'uscita di Carod dal Governo è questione di poco tempo, poiché la carica di conseller non è compatibile con la candidatura al Congresso dei Deputati. Nonostante il costo personale che comporta questa situazione, il leader di ERC ha offerto un'immagine molto lontana della sconfitta. Nella sede del suo partito, accompagnato dai massimi dirigenti e dagli altri consellers repubblicani della Generalitat, ha concluso il suo intervento esclamando: "Non passeranno. Visca Catalunya".
in precedenza, aveva difeso ad oltranza il suo atteggiamento in tutta questa vicenda. "Sia chiaro che non rinnego, né rinuncio né chiedo perdono per le mie convinzioni, perché credo nella pace e nel dialogo, e non c'è un'altra via, per risolvere i problemi politici, che parlare, poiché parlando la gente si capisce, ed io non voglio più vittime né attentati di ETA".
Ha spiegato anche che "mai come nelle ultime 24 ore avevo ricevuto tanti attacchi da Madrid, ma non avevo avuto mai neanche tante dimostrazioni di appoggio, non solo dalla Catalogna", e tra esse "quelle di tutti i partiti baschi, meno il PP".
Carod ha indicato di avere accettato la "delega" delle sue funzioni come conseller en cap "per responsabilità verso il Governo catalano" e ha sottolineato che sarà testa di lista nelle prossime elezioni per "sottoporsi alla verifica delle urne".
Il suo discorso è stato chiaro ed in vari momenti è stato interrotto dagli applausi dei suoi compagni. "Il PP vuole imporre il discorso unico, il discorso della paura, la sua unica politica possibile; ebbene ­ha aggiunto­, ERC non ha paura, e come dicemmo già a suo tempo, noi non 'ci sorprendiamo' davanti al PP, e staremo dove siamo stati sempre, a fianco della pace e della libertà".
Il leader di ERC ha denunciato "due fatti esecrabili" che, a suo giudizio, hanno segnato l’accaduto. Da una parte, "la dinamica di quei partiti e di quei politici che pensano più alle elezioni che alla pace e che sono capaci di ritardare orizzonti di pace e di condannare processi di dialogo pur di non vedere modificati i loro risultati elettorali".
Dall’altra, "l'ipocrisia permanente" di PP e PSOE, che si riunirono con ETA come ho fatto io ora. Tanta legittimità avevano loro, per farlo, quanta ne ho avuta io, a nome del mio partito e non in rappresentanza del Governo di Catalunya".

LE INDISCREZIONI SITUANO L'APPUNTAMENTO NELLA ZONA DI PERPINYÀ

SAN SEBASTIAN

Come affermano le fonti che hanno fatto trapelare a "Abc" l'esistenza dell'incontro tra il leader di ERC e rappresentanti di ETA, fonti che il quotidiano madrileno non specifica in nessuna delle sue informazioni, la riunione si è svolta nel primo fine settimana di gennaio, nella zona di Perpinyà, capoluogo della Catalogna settentrionale. "Abc" pubblicava ieri che gli interlocutori di Josep-Lluís Carod-Rovira sarebbero stati Mikel Antza, Mikel Albizu, e Josu Urrutikoetxea. Quest’ultimo, parlamentare di Sozialista Abertzaleak alla Camera di Gasteiz, è stato dichiarato latitante dalla Giustizia spagnola, pertanto, su di lui, pende un ordine di ricerca e cattura. Mikel Antza è presentato, da fonti della lotta contro ETA, come "capo dell'apparato politico" dell'organizzazione armata.
Da parte sua, Carod non ha fornito nessun dettaglio su dove e con chi si è riunito. Allo stesso tempo, il dirigente repubblicano, ha negato che in quell'appuntamento si sia negoziata una sospensione delle azioni di ETA in Catalogna.

ZAPATERO CONSIDERA "ADEGUATA" L'AZIONE DEL "PRESIDENT"
GARA

GASTEIZ

Il segretario generale del PSOE, José Luis Rodríguez Zapatero, ha ieri definito "adeguata" la decisione di Pasqual Maragall di accettare le dimissioni presentate da Carod-Rovira, conseller en cap della Generalitat e mantenere l'accordo di governo con Esquerra Republicana de Catalunya nell’Esecutivo autonomo.
Nel comunicato letto nella sede del PSOE a Madrid, Zapatero ha considerato che Maragall "ha mantenuto durante queste ore un impeccabile senso istituzionale e ha saputo garantire la stabilità del Governo progressista in Catalogna". Il dirigente del PSOE ha anche espresso il suo appoggio "e quello di tutto il Partito Socialista al Governo presieduto da Pasqual Maragall".
Il leader del PSOE ha criticato anche l'atteggiamento del PP su questo tema, che ha considerato "deplorevole". Come ha manifestato, "il Partito Popolare ha cercato ricavare redditi elettorali dagli avvenimenti di queste ultime ore", e ha aggiunto: "io non mi comporterò mai in questa maniera".
Dal PP, al contrario, si è insistito nello screditare l'azione del presidente dell’Esecutivo catalano e dello stesso segretario generale del PSOE.

"IL PROBLEMA DI FONDO"

Il membro della dirigenza del PP e vicepresidente del Governo spagnolo, Javier Arenas, ha ammesso che "il problema di fondo non è la figura di Carod-Rovira, bensì il patto di governo del PSC con Esquerra Republicana de Catalunya".
Arenas ha affermato che "ciò che esigiamo è che finisca il patto con Esquerra e che questa smetta di condizionare tutta la politica nazionale". Inoltre, ha considerato che "l'insieme della negoziazione suppone un'offesa alle vittime del terrorismo ed alla dignità della democrazia spagnola".
Come Arenas, anche il ministro spagnolo dell’Interno, Angel Acebes, ha segnalato che "niente è cambiato nella sostanza, dato che si mantiene l'accordo tra il PSC ed ERC". Ha aggiunto che "l'accordo è insostenibile, ed il PSOE avrebbe dovuto rompere il patto dal primo momento". Per il ministro, "Zapatero rimane ora come incapace, davanti alla società spagnola, di risolvere un tema della massima priorità come è il terrorismo".
Da parte sua, colui che è stato presidente del Governo catalano per più di due decenni, Jordi Pujol, ha detto che" l’unica cosa che mi preoccupa di tutto questo tema, è che non colpisca il prestigio della Generalitat e che si preservi l'istituzione". Pujol, che ha tenuto una conferenza nell'Università di Deusto, non ha voluto valutare la riunione di Carod con ETA.


CARDENAL AFFERMA CHE STANNO RECLAMANDO INFORMAZIONI SULLA RIUNIONE

Il pubblico ministero generale dello Stato spagnolo, Jesús Cardenal, che lunedì pensava che la riunione tra Carod-Rovira ed ETA non costituisse alcun delitto, ha affermato ieri che "la questione principale è sapere di cosa si sia parlato nella riunione, per determinare se esistono indizi sufficienti di delitto di collaborazione con banda armata". A questo proposito, Cardenal ha fatto sapere che “si sta cercando di ottenere dati sui contatti" e ha anticipato che stati compiuti "già alcuni passi, ma dobbiamo sgombrare il campo dalle incognite, dopo di che faremo quello che risulterà appropriato". Prima che Cardenal rilasciasse queste dichiarazioni, il pubblico ministero della Audiencia Nacional (Tribunale Speciale, N.d.T.), Eduardo Fungairiño, seguendo il criterio mantenuto lunedì dal suo superiore, segnalava di non avere osservato indizi di reato.

CAROD-ROVIRA DICE CHE IL CARICO DI CONSELLER EN CAP È DI ERC E NON ESCLUDE DI RITORNARE

Carod-Rovira la cui rinuncia alla carica di conseller en cap è stata accettata ieri dal presidente catalano, Pasqual Maragall, ha affermato: "io esco dal governo, ma questo non vuole dire che io rinunci per il futuro, può essere in questa legislatura, può essere in un'altra, a rientrare".

GARA

Barcellona.

Il leader di ERC, Josep Lluis Carod-Rovira, ha assicurato che la carica di conseller in cap deve essere assegnata ad un dirigente di Esquerra, perché fa parte degli accordi del governo tripartito catalano, e non ha escluso di ritornare egli stesso all’Esecutivo autonomo dopo le elezioni generali.
Carod-Rovira, la cui rinuncia alla carica di conseller en cap è stata accettata ieri dal presidente catalano, Pasqual Maragall, ha affermato che "io esco dal governo, ma questlo non vuole dire che io rinunci per il futuro, può essere in questa legislatura, può essere in un'altra, a rientrare".
Carod, che ieri ha annunciato che correrà come testa di lista al Congresso spagnolo per Barcellona, ha affermato che deciderà il suo futuro in funzione dei risultati e non ha neppure escluso di rinunciare al suo posto di deputato per continuare a fare politica in Catalogna, "dove, personalmente, mi sento più a mio agio".
In relazione con la sua candidatura alle elezioni generali, dopo la polemica per il suo incontro con dirigenti di ETA, Carod-Rovira ha spiegato che "al di là delle pressioni che vengono da Madrid, voglio che sia la Catalogna a giudicarmi" e "pertanto, io sottometto il mio gesto alla valutazione della Catalogna".

LINCIAGGIO ED IPOCRISIA

Il segretario generale di ERC ha riconosciuto di sentirsi "stanco" davanti al "linciaggio mediatico" ed alla "enorme ipocrisia che c'è su questo tema, perché con ETA hanno parlato tutti: ci parlarono l'UCD, il PSOE, il PP, tutti i partiti baschi e c'è la coda per parlare con ETA, e non credo che parlassero di cose differenti da quelle delle quali ho parlato io", perché "con le organizzazioni armate, ciò di cui bisogna parlare è che smettano di esserlo".
Ha affermato di avere accettato di parlare con ETA nonostante sapesse che era una questione "rischiosa" e ha riconosciuto di essere potuto cadere in un "incontro-trappola", ma crede che non avrebbe potuto fare finta di niente davanti alla possibilità che in questa riunione si formulasse una volontà di tregua", una possibilità che era più importante di qualsiasi altra cosa "per me, più della mia carica".

PRESSIONI SU MARAGALL

Il leader di ERC ritiene che "qualcosa deve esserci stato" se Pasqual Maragall ha accettato la sua rinuncia alla carica per le pressioni ricevute dal PSOE, benché abbia ammesso che "siamo entrati in una spirale di pressioni inarrestabile" e che "questa pressione non l'avrebbe sopportata nessuno".
"Il governo della Generalitat non poteva sopportare la pressione alla quale era sottoposto, c'era un tentativo evidente di Madrid di rompere questo governo", ha evidenziato Carod, che da parte sua vuole "che questo governo resti, che sia forte, e questo richiede la presenza di ERC".


SECONDO JOSU JON IMAZ C'È STATO SPIONAGGIO

Il presidente dell'EBB (organismo dirigente del Partito Nazionalista Basco, N.d.T.) si domanda se è il PP che "decide in ogni momento chi può parlare o non con ETA" e se si è discusso se, in presenza della polemica su Carod-Rovira, sia stato "legittimo" che il governo popolare partecipasse ad una riunione con l'organizzazione terrorista nel maggio 1999.

GARA

San Sebastian.

Il presidente del PNV, Josu Jon Imaz, ha considerato "inaccettabile" che "i servizi di sicurezza dello Stato spagnolo seguano una "persona democratica" come Josep Lluís Carod-Rovira ed il suo partito, ERC, e ha denunciato "l'utilizzo di questi pedinamenti a beneficio degli interessi del PP".
Imaz ha indicato che è "democraticamente molto preoccupante" che si usino i servizi sicurezza dello Stato per vigilare e "colpire" con le loro informazioni Carod-Rovira, e ha aggiunto che in qualunque Stato democratico "questo sarebbe oggetto di indagini e si chiederebbero responsabilità, perché sono molto gravi".
Ha precisato che, per investigare sull’accaduto, il PNV ha sollecitato oggi al Congresso dei Deputati la comparizione del ministro della Difesa e del direttore del Centro Nazionale di Intelligenza (servizi segreti, N.d.T.), affinché chiariscano la loro azione rispetto all'ex conseller en cap della Generalitat.
Si è domandato, inoltre, se è il PP che "decide in ogni momento chi può parlare o non con ETA" e se si è discusso se, in presenza della polemica su Carod-Rovira, sia stato "legittimo" che il governo popolare partecipasse ad una riunione con l'organizzazione terrorista nel maggio 1999.

OTEGI DEFINISCE "SPAZZATURA E FALSA" L'INFORMAZIONE SU UNA SUPPOSTA RIUNIONE TRA CAROD-ROVIRA E BATASUNA A PERPINYÀ

Il parlamentare di Sozialista Abertzaleak ha smentito le informazioni diffuse dal quotidiano "El Mundo", nele quali si dice che Otegi ha invitato il leader di ERC ad una seconda riunione con la direzione di ETA. "Vogliono mettere Batasuna nel mirino giudiziario e repressivo spagnolo".

GARA

BILBO

Il parlamentare di SA, Arnaldo Otegi, ha definito oggi "falsa ed intossicante" l'informazione riferita ad una supposta riunione, agli inizi di dicembre a Perpinyà, di due dirigenti di Batasuna con Carod-Rovira, nella quale si afferma che si diede appuntamento al leader catalano per una seconda riunione con la cupola di ETA e che fu registrata dai servizi segreti (CNI).
Per Otegi, questa informazione è, ancora una volta, "autentica spazzatura che persegue lo scopo di mettere i dirigenti di Batasuna, nel mirino giudiziario e repressivo spagnolo e deviare ed occultare il dibattito politico di fondo che si è suscitato".
In un comunicato, Otegi, assicura che "si ricorre a qualunque espediente, nella strategia di guerra contro il Paese Basco e più che mai ora, che è rimasta in evidenza l'opinione maggioritaria, non solo della società basca, ma anche di quella catalana, a favore del dialogo e delle soluzioni".
Per il parlamentare di Sozialista Abertzaleak, "la risposta sociale che si è alzata dopo la pubblicazione della notizia della riunione, è un vero siluro contro la linea di galleggiamento della strategia di guerra di Aznar che, siamo sicuri, è rimasta danneggiata e presenta falle che saranno tangibili nei prossimi mesi".

SOSTITUZIONE DEL VERO DIBATTITO

"È anche per questo che vogliamo contrastare il tentativo, attuato da diverse formazioni politiche, di sostituire il dibattito sulla necessità di dialogo e di soluzioni con un altro sul CNI (Servizi Segreti, N.d.T.) e la loro responsabilità della mancata cattura della cupola di ETA", ha affermato.
Per ciò, ha detto che non "si può sprecare" questo dibattito "con queste discussioni che possono interessare solo al Governo di Madrid, per alimentare la sua spirale repressiva".
Ha assicurato, per contro, che il portavoce dell'EBB del PNV, Josu Jon Imaz, è uscito "colpito" da "questo avvenimento politico, in quanto non ha saputo sostenere in prima persona la pratica del dialogo ed il sostegno alle soluzioni".



 


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