Pierre Lévy,
Il fuoco liberatore
Luca Sossella Editore, Roma, 2000

Di Pierre Lévy conosciamo gli scritti teorici ispirati alle tecnologie digitali dell'informazione e alla cybercultura.
Ora Pierre Lévy torna alla nostra attenzione con un libro imprevedibile che affronta il tema della spiritualità ripercorrendo il cammino della Qabbalah per giungere alle soglie dell'illuminazione buddhista. Un filosofo della freddezza digitale si misura con il labirinto della mente emozionale per costruire un percorso, luminosamente geometrico, verso la scoperta di sé.

Nel corso dell'ultimo decennio Pierre Lévy ha conquistato una posizione di assoluta preminenza del campo del pensiero europeo per i suoi libri sulle nuove tecnologie e le ciberculture. In particolare in Italia hanno avuto un significativo successo Le tecnologie dell'intelligenza e L'intelligenza collettiva.
Pierre Lévy insegna attualmente all'università di Montreal, Quebec.

"All'età di dieci anni andavo a scuola con la chiave di casa, perché tornavo prima dei miei genitori, che a volte lavoravano fino a tardi. Una sera d'inverno, arrivato davanti alla porta di casa, cercai la chiave senza trovarla. La casa era isolata. Scendeva la notte. Non avevo la chiave. Aspettai davanti alla porta. Un'ora, due ore, tre ore. I miei genitori non tornavano. Iniziai a pensare che non sarebbero mai più tornati. Mi misi a piangere. Mi sentivo molto solo, abbandonato, esiliato, sventurato. Alla fine arrivarono i miei genitori. "Perché piangi? mi chiesero; siccome abbiamo visto che avevi dimenticato la chiave, abbiamo lasciato apposta la porta aperta". Spinsi la porta. Era aperta. Non mi era nemmeno passato per la testa di provare ad aprirla senza la chiave. Volevo raccontarti questa storia prima di cominciare, per dirti che so che tu non hai la chiave. Nessuno l'ha mai avuta. La chiave non serve. La porta è aperta. Entra in casa tua."