Thelema Abbey
(Cefalù, Sicily)

From Sicily to Arcady

thelema

La lettera del Questore di Palermo al Capo della Polizia Arturo Bocchini

Il Questore di Palermo                                            Palermo, 6 Giugno 1936-XIV.

A.S.E. il Senatore
Cav. Gr. Croce Dr. Arturo Bocchini
Capo della Polizia
Ministero dell'Interno
Roma


Eccellenza,

l'individuo del quale è cenno nell'appunto da V.E. consegnatomi brevi manu è il suddito inglese Crowley Alistair Eduard Alexander di Emily Bishop, nato a Lemingtoer [sic] Warwihstire [sic] il 12-10-1875, il quale dimorò per circa cinque anni in una villa nelle vicinanze di Cefalù, e fu espulso dal Regno giusta ordinanza Ministeriale in data 13 aprile 1923, essendosi accertato che nella sua villa si svolgevano riti basati su pratiche di oscenità e pervertimento sessuale, alle quali partecipavano tre straniere con lui conviventi more-uxorio, nonchè altri stranieri che di tanto in tanto si recavano a trovarlo.
In proposito richiamo i rapporti di questa Prefettura: N° 2815 in data 25 Luglio 1922, responsivo al telespresso N° 17011 del 23 Giugno precedente; N° 1260 del 26 Marzo 1923, responsivo della nota N° 6782 del 5 stesso mese; N° 2150 del 1° Maggio 1923, responsivo alla nota N° 9626 del 16 Aprile precedente.
Successivamente all'espulsione del Crowley, codesta Div. Pol. Politica, con nota  N° 500/5883 del 27 Giugno 1927, segnalò che dalla casa di Crowley a Cefalù si irradiavano notizie diffamatorie sulle condizioni dell'Italia Fascista, notizie che venivano raccolte dal servizio speciale di spionaggio del Ministero degli Esteri d'Inghilterra e fatte pubblicare da alcuni giornali. Con lettera N° 14278 del 18 Settembre successivo questa Prefettura rispose che la cennata segnalazione era insussistente poichè dopo la partenza di Crowley, era rimasta a Cefalù solo una delle sue donne - suddita francese - la quale viveva di stenti e non aveva rapporti con alcuno.
Nell'Aprile del 1934 i giornali pubblicarono corrispondenze da Londra circa una causa per diffamazione intentata dal Crowley alla scrittrice Nina Hannet [sic], la quale in un suo libro "Il torso che ride" lo aveva presentato come cultore della magia nera, mentre egli aveva dedicato "tutta la sua fatica e la notevole fortuna lasciatagli dal padre - due o tre milioni di lire - allo studio della magia bianca".
Negli atti non esiste la fotografia del Crowley, ma vi sono i connotati, che trascrivo: alto, robusto, colorito roseo, occhi castani, calvizie centrale con piccolo ciuffo mediano sulla linea di inserzione dei capelli, barba e baffi rasi, piccola cicatrice sulla guancia sinistra, sotto lo zigoma [sic].
Voglia gradire, Eccellenza, i miei deferenti ossequi e credermi.

Dell'E.V. Devotissimo
[firma illeggibile]

tratto da Marco Pasi Aleister Crowley e la tentazione della politica, Franco Angeli