L’ “Osservatorio sui movimenti sociali” nasce dalla necessità di sensibilizzare l’università e la società in generale rispetto alle mobilitazioni locali ed internazionali generate dalle contraddizioni e dalle ingiustizie dell’economia-mondo capitalista e in generale dei sistemi economici basati sullo sfruttamento dei popoli.

Questo progetto si propone un monitoraggio costante delle differenti mobilitazioni sociali più o meno organizzate e delle numerosissime forme di protesta spontanea che quotidianamente milioni di persone intraprendono tentando di resistere allo sfruttamento ed allo sradicamento planetario proprio della attuale fase di capitalismo storico al fine di approfondire l’attenzione sul ruolo e sulla fisiologia che hanno avuto ed hanno i movimenti sociali e con l’intenzione di elaborare possibili strategie di mobilitazione e di trasformazione a partire dal nostro luogo sociale di produzione che è l’università-azienda.

Il lavoro da svolgere nell’ambito di questo progetto è pensato organicamente all’interno del progetto più generale di “Osservatorio sulle Scienze Sociali” ed in stretta correlazione con l’”Osservatorio sulla comunicazione” per dimostrare la parzialità interessata con cui i media ufficiali, che del sistema di dominio sono parte integrante e mezzo propagandistico, approcciano alla denominazione, alla classificazione ed alla spiegazione astoricizzata e decontestualizzata  dei movimenti  sociali e antisistemici in generale.

La tipologia di studio non si riduce soltanto ai movimenti contemporanei, ma verrà esteso ai movimenti antisistemici che hanno attraversato la storia, condizionandola e divenendone attori protagonisti; così come non ci sono limiti cronologici, a maggior ragione non ci saranno limiti  geografici e le nostre ricerche verteranno indistintamente sui movimenti sui movimenti africani o sui movimenti dei lavoratori americani di inizio ‘900(per fare un esempio).

La nostra attenzione sarà rivolta alle variabili sociali, geografiche, culturali e politiche che costituiscono il “terreno”su cui i movimenti  si muovono e si confrontano con la società civile, ma soprattutto con dura la repressione dei governi: è importante analizzare il contesto entro cui un movimento nasce, si sviluppa e (a volte) perisce…..

Questo piano di lavoro, lungi dall’ essere un nostro privato affare, vuole aprirsi a tutti i soggetti interessati  che, attraverso ricerca costante e passione individuale, vogliano collaborare ad un progetto di sensibilizzazione sociale che inizi a creare dubbi e incertezze sulle più lapalissiane verità, dichiarate tali dai “generatori di disuguaglianze”.