"Bush aveva pianificato il 'cambio di regime' in Iraq prima ancora di diventare presidente"
 



Un progetto segreto per il dominio globale statunitense rivela che il Presidente Bush e il suo governo avevano pianificato un attacco premeditato contro l'Iraq per imporvi un "cambio di regime" addirittura prima del suo
ingresso alla presidenza nel gennaio del 2001.

Il progetto - scoperto dal Sunday Herald - per la creazione di una "Pax Americana globale" è stato redatto per Dick Cheney (attualmente vicepresidente), Donald Rumsfeld (segretario alla difesa), Paul Wolfowitz (il vice di Rumsfeld), il fratello minore di George W. Bush, Jeb e per Lewis Libby (il capo dello staff di Cheney). Il documento, dal titolo "Rebuilding America's Defences: Strategies, Forces And Resources For A New Century"
("ricostruire le difese dell'America: strategie, forze e risorse per un nuovo secolo"), è stato redatto nel settembre del 2000 dal think-tank di destra [neo-conservative], il Project for the New American Century (PNAC)
["progetto per un nuovo secolo americano"].

Il piano mostra che il governo Bush intendeva assumere il controllo militare del Golfo a prescindere se Saddam Hussein fosse o no al potere. Il testo dice 'gli Stati Uniti hanno cercato da decenni di svolgere un ruolo più permanente nella sicurezza regionale del Golfo. Mentre il conflitto irrisolto con l'Iraq fornisce una giustificazione immediata, l'esigenza di avere una sostanziosa presenza delle forze americane nel Golfo va oltre la questione del regime di Saddam Hussein.'

Il documento del PNAC presenta 'un progetto per conservare la preminenza globale degli Stati Uniti, impedendo il sorgere di ogni grande potenza rivale, e modellando l'ordine della sicurezza internazionale in modo da allinearlo ai principi e agli interessi americani'.

Questa 'grande strategia americana' deve essere indirizzata 'il più lontano possibile verso il futuro', dice il rapporto. Che invita poi gli Stati Uniti a 'combattere e vincere in maniera decisiva in teatri di guerra molteplici e contemporanei', come una 'missione cruciale' [core mission].

Il rapporto descrive le forze armate statunitensi all'estero come la 'cavalleria lungo la nuova frontiera americana'. Il progetto del PNAC dichiara il proprio sostegno a un documento scritto in precedenza da Wolfowitz e Libby, in cui si affermava che gli Stati Uniti dovrebbero 'dissuadere le nazioni industriali avanzate dallo sfidare la nostra
egemonia (leadership) o anche dall'aspirare a svolgere un ruolo regionale o globale maggiore'.

Il rapporto del PNAC inoltre:

-       descrive gli alleati chiave, tra cui il Regno Unito, come 'il mezzo più efficace per esercitare un'egemonia globale americana';

-       afferma che le missioni militari per garantire la pace 'richiedono un'egemonia politica americana e non quella delle Nazioni Unite';

-       rivela l'esistenza di preoccupazioni nell'amministrazione americana a proposito della possibilità che l'Europa possa diventare un rivale degli USA;

-       dice che 'anche se Saddam dovesse uscire di scena', le basi nell'Arabia Saudita e nel Kuwait dovranno restare in maniera permanente - nonostante l'opposizione locale tra i regimi dei paesi del Golfo alla presenza di soldati americani - perché 'anche l'Iran potrà dimostrarsi una minaccia pari all'Iraq agli interessi statunitensi';

-       mette la Cina sotto i riflettori per un 'cambio di regime', dicendo che 'è arrivata l'ora di aumentare la presenza delle forze armate americane nell'Asia sudorientale'. Ciò potrebbe portare a una situazione in cui 'le
forze americane e alleate forniscano la spinta al processo di democratizzazione in Cina';

-       invita a creare le 'US Space Forces' ("forze spaziali statunitensi") per dominare lo spazio, e ad assumere il controllo totale del ciberspazio in modo da impedire che i 'nemici' usino internet contro gli Stati Uniti;

-       anche se gli Stati Uniti minacciano la guerra contro l'Iraq per aver sviluppato armi di distruzione di massa, gli USA potrebbero prendere in considerazione, nei prossimi decenni, lo sviluppo di armi biologiche - che pure sono state messe al bando. Il testo dice: 'nuovi metodi di attacco - elettronici, 'non letali', biologici - diventeranno sempre più possibili.
.. il combattimento si svolgerà in nuove dimensioni, nello spazio, nel ciberspazio, forse nel mondo dei microbi... forme avanzate di guerra biologica in grado di prendere di mira genotipi specifici potranno trasformare la guerra biologica dal mondo del terrorismo in un'arma politicamente utile';

-       il testo prende di mira la Corea del Nord, la Libia, la Siria e l'Iran come regimi pericolosi, e sostiene che la loro esistenza giustifica la creazione di un 'sistema mondiale di comando e di controllo'.

Tam Dalyell, deputato laburista [nel parlamento di Londra] e una delle principali voci di ribellione contro la guerra all'Iraq, ha dichiarato: 'si tratta di immondizia proveniente da think tank di destra pieni di falchi-coniglio - gente che non ha mai visto gli orrori della guerra, ma è innamorata dell'idea della guerra. Gente come Cheney, che è riuscita a sfuggire al servizio militare ai tempi della guerra del Vietnam.

'Si tratta di un progetto per il dominio mondiale statunitense - un nuovo ordine mondiale creato da loro. Questi sono i processi mentali di americani fantasticanti, che desiderano controllare il mondo. Sono sconvolto dal
fatto che un primo ministro laburista inglese vada a letto con una banda di gente di una tale bassezza morale.'


 
 

Elenco banche armate periodo 2001
di Giorgio Beretta tratto da www.banchearmate.it
 


Cinque Istituti di credito si sono aggiudicati il 65% delle transazioni bancarie di armamenti: al primo posto la Bipop-Carire che nel 2001 ha assunto il 19,4% degli importi autorizzati; seguono poco distanti la Banca Nazionale del Lavoro (17,1%), Banca di Roma (11,7%), Credito Italiano (9%) e Gruppo bancario S. Paolo Imi (8%).



Gruppi petroliferi che oggi lavorano in Iraq


- TOTAL-FINA-ELF (Francia e Belgio)
2, place de la coupole La Défense 6 92400 Courbevoie
Comportamenti: Secondo «Le Monde Diplomatique» la Total sembra orientata ad agevolare uomini di governo e regimi oppressivi per ottenere favori (finanziamento armi in Congo, sostegno finanziario al regime militare in Birmania).
Attualmente è in corso un boicottaggio indetto da «Burma Action Group» per la sua presenza in Birmania, un paese governato da uno dei regimi più oppressivi del mondo.[1]
Fatturato: 94.000.000.000 di dollari (fonte «Fortune»)
Azionisti: AGF, BNP Paribas, Citigroup Inc., Cogema, FMR Corp., Mellon Financial, ecc.
Marchi collegati: American Petrofina, Antar, Ato Fina, Atochem, AVI, AZF, Azote France, Bostk, Elf, Fina, Finachem, Spontex, Mapa, Total, TotalGaz.

- ROYAL DUTCH SHELL GROUP: (Inghilterra e Olanda)
30, Carel van Bylandtlaan 2596 HR
Fatturato: 135.000.000.000 di dollari (fonte «Fortune»)
L’anglo-olandese Shell, è l’ottava multinazionale al mondo per fatturato e terzo impero petrolifero al mondo.
La sua politica ambientale è, senza forse, tra le più criticate dalla comunità internazionale.
Regimi oppressivi: Nel 1993 il gruppo Shell possedeva filiali in Brasile, Colombia, Egitto, El Salvador, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Iran, Kenya, Liberia, Mali, Messico, Marocco, Papua Nuova Guinea, Perù, Filippine, Senegal, Siria, Turchia, Uganda.
Salari e condizioni di lavoro: Nel 1991 la Shell violava il codice di condotta della Comunità Europea pagando i lavoratori meno del salario minimo. La Shell assieme alla Dow Chemical, avevano sviluppato e prodotto il pesticida DBCP, che è proibito negli U.S.A. e che ha causato la sterilità nei lavoratori delle piantagioni di banane.
Armamenti: La Shell è coinvolta nella produzione di tessuti da mimetizzazione tramite Don & Low, e solventi, resine e altri prodotti con la Shell Chemicals.
Inoltre fornisce carburante alla marina ed alle forze aeree.
Marchi collegati: Coral Energy, Equilon Enterprises, Mimas, Motiva Enterprises (50%), Pecten Arabian Co., Shell, Tejas Energy.

- AGIP e ENI (Italia)

- LUKOIL, TATNEFT, ROSNEFT, BASNEFT, ZARUBEZHNEFT, MASHINOIMPORT (Russia)

- CNPC (Cina)

- BHP (Inghilterra)

- REPSOL (Spagna)



Gruppi che lavorano in Arabia e Kuwait e vorrebbero entrare in Iraq:

- ESSO-EXXON-MOBIL (Usa)
5959 Las Colinas Boulevard Irving, TEXAS 75039
Fatturato 2002: 187.000.000.000 di dollari (fonte: «Fortune» e «Forbes»)
Comportamento: Ha sostenuto l’elezione di Bush e in cambio ha ottenuto il diritto allo sfruttamento petrolifero dell’Alaska, il rifornimento dell'esercito americano e l'abbandono del Protocollo di Kyoto per la difesa ambientale. Per questi motivi, i Verdi del Parlamento europeo hanno proposto una campagna di boicottaggio.
Azionisti: Barclays, FMR Corp., JP Morgan & Co., Mellon Financial Corp., State Street Corp.
Marchi collegati: ESSO, EXXON, MOBIL.

- BRITISH PETROLEUM (Inghilterra)
Britannic House, 1 Finsbury Circus London (UK)
Fatturato: 174.000.000.000 di dollari (fonte «Fortune»)
Azionisti: Axa, FMR Corp., Morgan Stanley Dean Martin, State Street Corp. ecc.
Marchi collegati: Amoco, BP, Castrol, Burmah Castrol, Erdoelchemie.

- CHEVRON-TEXACO (Usa)
575 Market Street San Francisco, CA (USA)
Fatturato: 99.000.000.000 di dollari (fonte «Fortune»)
Azionisti: Axa, Barclays, Capital Research & Management Inc., Deutch Bank AG, FMR Corp., JP Morgan & Co., Mellon Financial, State Street Corp., Vanguard Group Inc., Wellington



 

MODIFICATA LA LEGGE 185: VIA LIBERA AL COMMERCIO D'ARMI
 
27 marzo 2003 (da Unimondo)

 

Con 134 voti a favore, 95 contrari e due astenuti il Senato ha approvato il DDL 1547 che, ratificando l'Accordo di Farnborough, ha modificato la legge 185 sull'esport di armi italiane. I rappresentanti della Campagna "Difendiamo la 185" hanno manifestato fuori dal Senato il loro dissenso alle modifiche della legge, con le quali non verra piu reso noto il certificato finale di destinazione d'uso e sara consentito vendere armi a Paesi che commettono violazioni dei diritti umani definite "non gravi". "E scandaloso che l'Italia abbia deciso di procedere all'eliminazione di quelle importanti forme di controllo che hanno regolamentato il commercio di armi fino ad oggi", ha commentato Tonio Dell'Olio portavoce della Campagna. Promossa da numerose associazioni, la Campagna ha avuto comunque il merito non solo di tenere viva l'attenzione della societa civile sul problema del commercio delle armi, ma anche di salvaguardare varie norme della legge 185/90 come la trasparenza delle transazioni bancarie. La Campagna intende continuare il suo impegno coordinandosi con altre associazioni a livello europeo per rendere vincolante il Codice di Condotta Europeo sul commercio di armi. E' prevista per il 28 marzo l'Assemblea costitutiva dell'Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere (OPAL). [da Unimondo]