R.I.S.S.A – Rete Interterritoriale Spazi Sociali Autorganizzati

L.area ex-Kerasav (Portici)                                                                                       

La KE.RA.SAV fu impiantata a Portici nel 1952, nella

zona superiore del comune a confine con Ercolano, su

una superficie pari a circa 4800 mq. Il complesso sorse in

prossimità di preesistenti strutture tardo ottocentesche

che furono inglobate all’interno dell’area in questione. Lo

stabilimento si dedicò in un primo momento alla poligrafica e carte valori per alcuni Stati africani ma                                                                                                                             

successivamente il settore fu distaccato altrove. In un

secondo momento si interessò alla lavorazione della                                                    

ceramica, ed a tale periodo si può far risalire

l’ampliamento relativo ai padiglioni retrostanti l’edificio in

muratura portante. Da quel momento in poi tutte le

risorse vennero impiegate nel campo della ceramica, con

la produzione di pavimenti e rivestimenti interni con

decorazioni a mano, monocottura per esterni, clinker e

mosaico ceramico.

Nel periodo di piena attività la fabbrica impiegava 755

unità lavorative con una produzione totale giornaliera di

circa 3500 mq, tra pavimenti e rivestimenti che venivano

esportati soprattutto all’estero. La fabbrica iniziò ad

andare in crisi a partire dal 1969-70, con l’insorgere a

Sassuolo (MO) di grosse industrie per la produzione della

ceramica che si inseriscono sul mercato internazionale a

prezzo concorrenziali. La KE.RA.SAV., salvata da un

finanziamento governativo del 1972, fallì definitivamente

nel 1978. Oggi fa parte del patrimonio comunale di

Portici.

Lo stabilimento era formato da tre grossi capannoni, di

cui due utilizzati per la produzione, e uno come

magazzino mentre l’edificio preesistente fu adibito a sede

per gli uffici.

Nei primi anni del 2000, il comune di Portici,

neoproprietario della struttura, ha compiuto una gara

d'appalto al fine di attivare una bonifica di una parte della

struttura per eliminare l'amianto presente sui tetti di

alcuni dei capannoni. La gara d'appalto è stata espletata

con l'individuazione come appaltatario di una società

ecologica specializzata nell'eliminazione di sostanze

nocive (l'Ecologia Bruscino s.r.l. di San Vitaliano).

E' stata inoltre effettuata un'ulteriore bonifica al fine di

eliminare 200 litri di olio combustibile da alcune vasche

presenti in uno dei capannoni.

Per accertare le avvenute bonifiche è stata anche

eseguita un'ispezione a cura di consulenti delegati della

Procura della Repubblica. I risultati delle bonifiche sono

ignoti e da verificare.

Attualmente uno dei locali preposti alla produzione si

presenta in un discreto stato si conservazione poiché la

copertura a volta in travature di cemento armato

precompresso è rimasta integra; diversa sorte è toccata

al secondo padiglione che è molto degradato ed ha

perduto quasi interamente l’estradosso della copertura a

volta ribassata lasciando a vista la capriata metallica che

costituisce e lo scheletro portante della struttura. Il locale

adibito a magazzino è in piccola parte stato riutilizzato

dal vicino Istituto Antoniano, a differenza dell’edificio

ottocentesco che risulta completamente abbandonato

anche se in un’accettabile stato di conservazione. 

 

Dal 25 agosto il collettivo R.I.S.S.A . ha avviato un processo di riappropriazione dell' ex area Kerasav, ex complesso industriale porticese, ridotto negli ultimi 20 anni in uno stato di pesante abbandono dall'incuranza delle forze politiche della città. Il collettivo di occupazione ha visto immediatamente estendersi la partecipazione degli abitanti del quartiere e della città intera, sia dal punto di vista dei lavori materiali (ripulitura dalle sterpaglie, rimozione dei detriti dagli ambienti esterni ed interni) sia dal punto di vista delle proposte di destinazione d'uso di questi spazi. L'obiettivo dell'occupazione è la restituzione della struttura alle necessità socioculturali che il quartiere e la città inascoltati esprimono da tempo ma anche la sottrazione dello spazio a possibili interventi speculativi quali il progetto di un megasvincolo autostradale o la realizzazione di ipermercati e altre amenità.

Come prima risposta istituzionale all’occupazione domenica 5 settembre al termine di un assemblea con il quartiere, la Kerasav è stata "visitata" dalle forze dell'ordine, che hanno provveduto a una identificazione, dichiarata ‘informale’.

- [ Foto della Kerasav