LEGGENDE ED ANEDDOTI

 

Antichi racconti a tradizione orale narrano che un tempo le popolazioni Dogon(1) del Mali si spostavano spesso dalla sede del loro villaggio in cerca di cibo, sia esso di natura vegetale, animale o anche umana. Per questo, quando compivano queste spedizioni, portavano sempre con sé un enorme pentolone per i rifocillamenti più immediati. Tuttavia, un gruppo di dissidenti, stanco di questa costumanza, si oppose, e decise di muoversi anch’esso dal villaggio, ma soltanto alla ricerca della vera conoscenza. Da questa “scissione”, nacque il detto Non tutti i Mali vengono per cuocere.

 

Un’altra antica leggenda racconta della storia di Tobino, un pastore maremmano (beninteso, non il cane, ma abitante le Maremme) che aveva sfidato le leggi della natura e che per questo fu punito dagli Dei. Brevemente il fatto: Tobino, ambizioso, non si accontentava delle greggi e dei pascoli che felicemente possedeva con la moglie Morante, e così un giorno si addentrò nelle proprietà private del gigante-tiranno della zona, un certo Galeazzi. Solo che come entrò trovò il guardiano del po-sto, il terribile ed enorme Bisteccone, metà uomo e metà mucca. Questi, come vide Tobino, cacciò il suo gigantesco culone da fuori (stime ufficiose dicono che fosse grande quanto un moderno palazzo di sei piani) e fece un peto che fece sbattere il povero pastore contro un albero, folgorandolo. Da quel giorno, nessuno si azzardò mai più ad entrare in quei terreni, e fu così che nacque il proverbio ancora in voga Mogli e buoi dei paesi tuoi.

 (1) – Popolo di guerrieri.

 

                    SAURO E LAVINIA

 

Questa è la vera storia di Sauro e Lavinia, che furono i veri progenitori dell’umanità, senza togliere né mettere fronzoli.

Grazie a importanti studi d’archivio e ricerche archeologiche, abbiamo ovviato ad uno dei più grandi dilemmi dell’umanità: come poterono Caino e Abele generare l’umanità?

 

“Un pastore e un’agricoltrice? Si

Una pastorella e un agricoltore? Si

Ma un pastore e un agricoltore? No. Nemmeno se il pastore fosse stato un brasiliano operato”.

                                                                                          (Giobbe Covatta, Dicette Giobbe)

 

E del resto senza l’amore che contraddistingue un normale rapporto di coppia uomo-donna, come sarebbero potuti crescere i figli che dovevano generare la stirpe umana?

 

E infatti Sauro e Lavinia si amavano alla follia.

Sauro, trentaquattrenne uomo baffuto di Cervia, era felicissimo di ciò. Lavinia, piatta donna sulla trentina, un po’ meno.

Appena si svegliavano, nello stesso letto, si sputavano in faccia.

Poi, mentre Lavinia bestemmiava tutti i morti perché non trovava l’accendino per accendere il fornello e preparare un caffè, Sauro in bagno con quell’accendino si accendeva una sigaretta e imprecava la moglie dicendo: “Oh, è pronto ‘sto cazzo di caffè?”

Una mattina, Sauro trovò il caffè non zuccherato, e mentre la m mogliettina gli si avvicinò per dargli un bacio, lui le dette uno sganascione sui denti, così forti che questi sarebbero schizzati via se Lavinia non avesse chiesto grazia e penitenza e fu accontentata. Si narra che nacque qui il famoso detto:”Oh, non molare mai, non molare mai, non molare mai…”

Un’altra mattina, Sauro invece si ritrovò tutto il caffè bollente sull’interno coscia, ma questa fu soltanto una burla della moglie, che si voleva vendicare dello scherzetto dei denti.

Erano come lo zucchero e il miele.

Ora accadde che una mattina, mentre inveivano reciprocamente sui defunti dell’altro, udirono una roboante vocina che gli disse:” uagliò, qua un altro po’ di queste espressioni e mi sa che mi tocca fare tutto daccapo!”

Avendo capito di chi si trattava, i due si dettero al paganesimo.

E così Sauro creò un totem in legno con le sembianza di Lavinia, e tutte le mattine scendeva nel box e iniziava a dire una serie di imprecazioni e balli davanti al totem.

Lavinia, per ricambiare questo incommensurabile gesto d’affetto, si cucì un pupazzetto di stoffa che aveva i baffi proprio come Sauro, e per dimostrare la sua gratitudine della fortuna che le era toccata, bucava la testa e il petto del bambolotto con degli spilli di metallo.

Erano davvero una bella coppia.  

I loro costumi e tradizioni erano così ferrei e integerrimi, da fare invidia ad una coppia di puritani.

Quando Sauro chiamava la moglie da lavoro, questa sveniva.

Quando Lavinia chiamava il marito al lavoro, questi bestemmiava e diventava improvvisamente cleptomane.

Ma per fortuna inventarono subito dopo il video telefono. Questa fu una vera manna dal cielo, perché Sauro faceva trovare la foto di Walter Nudo, e Lavinia quella di Jennifer Lopez.

E infatti ci chiediamo come mai il Signore non abbia eletto loro a progenitori dell’umanità; comunque, un motivo deve pur esserci stato.

 

Anche nella vita di tutti i giorni e nei rapporti sociali i due erano culo e camicia.

Entrambi si sentivano liberi di esprimersi come più sentivano dentro, in base a criteri di giustizia loro insindacabile e anche perché non ce ne arriva memoria.

Quando Sauro parlava con una ragazza, dopo tornava a casa sempre pieno di lividi e imprecazioni.

Al contrario, quando Lavinia discuteva con qualcuno che a Sauro non andava giù, lui non parlava più per almeno una settimana.