Dal manifesto del 14 Giugno 2005

«G8, pronti a migliaia di arresti»
Scozia, caserme e basi militari «liberate» per i no global. La polizia teme gli italiani

ANGELO MASTRANDREA
Vietata ogni forma di manifestazione nei pressi dell'hotel di Gleneagles, dove dal 6 all'8 luglio saranno riuniti i capi di stato e di governo dei G8. Proteste «a numero chiuso», massimo 4.500 persone, qualche chilometro più in là, nel paesino del Pertshire che dà il nome all'albergo più caro di tutta la Scozia, circa 60 km a nord di Edimburgo. Spese per 50 milioni di sterline (circa 73 milioni di euro), di cui la metà per la sicurezza. Esercito e forze dell'ordine che stanno predisponendo caserme e basi militari per accogliere i manifestanti fermati. «La polizia si prepara a fare migliaia di arresti al G8», ha titolato domenica il giornale conservatore Sunday telegraph, illustrando le imponenti misure di sicurezza attorno al summit e giustificandole con il fatto che migliaia di manifestanti, in particolare anarchici e soprattutto italiani, si appresterebbero ad assaltare il summit e a addirittura a entrare nell'albergo dove saranno riuniti i «grandi della Terra». Secondo presunte informazioni che la polizia italiana avrebbe fornito a Scotland Yard e ai servizi di sicurezza del Mi5, gruppi di anti-G8 radicali dal nostro paese, per gli agenti italiani citati dal Sunday telegraph «colleghi di Massimo Leonardi», l'anarchico viterbese arrestato lo scorso 26 maggio, sarebbero già in squat inglesi in attesa di entrare in azione nei giorni del summit. Tra i gruppi nel mirino anche l'associazione Ya basta, che avrebbe degli infiltrati «in sonno» («sleepers» in inglese) in Gran Bretagna per organizzare le proteste insieme agli anarchici radicali di Class war. Un vero e proprio spauracchio, quello degli «zapatisti» italiani, se è vero che già nell'autunno del 2003, in occasione delle proteste a Praga contro il vertice sull'allargamento della Nato a est, si arrivò a parlare di un fantomatico treno di pericolosi Ya basta in arrivo dall'Italia che, manco a dirlo, nessuno ha mai visto.

In realtà, la partecipazione degli italiani all'organizzazione del contro-G8 è stata finora scarsa. Il 18 maggio scorso a Edimburgo, all'ultima riunione di G8 Alternative, la rete che organizza la marcia Make poverty history che il 2 luglio aprirà la settimana di contromanifestazioni, era presente anche un gruppetto di italiani dei Cobas. Al termine, insieme ad alcuni militanti locali, belgi e olandesi hanno deciso di far visita all'hotel di Gleneagles, riuscendo a entrare all'interno. Fermati all'uscita dalla vigilanza e poi dalla polizia che li ha identificati, potrebbero essere stati loro a far convincere le forze di sicurezza che il «sopralluogo» serviva a pianificare eventuali azioni all'interno del summit. «In realtà stanno cercando di ricostruire il clima di Genova e per far questo accreditano la tesi dell'arrivo degli italiani violenti», sostiene uno degli autori del «sopralluogo», che racconta come già il giorno dopo sul Sunday times quella riunione fu descritta come «un incontro di italiani in vista del G8, mentre eravamo solo in tre su 50 partecipanti».

Nel mirino non ci sono solo gli italiani ma anche altre reti internazionali di attivisti. Come la People global action, che ha organizzato per il 7 luglio un «torneo di golf» nei campi che circondano l'hotel, e che preoccupa molto le locali forze dell'ordine. O i Wombles, tra gli organizzatori nello scorso ottobre nell'università di Tottenham del forum alternativo a quello europeo di Londra. O ancora Dissent, uno dei due network (l'altro è G8 Alternative) che stanno organizzando le proteste e i blocchi anti-G8.

Secondo la polizia, che avrebbe riservato ai manifestanti fermati due caserme e due basi militari, tutte a circa 20 miglia da Gleneagles, l'appello dei cantanti che parteciperanno al Live 8 organizzato da Bob Geldof ad andare in massa a Edimburgo nei giorni del vertice rappresenterebbe una copertura perfetta per i «violenti».

Gli autori della «chiamata alle armi» contro il G8, dagli U2 a Manu Chao ai Pink Floyd che si ricostituiranno appositamente per il concertone ad Hyde park del 2 luglio, sono molto ascoltati e il vero timore appare quello di contestazioni di massa a Bush e Blair, nonostante il piano per la riduzione del debito ai paesi africani. «Sarà molto difficile per noi affrontare questa situazione. Vogliamo fare tutto il possibile per salvare vite in Africa, ma nessuno di noi vuole rischiare la vita a Edimburgo. Deve essere una protesta controllata e ben organizzata e credo che sia la stessa cosa che Bob Geldof e tutti gli altri vogliono», ha affermato preoccupato il sindaco di Edimburgo Donald Anderson. Una campagna di allarmismo e criminalizzazione potrebbe servire a scoraggiare la partecipazione.